Quanto vale un contenuto web che nessuno legge? È la domanda che ossessiona creator, blogger e giornalisti nel 2025. L’intelligenza artificiale non si limita più a supportare la creazione di contenuti web: li sta sostituendo completamente. ChatGPT risponde alle domande senza far cliccare sui link. Google AI riassume articoli senza mandarti sul sito originale. Facebook è invaso da immagini generate automaticamente che raccolgono milioni di like. Il risultato? I contenuti web umani diventano sempre più irrilevanti in un ecosistema dominato da algoritmi che producono, distribuiscono e consumano informazioni senza intervento umano.
Contenuti web: i numeri di una trasformazione inarrestabile
I dati non mentono mai, soprattutto quando raccontano un passaggio epocale. Lo studio Pew Research su oltre 68.000 ricerche Google ha confermato quello che molti creator temevano: solo l’1% degli utenti clicca sui link presenti nelle risposte AI. Ancora più drammatico il fatto che gli utenti che incontrano un riassunto AI cliccano su un risultato tradizionale solo nell’8% dei casi, contro il 15% di chi vede solo risultati standard.
Ve l’avevo anche detto un anno prima, nel 2022: la trasformazione dei contenuti web era già visibile ovunque nel 2023, quando il 49.6% del traffico internet mondiale era già generato da bot, con solo il 50.4% proveniente da esseri umani reali. Ed era solo l’inizio. Hour One prevede che nei prossimi 5-7 anni, il 90% dei contenuti (anche quelli video) sarà sintetico, generato utilizzando computer anziché telecamere.
Le piattaforme stanno accelerando il processo: aziende come InVideo e AutoShorts permettono di creare contenuti YouTube completi in pochi minuti. Questi strumenti guidati dall’AI stanno permettendo di produrre e monetizzare video su scala senza precedenti, inondando la piattaforma con contenuti generati dall’AI che competono direttamente con i content creator umani, surclassandoli in diversi casi.
Il collasso dell’economia dei contenuti web tradizionali
Chi lavora nel settore dei contenuti web lo sa bene: le regole del gioco sono cambiate. I content creator indipendenti lamentano di dover lavorare il doppio per ottenere i numeri che due anni fa arrivavano facilmente. Non è una crisi passeggera, è una ristrutturazione permanente.
L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui le persone navigano su internet: oggi gli utenti non fanno più domande ai motori di ricerca, ma ai chatbot, e ricevono risposte all’istante piuttosto che link su cui cliccare. Il risultato? Chi produce contenuti, dalle testate giornalistiche ai forum online fino a siti come Wikipedia, sta registrando un forte calo nel traffico degli utenti.
La situazione è particolarmente grave per i siti più piccoli. La maggior parte delle centinaia di milioni di siti su internet non ha le risorse né per corteggiare né per denunciare i giganti della tecnologia. Anche se i loro contenuti nell’insieme sono essenziali per le aziende di AI, ogni singolo sito è sacrificabile.

Contenuti web personalizzati: quando l’AI conosce i tuoi gusti meglio di te
L’intelligenza artificiale non si limita a creare contenuti web generici. L’AI non aiuta solo a produrre contenuti in meno tempo, ma lo fa in modo più intelligente, personalizzando i messaggi in base al pubblico, al canale, al tono di voce di ciascun brand. Questo significa che ogni utente riceve contenuti web tagliati su misura, creati istantaneamente da algoritmi che conoscono le sue preferenze meglio di qualsiasi content creator umano.
Attraverso algoritmi avanzati, l’IA offre la possibilità di raccogliere e analizzare dati in tempo reale, ottimizzando contenuti e layout in base ai comportamenti degli utenti. Un meccanismo che rende i contenuti web tradizionali, statici e uguali per tutti, obsoleti per definizione. È la fine del web umano, allora, come scrive qualcuno? No, non può, non deve essere. Non sia mai, detto con una punta di dialetto napoletano.
La via di fuga: contenuti web che l’AI non può replicare
Ma esiste una strategia di sopravvivenza? La risposta è sì, ma richiede un cambio di paradigma radicale. I contenuti web che resistono all’automazione hanno alcune caratteristiche precise che li rendono insostituibili.
Prima regola: l’esperienza personale autentica. L’AI può analizzare milioni di articoli su come cucinare la pasta, ma non può raccontare l’emozione di tua nonna che ti insegna il sugo di famiglia. I contenuti web che partono da esperienze vissute, errori commessi, lezioni apprese sulla propria pelle hanno un valore che nessun algoritmo può replicare.
Seconda regola: la ricerca sul campo originale. Gli algoritmi AI premiano contenuti che aggiungono valore contestuale oltre le mere informazioni di base, penalizzando i duplicati e i testi superficiali. Significa che i contenuti web basati su ricerche originali, interviste esclusive, dati raccolti personalmente mantengono un vantaggio competitivo.
Strategia ibrida vincente: usa l’AI come assistente, non come sostituto. L’intelligenza artificiale eccelle nella ricerca, nell’organizzazione delle idee, nella correzione di bozze. Ma la visione, l’angolazione unica, il punto di vista personale restano umani. Il futuro della comunicazione è fatto di collaborazione tra mente umana e intelligenza artificiale.
L’ecosistema che sopravvive
I contenuti web che resistono all’automazione hanno sviluppato alcune caratteristiche comuni. Primo, sono impossibili da scalare: tutorial personalizzati, consulenze one-to-one, live stream interattivi. Secondo, creano comunità: non solo informano, ma aggregano persone intorno a passioni condivise. Terzo, si evolvono in tempo reale: newsletter che commentano eventi del giorno, analisi che si aggiornano con nuovi dati, contenuti web che rispondono ai feedback della community. L’AI è veloce, ma non è ancora reattiva come un umano che vive gli eventi in prima persona.
La chiave è il posizionamento: invece di competere con l’AI sulla quantità, punta sulla specificità. Diventa l’esperto di nicchia, la voce autorevole di un argomento particolare. Wikipedia, YouTube e Reddit sono i siti più citati nelle risposte AI proprio perché hanno costruito autorità in settori specifici.
La fine di un’era, l’inizio di un’altra
La verità è semplice: stiamo assistendo alla fine dei contenuti web di massa prodotti da umani. È inutile piangere sul latte versato. La domanda giusta è: cosa costruiamo dopo?
I contenuti web del futuro saranno più personali, più specializzati, più connessi alla vita reale di chi li crea. Saranno il risultato di una collaborazione intelligente tra creatività umana e potenza computazionale dell’AI. Chi riuscirà a trovare questo equilibrio avrà non solo un futuro, ma un vantaggio competitivo enorme.
L’automazione dei contenuti web non è il nemico: è semplicemente la nuova realtà. E come ogni realtà, riserva opportunità per chi è abbastanza sveglio da coglierle. Quanto è vero che mi sono appena versato del caffè accanto alla tastiera, se avete capito cosa intendo. Giuro.