Settembre 2024. Una sala conferenze a Las Vegas, microfoni aperti, analisti finanziari che prendono appunti. Larry Ellison parla del futuro come se stesse descrivendo il meteo. “I cittadini si comporteranno bene”, dice, “perché registriamo e riportiamo tutto quello che succede”. Nessuno ride. Nessuno si alza. È il fondatore di Oracle, ha 80 anni e un patrimonio che oscilla di 100 miliardi al giorno. Sta spiegando come l’intelligenza artificiale monitorerà poliziotti e comuni cittadini in tempo reale. Un anno dopo, quell’uomo controlla TikTok negli Stati Uniti, una fetta enorme di CBS e CNN, e sta costruendo datacenter per addestrare sistemi di sorveglianza. Come ci siamo arrivati? Lentamente. Poi all’improvviso.
Mentre Elon Musk catalizza quotidianamente l’attenzione con tweet provocatori e dichiarazioni controverse, Larry Ellison costruisce silenziosamente qualcosa di molto più pervasivo. Un impero che non si limita a possedere piattaforme social o testate giornalistiche, ma che intreccia controllo dei dati, infrastrutture di intelligenza artificiale e accesso diretto a centinaia di milioni di persone. E lo fa senza scatenare proteste, boicottaggi o indignazione pubblica. Forse perché, a differenza di Musk, Ellison non cerca i riflettori. Preferisce operare nell’ombra, dove il potere reale si costruisce lontano dalle telecamere.
TikTok America? Ora è anche suo
A settembre 2025, il presidente Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo che approva la cessione dell’80% delle operazioni statunitensi di TikTok a un consorzio di investitori americani. Oracle, l’azienda di cui Ellison è cofondatore e presidente, guida il pacchetto. Insieme a Silver Lake e al fondo MGX di Abu Dhabi, controlla circa il 45% della nuova entità. ByteDance, la società madre cinese, mantiene meno del 20%. Il resto è nelle mani di investitori già presenti in ByteDance e nuovi entranti.
Ma il controllo non si ferma alla proprietà. Oracle supervisionerà direttamente l’algoritmo di TikTok, ricostruendolo da zero su infrastrutture cloud proprietarie. Tradotto? Ellison avrà accesso ai dati di 170 milioni di utenti americani e controllerà il meccanismo che decide cosa vedono ogni giorno. Non solo: Oracle gestirà anche la sicurezza della piattaforma, certificando che “non ci siano manipolazioni improprie”. Improprie per chi? E chi verifica Oracle? Nessuno, apparentemente. E i paladini della libertà di parola? Muti. All’orizzonte ancora nessuna crociata di VIP e attori che mollino platealmente la piattaforma, come successo per X.
Il vicepresidente JD Vance ha dichiarato che “l’algoritmo sarà sotto il controllo di investitori americani”. Tecnicamente vero. Ma quando quegli investitori includono Oracle e Larry Ellison, che ha apertamente parlato di sorveglianza di massa alimentata dall’AI, la rassicurazione suona meno convincente.
Paramount, CBS, CNN: l’impero dei media prende forma
Se TikTok è il social network, il resto dell’impero riguarda i media tradizionali. E qui entra in scena David, figlio di Larry Ellison, che ad agosto 2025 ha completato la fusione da 8,4 miliardi di dollari tra Skydance Media e Paramount Global. David è ufficialmente CEO, ma è il padre a controllare il 77,5% di National Amusements, la holding che possiede tutto. In pratica: Larry Ellison è il proprietario effettivo di CBS, Paramount Pictures, Comedy Central, MTV, Nickelodeon, BET e Paramount+.
L’audience combinata di CBS e CNN supera quella di ABC, NBC e MSNBC messe insieme. CBS News da sola raggiunge 1,4 milioni di spettatori. Se si aggiunge CNN (1,8 milioni), il conglomerato Ellison è di fatto il più influente broadcaster di notizie negli Stati Uniti. E non è ancora finita: secondo fonti di settore, Paramount Skydance è in trattative avanzate per acquisire Warner Bros. Discovery, che include HBO Max, CNN e gli studi DC Comics.

Se l’operazione andasse in porto, Larry Ellison controllerebbe servizi di streaming con oltre 200 milioni di abbonati combinati, due grandi studi cinematografici, decine di canali televisivi e due delle principali reti di informazione americane. Non è consolidamento. È monopolio camuffato da investimento strategico.
La visione distopica di Larry Ellison: “I cittadini si comporteranno bene”
Non è quanto Ellison possiede. È cosa vuole farci. Scusate se ci torno su, ma penso sia necessario: durante il meeting finanziario di Oracle del settembre 2024, Ellison ha descritto la sua visione del futuro: telecamere ovunque (bodycam della polizia, dashcam delle auto, videocamere di sicurezza, campanelli intelligenti) che trasmettono dati in tempo reale ai datacenter Oracle, dove sistemi di intelligenza artificiale analizzano tutto continuamente.
“Avremo supervisione”, ha spiegato Ellison. “Ogni agente di polizia sarà supervisionato in ogni momento, e se c’è un problema, l’AI lo segnalerà alla persona appropriata. I cittadini si comporteranno bene perché registriamo e riportiamo costantemente tutto quello che succede“.
