Un piccolo tubo di crema, tre volte a settimana per tre mesi. Nient’altro. Eppure nei laboratori australiani stanno succedendo cose che fino a poco tempo fa sembravano impossibili: cicatrici considerate permanenti che tornano a sembrare pelle normale.
La crema SNT-6302, sviluppata da Syntara, ha ridotto del 66% l’attività degli enzimi responsabili della formazione del tessuto cicatriziale. Un po’ come convincere la pelle a dimenticare le sue ferite più vecchie.
Come funziona la crema che cancella le cicatrici
I ricercatori del Fiona Stanley Hospital e dell’Università dell’Australia Occidentale hanno pubblicato su Science Translational Medicine uno studio che ribalta ciò che sapevamo sulle cicatrici cosiddette “permanenti”. SNT-6302 non si limita a idratare o ammorbidire la superficie: agisce direttamente sulle enzimi lisil ossidasi, quelle piccole macchine molecolari che creano i “legami incrociati” tra le fibre di collagene. Questi legami sono esattamente ciò che rende una cicatrice rigida e permanente.
La crema funziona per inibizione enzimatica. Le lisil ossidasi lavorano come piccoli operai che saldano insieme le fibre di collagene, creando una struttura rigida che chiamiamo cicatrice. Bloccando questo processo, la crema permette al tessuto di riacquistare elasticità e di rimodellare la propria architettura interna. Non è magia: è biochimica.
Il trial clinico di fase I ha coinvolto 50 volontari con cicatrici mature (stabilizzate da almeno un anno). Otto partecipanti hanno ricevuto apertamente SNT-6302, mentre i restanti sono stati suddivisi casualmente tra trattamento e placebo. I risultati parlano chiaro: riduzione del 66% dell’attività delle lisil ossidasi, diminuzione della produzione di collagene e aumento della densità dei microvasi sanguigni nelle aree trattate.
Perché le cicatrici sono così testarde
Una cicatrice non è solo pelle “rovinata”. È un tessuto completamente diverso, con una struttura molecolare che assomiglia più a una rete metallica che alla normale architettura cutanea. Le fibre di collagene si dispongono in modo parallelo e compatto, invece della classica struttura a canestro della pelle sana. Questo spiega perché le cicatrici sono più rigide, meno elastiche e spesso di colore diverso.
Le cicatrici mature, quelle che esistono da più di un anno, sono considerate irreversibili proprio per questa struttura molecolare consolidata. SNT-6302 dimostra invece che anche il tessuto “vecchio” può essere riprogrammato.
In Australia si lavora da tempo a soluzioni contro le cicatrici, ma queato è il primo che mostra tante possibilità applicative. 4 anni fa l’università del Queensland ha provato un approccio basato sulla tecnologia mRNA, ma l’applicazione sugli umani si è rivelata più complicata del previsto.

I tempi per arrivare in farmacia
La strada dalla ricerca al prodotto commerciale è sempre complessa: so che arriveranno in redazione le solite, legittime domande sulla tempistica. Vediamo un po’: SNT-6302 ha completato con successo la fase I del percorso clinico, quella che valuta principalmente la sicurezza. I prossimi passi seguono un protocollo rigoroso e prevedibile.
La fase II inizierà presumibilmente alla fine del 2025 e durerà 12-18 mesi. Coinvolgerà centinaia di pazienti e si concentrerà sull’efficacia, determinando il dosaggio ottimale e l’applicazione più efficace. Se i risultati saranno positivi, seguirà la fase III nel 2026-2027, con migliaia di partecipanti per confermare l’efficacia su larga scala e identificare eventuali effetti collaterali rari.
Syntara ha già annunciato lo sviluppo di SNT-9465, una versione ottimizzata del farmaco per uso quotidiano. La fase I inizierà nel secondo trimestre del 2025, con risultati attesi nella prima metà del 2026. Questo indica un approccio sistematico verso la commercializzazione.
Quando potremo comprarla?
Considerando i tempi standard di approvazione regolatoria, SNT-6302 potrebbe arrivare sul mercato tra il 2028 e il 2030. Questo calcolo tiene conto della necessità di completare tutte le fasi cliniche, ottenere l’approvazione da FDA ed EMA (l’agenzia europea), e avviare la produzione su scala industriale.
La tempistica potrebbe accelerare se SNT-6302 ottenesse la designazione di “farmaco innovativo” o “fast track” dalle agenzie regolatorie. Questo status, riservato a trattamenti per condizioni non adeguatamente soddisfatte dalle terapie esistenti, può ridurre i tempi di approvazione di 12-18 mesi.
Il CEO di Syntara, Gary Phillips, ha dichiarato: “La conoscenza acquisita dal nostro composto topico esistente, insieme alla nostra capacità di scoperta di farmaci interna, ha permesso il rapido perfezionamento di questo programma”. Tradotto: stanno accelerando.
C’è però un dettaglio che potrebbe cambiare tutto. La crema ha mostrato risultati evidenti già in tre mesi di applicazione, con effetti collaterali limitati a reazioni cutanee locali lievi. Questo profilo di sicurezza favorevole potrebbe convincere le autorità regolatorie ad abbreviare alcune fasi del processo.
Per ora, SNT-6302 rimane confinata nei laboratori di ricerca. Ma ogni cicatrice che guardiamo allo specchio potrebbe aver trovato il suo antidoto. Bisogna solo aspettare che la burocrazia scientifica faccia il suo corso. Quattro anni sembrano tanti, certo: ma per chi convive con cicatrici considerate permanenti da decenni, potrebbero essere i quattro anni più importanti.