Il robot entra in casa, posa la borsa della spesa sul tavolo, piega un asciugamano. Movimenti precisi, quasi educati. Poi si ferma davanti a una macchia sul pavimento e per qualche secondo sembra indeciso. Dall’altra parte dello schermo, a chilometri di distanza, un operatore prende il controllo: modalità esperto attivata. Il robot si inginocchia, pulisce, si rialza. Fine della procedura. X1, prima azienda al mondo nella Storia, ha appena aperto i preordini per Neo, il suo robot domestico da 20.000 dollari (o 499 al mese, se preferite). Autonomo per le faccende base, teleguidato quando le cose si complicano. Consegne previste per il 2026. Non mi chiedo più se funzionerà o no. Mi chiedo solo: chi lo sta guidando mentre voi non guardate?
X1 Neo, il maggiordomo che qualcuno guida da remoto
X1 Neo è alto 1,68 metri e pesa 30 chili. Un corpo snello rivestito di polimeri morbidi stampati in 3D, mani con 22 gradi di libertà, sistema di locomozione Tendon Drive che replica il movimento dei tendini umani. X1 Technologies lo descrive come un assistente personale progettato per muoversi negli ambienti domestici senza modificare l’arredamento o installare sensori esterni. Apre porte, accende luci, recupera oggetti, riordina stanze. In modalità autonoma, fa tutto questo da solo. In modalità esperto, invece, è un operatore umano a prendere il controllo attraverso visori e comandi remoti.
Il CEO Bernt Børnich ha spiegato al Wall Street Journal che l’intelligenza artificiale di Neo non è ancora pronta per gestire proprio tutte le situazioni domestiche. Per migliorare, serve raccogliere dati dagli utenti. Tradotto: chi compra Neo accetta che un operatore remoto possa accedere temporaneamente alla visione delle telecamere integrate, ovviamente con limiti precisi. Gli utenti avranno il pieno controllo su quando e come un teleoperatore può intervenire, con funzioni di oscuramento delle persone e zone proibite programmabili dall’app dedicata.

I primi test indipendenti hanno evidenziato alcuni limiti: durante una dimostrazione, Neo ha impiegato oltre un minuto per portare un bicchiere d’acqua e circa cinque minuti per caricare delle stoviglie nella lavastoviglie. Tempi che restano lontani dall’efficienza umana, ma che secondo X1 miglioreranno man mano che il sistema raccoglierà più dati dalle case dei primi acquirenti. E comunque io ci metto più di cinque minuti a riempire la lavastoviglie, ma non andate a dirlo in giro, che mi arrabbio.
Ho chiesto a Lucia se vale la pena
Ieri sera, mentre guardavamo l’ennesimo servizio sui robot domestici, ho chiesto a mia moglie Lucia se secondo lei valesse già la pena noleggiarne uno. Mi ha guardato con quell’espressione che conosco bene, un misto tra curiosità e sospetto, e mi ha risposto: “Dipende. Chi lo guida quando non ci siamo?” Touché. Perché è vero: Neo promette di liberarci dalle faccende domestiche, ma il prezzo nascosto non è nei 499 dollari al mese. È nel fatto che qualcuno, da qualche parte, potrebbe avere accesso visivo alla tua cucina mentre prepari la cena, al tuo soggiorno mentre guardi la tv, alla tua camera da letto quando pieghi i vestiti.
Mi è venuto in mente Io e Caterina, il film di Alberto Sordi del 1980. Sordi interpreta un ingegnere che, per liberarsi dalle incombenze domestiche, acquista Caterina, una domestica robot interpretata da Catherine Spaak. All’inizio tutto funziona alla perfezione: Caterina pulisce, cucina, sistema. Poi le cose sfuggono di mano quando il protagonista scopre che non può più controllarla completamente. La macchina prende vita propria, le regole cambiano, il padrone diventa servo. La differenza con Neo? Nel film di Sordi il robot era autonomo e impazziva da solo. Qui il robot è controllato da qualcun altro, il che aggiunge un livello di complessità non da poco.
X1 Neo, “nemico amico” che ci mettiamo in casa
Per anni ci siamo preoccupati che il cellulare ci ascoltasse. Pubblicità mirate dopo aver parlato di un prodotto, suggerimenti di ricerca sospettosamente precisi, coincidenze troppo frequenti per essere casuali. Abbiamo discusso di microfoni sempre attivi, di assistenti vocali che registrano conversazioni, di app che vendono i nostri dati. E adesso? Adesso ci mettiamo direttamente il nemico in casa. Un nemico amico, beninteso: un robot che ci aiuta, ci assiste, ci semplifica la vita. Ma un robot che, un giorno, saprà tutto di noi. Davvero tutto.

