Le vendite di Tesla sono crollate in Europa nei primi mesi del 2025, ma Elon Musk non sembra preoccupato. Il motivo? Il futuro di Tesla non dipende più dalle auto elettriche.
Il nuovo Master Plan Part IV dell’azienda americana rivela la strategia: trasformare Tesla da costruttore di veicoli a leader della robotica intelligente. I robot Optimus rappresenteranno la stragrande maggioranza del valore aziendale, mentre le auto diventeranno un business secondario. Un ribaltamento di prospettiva che spalanca una finestra davvero interessante sul prossimo futuro di tecnologia e mobilità: ho provato a guardare da più vicino, per condividere con voi le mie conclusioni.
Master Plan Part IV: nel futuro di Tesla la fine dell’era automobilistica
Il documento pubblicato da Tesla a settembre 2025 segna una svolta epocale. Eppure, come spesso accade in questi casi, la cosa è passata un po’ in sordina. Sarà perché il tycoon lo ha diffuso sul suo social X? Io comunque l’ho letto, e posso dire che questo Master Plan Part IV non menziona nemmeno lo sviluppo di nuove auto elettriche.
Niente Model 2 economica, niente ampliamento della gamma. Anche secondo quanto riportato da Quattroruote, il piano si concentra esclusivamente su intelligenza artificiale e robotica umanoide.
La differenza con i precedenti Master Plan è stridente. I primi documenti del 2006 e 2016 erano roadmap precise con obiettivi misurabili: sviluppare auto sportive elettriche, poi modelli accessibili, infine energie rinnovabili. Il quarto capitolo invece diventa decisamente più “ideologico”, ricco com’è di proclami su “abbondanza sostenibile” e “prosperità globale”.
Musk ha dichiarato esplicitamente che l’80% del valore futuro di Tesla deriverà dai robot Optimus, non dalle auto elettriche. Una previsione che ridimensiona drasticamente il ruolo dell’automotive nell’azienda che ha elettrificato il settore.

Il crollo delle vendite auto: segnale o conseguenza?
Secondo i dati ACEA, Tesla ha registrato un calo del 49% delle vendite in Europa nei primi due mesi del 2025, toccando appena 19.046 unità. Anche se ad oggi questo calo è di circa il 33%, la quota di mercato è comunque precipitata allo 0,8%, il livello più basso degli ultimi cinque anni.
Il fenomeno, badate bene, non riguarda solo l’Europa. Negli Stati Uniti, in California (il più grande mercato elettrico americano), Tesla ha visto calare le immatricolazioni dell’11,6% nel 2024, perdendo quasi 27.000 veicoli mentre il mercato elettrico complessivo cresceva dell’1,2%. Un paradosso che racconta una storia precisa: Tesla si sta deliberatamente allontanando dal business automobilistico.
Le ragioni sono molteplici. L’esposizione politica di Musk, il suo supporto a Donald Trump e le interferenze nella politica europea hanno alienato molti clienti. Ma c’è anche da dire che Tesla non ha lanciato un’auto completamente nuova da cinque anni, se si esclude il raccapricciante Cybertruck.

Robot Optimus: nel futuro di Tesla una nuova ossessione
Se le vendite di auto crollano, Tesla investe massicciamente nella robotica umanoide. I robot Optimus, presentati nel 2021, rappresentano il futuro secondo la visione di Musk. Come riportavamo già un po’ di tempo fa, l’azienda promette la produzione di massa già da novembre 2025, con l’obiettivo di un milione di unità annue entro cinque anni.
La tecnologia dietro Optimus utilizza lo stesso approccio dell’FSD (Full Self Driving): reti neurali addestrate su enormi quantità di dati video. Il robot “impara” guardando filmati di esseri umani che eseguono compiti specifici, proprio come le auto Tesla imparano a guidare osservando milioni di miglia percorse.
Le applicazioni sono ambiziose: dalla gestione della casa ai lavori industriali pericolosi. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha definito questa “AI fisica” come l’ultima evoluzione dell’intelligenza artificiale, in cui i sistemi non si limitano a elaborare informazioni ma interagiscono fisicamente con il mondo. Noi, seguendo un’altra vulgata, parliamo più volentieri di embodiment. Alla fine è la stessa cosa.

Una ricerca di Morgan Stanley prevede che il mercato dei robot umanoidi raggiungerà i 5.000 miliardi di dollari entro il 2050, con potenzialmente 1 miliardo di robot in circolazione. Tesla vuole conquistare questa frontiera prima dei concorrenti, come all’epoca ha fatto con le auto.
La concorrenza mette pressione: il caso BYD
Mentre Tesla insegue i robot, i concorrenti conquistano il mercato auto elettriche. La cinese BYD ha venduto 1.764.992 veicoli elettrici nel 2024, avvicinandosi pericolosamente ai 1.789.226 di Tesla. Il divario è di appena 24.000 unità e si sta riducendo rapidamente.
Il ritmo di crescita è un indizio piuttosto eloquente: Tesla ha registrato un calo dell’1,07% nel 2024, mentre BYD è cresciuta del 12,08%. Nel quarto trimestre 2024, i cinesi hanno già superato Tesla con 595.413 unità contro 495.570. Il sorpasso definitivo sembra questione di mesi, non anni.
In Europa, i marchi cinesi hanno già superato Tesla nelle vendite di auto elettriche: 19.800 unità contro 15.700 a febbraio 2025. Aziende come BYD offrono veicoli elettrici attorno ai 35.000 dollari, prezzi che Tesla fatica a eguagliare senza sacrificare i margini.