Non è una boutade. Oracle sta già sviluppando bodycam da 70 dollari (contro i 7.000 dollari dei modelli tradizionali) che si connettono agli smartphone degli agenti e trasmettono video continuamente ai server aziendali. Anche quando l’agente chiede “privacy per andare in bagno”, la registrazione continua. Serve un’ordinanza del tribunale per accedervi, ma il flusso non si interrompe mai.
Il problema non è solo tecnico o etico. È che Ellison vede questa sorveglianza totale come un’opportunità di business. Oracle vuole essere l’infrastruttura che alimenta il panopticon digitale. E ora che controlla anche i canali attraverso cui le persone ricevono informazioni, può normalizzare questa visione, renderla accettabile, persino desiderabile. Scommettiamo che Musk vi sembra già meno pericoloso?
Scenari possibili: cosa succede se nessuno lo ferma
Immaginiamo per un momento che le acquisizioni continuino. Che Warner Bros. Discovery entri davvero nell’orbita Ellison. Che Oracle espanda ulteriormente i contratti con governi e forze dell’ordine. Che i datacenter AI continuino a crescere (Ellison ha recentemente annunciato investimenti per 500 miliardi in infrastrutture tramite Project Stargate). Cosa potrebbe succedere?
Scenario 1: L’ecosistema chiuso. TikTok, CBS News, CNN, Paramount+ e HBO Max condividono infrastrutture tecniche. Gli algoritmi di raccomandazione vengono “armonizzati”. I contenuti che promuovono una certa narrativa ottengono priorità perché “performano meglio”. Non è censura. È ottimizzazione. E nessuno può provare il contrario perché l’algoritmo è proprietario.
Scenario 2: La sorveglianza come servizio. Oracle vende a governi locali pacchetti completi di monitoraggio urbano: telecamere, AI per riconoscimento facciale, analisi comportamentale predittiva. Le città accettano perché promette “maggiore sicurezza” e “riduzione della criminalità”. Nel giro di cinque anni, il 40% della popolazione americana vive sotto questa rete. I dati confluiscono tutti nei datacenter Oracle. Ellison conosce i movimenti di decine di milioni di persone in tempo reale.
Scenario 3: L’integrazione verticale totale. Ellison non si limita a possedere media e infrastrutture. Inizia a integrare verticalmente anche la creazione di contenuti. Paramount e Skydance producono film e serie che normalizzano la sorveglianza come “protezione”. CBS News trasmette reportage su “come l’AI ha salvato vite” grazie al monitoraggio costante. TikTok promuove creator che celebrano la trasparenza totale. La popolazione si abitua. Accetta. Chiede più sicurezza, anche al costo della privacy.
A differenza di Musk, che scatena reazioni immediate ogni volta che parla, Ellison beneficia di un profilo basso. Pochi sanno chi è. Ancora meno capiscono cosa controlla. E quando qualcuno solleva dubbi, non c’è un movimento di massa che boicotta Oracle o disinstalla TikTok. Il potere silenzioso è molto più pericoloso di quello rumoroso.

Perché nessuno si preoccupa (davvero) di Larry Ellison
La risposta è semplice: Ellison non è antipatico. Non pubblica meme, non insulta giornalisti, non licenzia migliaia di dipendenti in diretta Twitter. Opera attraverso transazioni finanziarie complesse, fusioni aziendali e partnership strategiche. Come ha osservato l’analista Dan Rather, “dobbiamo preoccuparci della consolidazione di enormi miliardari che ottengono il controllo di quasi tutti i principali mezzi di informazione”. Ma la preoccupazione non si traduce in azione.
Musk attira l’odio perché è visibile, provocatorio, divisivo. Ellison passa inosservato perché veste da businessman tradizionale, parla come un CEO, usa il linguaggio asettico della tecnologia e dell’efficienza. Quando dice “supervisione costante”, sembra che stia parlando di quality control, non di distopia orwelliana. E questo lo rende, ribadisco, infinitamente più pericoloso.
Il patrimonio di Ellison oscilla di 100 miliardi al giorno. Può permettersi di sbagliare, di imparare sul campo, di comprare errori altrui e correggerli. Come abbiamo discusso in precedenti analisi su Big Tech, quando il denaro non è più un limite, le regole del gioco cambiano completamente. E Ellison sta giocando una partita che nessun altro può permettersi.
Cosa possiamo fare (se qualcosa si può fare)
Le opzioni sono limitate. Le leggi antitrust americane sono state progettate per un’epoca in cui il potere si misurava in quote di mercato di prodotti tangibili. Ma come si misura il potere di chi controlla algoritmi, dati e narrativa simultaneamente? Come si impone un limite a chi può comprare qualsiasi competitor prima che diventi una minaccia?
Servirebbe un intervento legislativo che ridefinisce cosa costituisce monopolio nell’era digitale. Servirebbero regolatori che comprendono come infrastrutture tecniche, proprietà mediatica e sistemi di sorveglianza si intrecciano per creare forme di potere senza precedenti. Servirebbe, soprattutto, che le persone iniziassero a preoccuparsi di Larry Ellison più di quanto si preoccupino di Elon Musk.
Ma finché Ellison resterà nell’ombra, costruendo il suo impero pezzo dopo pezzo senza attirare riflettori ostili, è difficile immaginare una reazione. Forse quando sarà troppo tardi, quando controllerà non solo cosa vediamo ma anche come ci comportiamo, qualcuno si accorgerà che avremmo dovuto prestare attenzione molto prima.
Perchè il problema con il potere silenzioso è che quando lo noti, di solito ha già vinto.