Saprà a che ora ci svegliamo, cosa mangiamo, quanto disordine facciamo, quali stanze frequentiamo di più. Saprà se litighiamo con il partner, se lasciamo i vestiti sparsi, se dimentichiamo di annaffiare le piante. Saprà quante volte apriamo il frigo di notte e cosa prendiamo. Secondo uno studio pubblicato su Science Robotics, i robot sociali che vivono nelle case raccolgono una quantità di dati comportamentali senza precedenti: dalle interazioni familiari alle abitudini di consumo, dai ritmi sonno-veglia alle preferenze alimentari. Neo non fa eccezione. Anzi, essendo dotato di telecamere integrate e sistema di apprendimento continuo, la sua capacità di “conoscerci” è potenzialmente infinita.
X1 assicura che i dati sono protetti e che i teleoperatori non possono agire senza consenso. Si, si, certo, come no. Il fatto è che le normative sulla sicurezza dei robot domestici, come la ISO 13482, si concentrano soprattutto sulla sicurezza fisica (evitare collisioni, proteggere da movimenti pericolosi) più che sulla privacy dei dati raccolti. Il rischio non è tanto che Neo ti faccia male fisicamente, quanto che diventi un archivio ambulante della tua vita privata.
Spegnerlo come si chiude il gas?
Chissà se andremo a dormire tranquilli con una roba del genere in giro per casa. O se, come oggi chiudiamo il gas prima di andare a letto, svilupperemo l’abitudine di spegnere il robot. Non si sa mai. Magari diventerà un gesto automatico: chiudere la porta, controllare le finestre, spegnere X1 Neo. E al mattino, come si accende la macchinetta del caffè, si riaccende il maggiordomo meccanico. Un po’ come avere un coinquilino che non paga l’affitto ma sa tutto di te, e che ogni tanto viene teleguidato da qualcuno che non hai mai incontrato.

I sostenitori della robotica domestica diranno che è il prezzo del progresso. Che l’automazione delle faccende domestiche ci libera tempo prezioso per fare cose più importanti. Che entro il 2030 il 39% del tempo dedicato ai lavori domestici non retribuiti potrebbe essere automatizzato. Che robot come X1 Neo rappresentano il futuro inevitabile di una società sempre più vecchia e sempre meno disposta a pulire bagni e stirare camicie. E hanno ragione. Io mica sono un neoluddista. Ma questo non toglie che ci stiamo abituando molto in fretta all’idea di condividere lo spazio più intimo che abbiamo con macchine che registrano, imparano e comunicano con l’esterno. Non è così?
Quinta rivoluzione o nuovo capitolo di distopia?
Siamo nel mezzo di quella che alcuni chiamano quinta rivoluzione industriale: agenti virtuali e agenti fisici che lavorano al posto nostro, che ci assistono, che si coordinano tra loro. In tre o cinque anni, dicono gli esperti, il mondo del lavoro sarà radicalmente diverso. Robot umanoidi come Neo, Figure 02, Tesla Optimus diventeranno presenza normale in case, fabbriche, ospedali. Non si tratta di fare previsioni fosche o distopiche: sta semplicemente succedendo qualcosa di importante. Qualcosa che ci obbliga a ripensare cosa significa intimità, privacy, controllo.
Neo arriverà nel 2026. I preordini sono aperti: il deposito è di 200 dollari, le prime consegne partiranno dagli Stati Uniti. X1 prevede migliaia di unità nel 2025, decine di migliaia nel 2026, centinaia di migliaia nel 2027, milioni nel 2028. È un piano ambizioso ma non irrealistico, considerando che il mercato della robotica domestica sta crescendo del 20% all’anno. E considerando che, diciamolo, molti di noi preferirebbero delegare le faccende a un robot piuttosto che farle in prima persona.
Che faccio? Clicco? Io, per ora, ancora un po’ sbalordito, resto con l’aspirapolvere. Lucia sembra d’accordo. Ma tra tre anni, chissà. Forse avremo anche noi il nostro X1 Neo, spento religiosamente ogni sera prima di andare a letto. Giusto per sicurezza.