Il dottor Sherif Elsharkawy solleva tra le dita un ciuffo di lana bianca. E quello che sembra l’ingrediente per un maglione potrebbe salvare i vostri denti. Nel suo laboratorio questo materiale apparentemente innocuo si trasforma in qualcosa che nessun dentifricio è mai riuscito a fare: riparare davvero lo smalto danneggiato. La cheratina, la stessa proteina dei vostri capelli, sta per cambiare per sempre il modo in cui pensiamo all’igiene orale. E tutto è iniziato con una domanda semplice: perché buttare via una cosa che potrebbe guarirci?
Dentifricio alla cheratina, una bel colpo per l’odontoiatria
La ricerca pubblicata dal King’s College London ha dimostrato che la cheratina estratta dai capelli può fare l’impossibile: non solo proteggere i denti, ma ricostruire letteralmente lo smalto perduto. Quando questa proteina entra a contatto con i minerali presenti nella saliva, forma una struttura cristallina che imita perfettamente la composizione dello smalto naturale. Sara Gamea, ricercatrice principale dello studio, spiega che si tratta di un processo completamente diverso da quello dei dentifrici tradizionali.
Il meccanismo è affascinante: la cheratina agisce come un’impalcatura molecolare che attrae ioni di calcio e fosfato dalla saliva, costruendo strato dopo strato una barriera protettiva identica allo smalto originale. A differenza del fluoro, che si limita a rallentare l’erosione, questo processo inverte completamente il danno già fatto. I test di laboratorio hanno mostrato risultati in sole 48 ore, con la formazione di uno strato protettivo spesso 3 micrometri.
La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Advanced Healthcare Materials, che vanta un impact factor di 9.6 nel settore dei biomateriali. Gli scienziati hanno utilizzato lana di pecora per i loro esperimenti, ma la stessa proteina è abbondante nei capelli umani, aprendo scenari inediti per il riutilizzo di materiali biologici considerati scarti.

Come funziona il dentifricio alla cheratina dei capelli
Lo smalto dentale è la sostanza più dura del corpo umano, ma ha un limite fatale: una volta danneggiato, non si rigenera mai. Come sottolinea Elsharkawy:
“Diversamente dalle ossa e dai capelli, lo smalto non si rigenera. Una volta andato, è andato per sempre”.
Questa caratteristica rende la scoperta ancora più importante, perché rappresenta la prima vera alternativa alla perdita irreversibile del tessuto dentale.
Il processo di mineralizzazione della cheratina avviene in tre fasi: adesione alla superficie dentale, nucleazione dei cristalli di idrossiapatite e crescita dello strato protettivo. Questo meccanismo naturale non richiede sostanze chimiche aggressive e utilizza solo i minerali già presenti nella nostra saliva.
La texture del nuovo dentifricio alla cheratina sarà simile a quella tradizionale per l’uso quotidiano, mentre una versione in gel potrà essere applicata dal dentista come uno smalto per unghie, per trattamenti mirati. La differenza principale sta nella capacità di sigillare i canali nervosi esposti, eliminando la sensibilità dentale che affligge milioni di persone. A differenza delle resine sintetiche usate nelle otturazioni, la cheratina si integra perfettamente con il dente e può essere colorata per adattarsi alla tonalità naturale.
Gli scienziati hanno testato il materiale su denti umani immersi in soluzioni che riproducevano l’ambiente acido della bocca. I risultati pubblicati su Medical Xpress mostrano che la cheratina non solo resiste all’attacco degli acidi, ma continua a crescere e rinforzarsi nel tempo.
Fa bene ai denti, e pure all’ambiente
Oltre ai benefici clinici, il dentifricio alla cheratina è una vera innovazione ambientale. Ogni anno milioni di tonnellate di capelli finiscono nei rifiuti dei parrucchieri di tutto il mondo. Questa scoperta trasforma un materiale di scarto in una risorsa preziosa per la medicina rigenerativa. La dottoressa Gamea evidenzia come si tratti di un perfetto esempio di economia circolare applicata alla salute.
La cheratina offre un’alternativa trasformativa ai trattamenti dentali attuali. Non solo proviene da materiali biologici di scarto come capelli e pelle, ma elimina anche la necessità delle resine plastiche tradizionali, comunemente usate nell’odontoiatria restaurativa, che sono tossiche e meno durevoli.
Il contrasto con i materiali tradizionali è netto: le otturazioni in materiale composito hanno una durata media di 15 anni e devono essere sostituite periodicamente, la cheratina si integra biologicamente con il dente formando un legame permanente. Questo significa meno interventi invasivi e una riduzione drastica dei rifiuti (e degli interventi) odontoiatrici. Come riporta BBC Science Focus, il trattamento potrebbe essere disponibile al pubblico entro due o tre anni.
La sostenibilità del processo produttivo rappresenta un ulteriore vantaggio. L’estrazione della cheratina richiede processi a basso impatto energetico e non produce sostanze tossiche, a differenza della sintesi delle resine plastiche attualmente utilizzate. Ogni taglio di capelli potrebbe letteralmente contribuire alla salute dentale di qualcun altro.
Prospettive future: verso la commercializzazione
Il team di ricerca sta già esplorando partnership industriali per portare il dentifricio alla cheratina sul mercato. Le prime applicazioni potrebbero riguardare trattamenti specialistici per pazienti con gravi problemi di erosione dentale, per poi estendersi all’uso quotidiano. Elsharkawy è ottimista sui tempi:
“Stiamo entrando in un’era entusiasmante in cui la biotecnologia ci permette non solo di trattare i sintomi, ma di ripristinare la funzione biologica usando gli stessi materiali del corpo”.
La ricerca si inserisce in un filone più ampio di innovazioni nella medicina dentale rigenerativa. Come vi raccontavo in questo articolo, altri team hanno sviluppato gel al fosfato per la rigenerazione dello smalto, ma la cheratina offre vantaggi unici in termini di biocompatibilità e sostenibilità.
In sintesi, i vantaggi del dentifricio alla cheratina: riparazione completa dello smalto, eliminazione della sensibilità, origine sostenibile da materiali di scarto, biocompatibilità totale, integrazione naturale con il dente, resistenza superiore agli acidi.
Le implicazioni economiche sono significative: il mercato globale dell’odontoiatria restaurativa vale oltre 20 miliardi di dollari annui. Un dentifricio che può prevenire la necessità di otturazioni e sostituzioni dentali potrebbe trasformare radicalmente questo settore, riducendo costi sanitari e migliorando la qualità della vita di milioni di persone.
Il futuro dell’igiene orale potrebbe davvero nascere dal parrucchiere. Quando il prossimo taglio di capelli vi sembrerà uno spreco, ricordatevi che un giorno quei ricci sul pavimento potrebbero salvare il vostro sorriso.