Il prototipo è ancora nei laboratori di Palmdale, ma le sue linee sono già quelle di una macchina pensata… per non esistere. Vectis si muove nell’aria come un fantasma tecnologico: niente superfici che rimbalzino segnali radar, niente tracce termiche evidenti. È il nuovo drone stealth di Lockheed Martin Skunk Works, e quando volerà nel 2027 cambierà le regole del combattimento aereo moderno.
Il progetto di drone stealth che Skunk Works ha tenuto segreto
Annunciato il 21 settembre 2025, Vectis rappresenta l’ultima evoluzione del concetto di “loyal wingman”: droni autonomi progettati per volare in formazione con caccia pilotati da umani. Ma questo non è un semplice compagno aereo. È un predatore invisibile, classificato come drone “Group 5”, la categoria più avanzata per velivoli senza pilota, capace di trasportare carichi superiori ai 600 kg e operare ad altitudini oltre i 5.500 metri.
La forma è tutto nel mondo stealth. Vectis adotta una configurazione lambda-delta, con ali a freccia pronunciata che deflettono le onde radar lontano dai ricevitori nemici. Le prese d’aria sono posizionate sulla parte superiore per minimizzare la firma radar frontale, mentre i condotti di scarico sono schermati per ridurre le emissioni infrarosse. Un po’ come un ninja tecnologico che sa rendersi invisibile quando serve.
Secondo OJ Sanchez, vicepresidente di Skunk Works, Vectis può operare autonomamente o integrare le capacità degli F-35 e F-22. La sua autonomia copre i teatri operativi dell’Indo-Pacifico, Europa e Medio Oriente, rendendolo ideale per missioni a lungo raggio dove i caccia tradizionali potrebbero non arrivare.
La tecnologia che cambia le regole del gioco
Vectis non è solo furtività. Il drone integra sistemi di guerra elettronica, capacità di attacco aria-superficie e aria-aria, oltre a sensori avanzati per intelligence e sorveglianza. La sua architettura aperta permette di integrare armamenti e sensori di diversi produttori, evitando quello che gli americani chiamano “vendor lock”: la dipendenza da un singolo fornitore.
Il confronto con la concorrenza internazionale è inevitabile. La Cina ha sviluppato droni stealth come il CH-7, con apertura alare di 26 metri e capacità di carico da 10 tonnellate. La Russia sta testando l’Okhotnik-B, progettato per operare insieme ai caccia Su-57. Ma Vectis punta su un approccio diverso: non dimensioni massime, ma integrazione perfetta con i sistemi già esistenti della NATO.

Il futuro ha fretta di arrivare
Lockheed Martin ha investito fondi propri nello sviluppo di questo drone stealth, saltando i tradizionali tempi di acquisizione militare. I componenti del prototipo sono già ordinati, l’assemblaggio è iniziato. L’obiettivo è volare entro la fine del 2027: tempi record per un progetto di questa complessità.
Questa velocità nasconde una strategia precisa. Il programma CCA (Collaborative Combat Aircraft) dell’Aeronautica USA ha già selezionato General Atomics e Anduril per i primi contratti. Lockheed aveva proposto un design troppo avanzato e costoso per le esigenze immediate. Con Vectis, l’azienda punta al “CCA Increment 2” – la seconda fase che richiederà piattaforme più sofisticate.
Uno studio recente sui droni militari 2025 evidenzia come la guerra aerea stia evolvendo verso sistemi misti pilotati-autonomi. Vectis rappresenta il futuro di questa integrazione: macchine che pensano da sole ma rimangono sotto controllo umano.
Drone stealth, il test che cambia tutto
Le simulazioni digitali hanno già testato Vectis in missioni congiunte con F-22 e F-35. I risultati, secondo Sanchez, sono “impressionanti”. Ma il vero banco di prova arriverà con i voli reali, quando il drone dovrà dimostrare di saper operare in ambienti contestati senza supporto GPS o comunicazioni sicure.
L’industria aerospaziale osserva con attenzione. Se Vectis mantiene le promesse, potrebbe ridefinire gli standard per i droni da combattimento. Altri paesi stanno già lavorando su progetti simili: la Turchia con il KIZILELMA, l’India con tecnologie stealth nanotecnologiche, l’Europa con il programma Wingman di Airbus.
Fantasmi nel cielo del Pacifico
Vectis arriva in un momento di crescente tensione nell’Indo-Pacifico. Le distanze oceaniche richiedono sistemi a lungo raggio, mentre la sofisticazione delle difese aeree nemiche rende essenziale la furtività. Un drone che combina entrambe le caratteristiche potrebbe spostare l’equilibrio strategico. Ma la tecnologia stealth non è infallibile. I recenti studi cinesi suggeriscono che satelliti come Starlink potrebbero essere usati per rilevare velivoli stealth tramite radar passivi. La corsa tra invisibilità e individuazione continua.
Finché Vectis rimane nei laboratori californiani, resta una promessa tecnologica. Quando inizierà a volare nel 2027, diventerà realtà operativa. Una realtà che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui si combatte nel cielo. O almeno, il modo in cui non ci accorgiamo quando succede.