Robotaxi e Robovan: ponte tra auto e robot
L’unico collegamento rimasto tra l’automotive tradizionale e la visione robotica di Tesla è il progetto Robotaxi. Il servizio di trasporto autonomo, già attivo in Austin e San Francisco, rappresenta l’evoluzione naturale dell’auto verso il robot mobile.
Secondo i calcoli di Musk, un’auto tradizionale viene utilizzata solo 10 ore a settimana, mentre un robotaxi potrebbe lavorare 80-100 ore, moltiplicando l’efficienza per 8-10 volte. Potete pensare ciò che volete di Musk, ma non che la sua visione (niente affatto isolata) sia sbagliata: il veicolo che smette di essere un bene di consumo per diventare un servizio diffuso sarebbe una benedizione.
Tuttavia, Tesla è in ritardo rispetto a concorrenti come Waymo (Google), che opera già in cinque città americane. Il Cybercab di Tesla, presentato nell’ottobre 2024, non entrerà in produzione prima del 2026, lasciando ampio spazio ai rivali.
L’intelligenza artificiale come acceleratore
Il cuore della trasformazione e del futuro di Tesla risiede, come detto, nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Lo evidenzia anche il MIT Technology Review: i robot addestrati con AI generativa stanno superando i limiti tradizionali della robotica.
I nuovi sistemi possono combinare dati da sensori, telecamere e feedback tattile per manipolare oggetti mai visti prima. Un robot Tesla, o Figure, o Unitree, può imparare a lavare i piatti osservando video umani, dati di teleoperazione e simulazioni virtuali, creando un modello versatile senza programmazione specifica.
La multimodalità dell’AI permette ai robot di interpretare non solo comandi verbali, ma anche espressioni facciali, tono di voce e linguaggio corporeo. L’interazione diventa naturale, aprendo scenari di utilizzo domestico impensabili con la robotica tradizionale.
I rischi della strategia robot-first
La scommessa di Tesla sui robot, va detto, comporta rischi enormi. Prima di tutto, la robotica umanoide è ancora largamente sperimentale. I robot Optimus dimostrati pubblicamente si affidano spesso alla teleoperazione umana o a sequenze pre-programmate, come ammesso dagli stessi addetti ai lavori.
In secondo luogo, abbandonare il business automobilistico mentre il mercato elettrico è in piena espansione potrebbe rivelarsi prematuro. In Europa, le vendite di auto elettriche sono cresciute del 28,4% nei primi mesi del 2025, dimostrando che la domanda esiste ancora.
Infine, la concorrenza nella robotica umanoide si sta intensificando. La già citata Figure AI ha raccolto oltre 700 milioni di dollari, mentre startup come K-Scale Labs sviluppano robot a 9.000 dollari, meno della metà del prezzo previsto per Optimus.
Il rischio maggiore è che Tesla perda la leadership nell’elettrico senza riuscire a conquistarla nella robotica, trovandosi senza una posizione dominante in nessuno dei due mercati. Pensateci se e quando acquisterete azioni.
Il futuro di Tesla tra utopia e realtà
Il Master Plan Part IV disegna un futuro di “abbondanza sostenibile” dove robot intelligenti liberano l’umanità dal lavoro faticoso. Una visione affascinante che ricorda le utopie tecnologiche del passato, ma che potrebbe anche diventare la prossima grande rivoluzione industriale.
Musk promette che Optimus “sarà in grado di suonare il pianoforte e infilare un ago”, capacità che richiederebbero progressi enormi nell’AI e nella robotica fine. Le tempistiche sono ambiziose: migliaia di robot nel 2025, produzione di massa nel 2026, un milione di unità entro il 2030. Parliamo sempre dell’uomo più ricco del pianeta, parliamo sempre dell’uomo che diceva di portarci su Marte nel 2028.
Il punto è che il futuro di Tesla da azienda automobilistica a leader della robotica non è solo una questione tecnologica, ma culturale. L’azienda che ha convinto il mondo che le auto elettriche erano il futuro ora deve convincerlo che i robot domestici sono inevitabili.
In una mossa che ricorda il passaggio di Apple dal computer al telefono, Tesla scommette tutto su una tecnologia appena nata, direi anzi nascente. La differenza è che questa volta la posta in gioco non è solo il successo di un’azienda, ma la definizione stessa di come lavoreremo, vivremo e ci muoveremo nei prossimi decenni.
Il futuro di Tesla non ha più volante né ruote. Ha gambe, braccia e, secondo Musk, l’intelligenza per cambiare il mondo. Resta da vedere se il mondo è pronto per questo cambiamento.