Immaginate di dover consegnare le chiavi di casa vostra a uno sconosciuto ogni volta che uscite, “per sicurezza”. Assurdo, vero? Eppure è esattamente quello che l’Unione Europea sta per chiedervi di fare con i vostri messaggi privati. La proposta Chat Control, sostenuta ora da 19 paesi su 27, trasformerà ogni smartphone in un dispositivo di sorveglianza di massa.
Dal prossimo ottobre, algoritmi governativi potrebbero scandagliare ogni parola, ogni foto, ogni video che inviate su WhatsApp, Signal o Telegram. Prima che vengano crittografati. La Danimarca ha rilanciato il progetto il primo luglio, e la Francia ha cambiato idea: ora è favorevole.
Cos’è davvero Chat Control e perché ora spaventa
La proposta, formalmente chiamata “Regolamento per la rilevazione di materiale di abuso sessuale su minori (CSAM)”, suona innocua ma nasconde un sistema di controllo senza precedenti nel mondo occidentale. Patrick Breyer, ex parlamentare europeo del Partito Pirata tedesco e uno dei critici più aspri del provvedimento, non usa mezzi termini nel suo sito ufficiale:
“Con Chat Control, l’UE sta pianificando un sistema di sorveglianza di massa così estremo che non esiste in nessun’altra parte del mondo libero. L’unico paese che pratica ricerche così indiscriminate è la Cina autoritaria”.
Il meccanismo è diabolicamente semplice: ogni volta che scrivete un messaggio, scattate una foto o registrate un video, prima che il contenuto venga crittografato, un algoritmo lo analizza per cercare contenuti sospetti. Come se qualcuno guardasse dentro la busta prima che voi la sigilliate. Michael Garrett, coautore di uno studio sull’argomento, spiega che questa tecnologia di scansione client-side è “un po’ come se l’Ufficio Postale venisse a leggere tutte le vostre lettere nel vostro soggiorno prima che le mettiate nella busta”.
La proposta prevede che tutti i servizi di messaggistica operanti in Europa debbano scansionare le comunicazioni degli utenti, anche se crittografate end-to-end. Questo includerebbe WhatsApp, Signal, Telegram, ProtonMail e qualsiasi altra piattaforma che offra messaggistica sicura. Non servirebbero mandati giudiziari né sospetti fondati: la scansione avverrebbe sempre e automaticamente.
Il gioco delle alleanze: chi sta con chi
La mappa politica si è ribaltata negli ultimi mesi. Secondo i dati riportati da Cointelegraph, la Francia, che fino a poco tempo fa si opponeva fermamente alla proposta, ha cambiato posizione e ora la sostiene. Insieme a Danimarca, Belgio, Ungheria, Svezia, Italia e Spagna, i paesi favorevoli hanno raggiunto quota 19 su 27. Un numero pericolosamente vicino alla maggioranza qualificata richiesta dal Consiglio UE.
La Germania, però, rimane indecisa. E questa indecisione potrebbe decidere il destino della privacy digitale europea. Il paradosso è stridente: il paese che ha vissuto sulla propria pelle gli orrori della sorveglianza di massa sotto il nazismo e la Stasi, ora deve decidere se autorizzare un sistema che potrebbe superarli entrambi per pervasività e scala globale.
La realtà è che questo sistema di sorveglianza di massa comporterebbe il controllo completamente automatizzato in tempo reale di messaggistica e chat, e la fine della privacy della corrispondenza digitale.

Sorveglianza di massa: cosa significa in pratica
Per capire davvero cosa implica questa proposta, bisogna immaginare uno scenario concreto. Ogni volta che inviate una foto ai vostri figli, un algoritmo la analizzerà per verificare che non contenga materiale inappropriato. Ogni volta che scrivete un messaggio d’amore al vostro partner, un sistema automatico lo leggerà prima di permettervi di inviarlo. Meredith Whittaker, presidente di Signal, ha avvertito che qualsiasi sistema di questo tipo crea “una vulnerabilità che può essere sfruttata da hacker e stati ostili”.
Il problema non è solo tecnico, ma profondamente umano. Gli algoritmi hanno tassi di errore elevati: in Svizzera, sistemi simili hanno registrato fino all’80% di falsi positivi. Questo significa che migliaia di persone innocenti potrebbero finire sotto indagine per contenuti erroneamente classificati come sospetti. Le vostre foto private potrebbero essere viste da personale di aziende internazionali e autorità di polizia, anche se non avete fatto nulla di sbagliato.
La proposta include anche la verifica obbligatoria dell’età, che di fatto eliminerebbe l’anonimato dalle piattaforme di messaggistica. Dovrete dimostrare chi siete ogni volta che volete inviare un messaggio, trasformando la comunicazione privata in un’attività tracciabile e controllabile.
Ottobre 2025: il voto che cambierà tutto
Il 14 ottobre 2025 potrebbe diventare una data storica per la privacy digitale europea. Secondo TechRadar, la presidenza danese del Consiglio UE ha messo la proposta in cima alle priorità legislative. Se dovesse passare, entrerebbe in vigore entro la fine del 2025 o all’inizio del 2026.
Ma la battaglia non è persa. Edward Snowden ha definito la proposta “una sorveglianza di massa terrificante”, e molte organizzazioni per i diritti digitali stanno mobilitando i cittadini. Signal e altre piattaforme hanno minacciato di lasciare il mercato europeo piuttosto che compromettere la sicurezza dei loro utenti. Come riporta Al Jazeera, al momento solo Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria e Polonia mantengono una posizione chiaramente contraria.
La sorveglianza di massa non è un film
Il voto di ottobre non sarà solo una decisione tecnica, ma una scelta di civiltà. Da una parte c’è l’urgente necessità di proteggere i bambini dall’abuso online. Dall’altra c’è il rischio di costruire un’infrastruttura di controllo che potrebbe essere usata per qualsiasi scopo, dal monitoraggio del dissenso politico alla censura delle opinioni scomode. E una volta costruito, un sistema di sorveglianza di massa non si può semplicemente spegnere.
Quello che succederà a ottobre non riguarda solo gli europei. Se l’UE dovesse approvare Chat Control, come abbiamo già visto con altri sistemi di sorveglianza, altri paesi potrebbero seguire l’esempio. La decisione europea potrebbe aprire la strada a un mondo dove la privacy digitale diventa un ricordo del passato.
La domanda che dovremmo farci non è se riusciremo a fermare Chat Control, ma se saremo ancora in tempo per farlo. Il 14 ottobre 2025 non è solo una data sul calendario: è il momento in cui scopriremo se siamo disposti a rinunciare alla nostra libertà digitale in nome della sicurezza. E una volta persa, recuperarla potrebbe essere impossibile.