Un chicco di riso entra nelle tube di Falloppio e decide della vita. Choice, startup olandese, lo ha progettato con Silmach, azienda francese di Besançon, e il risultato è un micromotore di silicio che misura 1×10 millimetri e si attiva con una sonda senza dolore, senza ormoni, senza chimica. Ne viene fuori un contraccettivo femminile puramente meccanico, una valvola che si apre e chiude per impedire l’incontro tra ovulo e spermatozoidi.
Le prove cliniche inizieranno nel 2026 e la commercializzazione è prevista per il 2030, ma il vero punto è un altro: un oggetto così piccolo controlla qualcosa di immenso, la decisione di una donna, il suo corpo, il suo futuro. La tecnologia promette libertà dalla pillola e dall’ansia dell’oblio, ma ogni controllo è anche rinuncia alla spontaneità, al rischio, all’imperfezione. La valvola è perfetta, il corpo no.

Come funziona un micromotore nelle tube di Falloppio
Il principio è architettonico, non farmacologico. Il micromotore elettrostatico in silicio aziona minuscole valve che si posizionano nelle tube di Falloppio, il passaggio naturale che l’ovulo percorre per incontrare gli spermatozoidi. Quando la valvola è chiusa, l’incontro non avviene e la gravidanza è impossibile. Quando è aperta, la fertilità torna immediatamente. Pierre-François Louvigné, direttore di Silmach, spiega che il motore non necessita batterie né cariche, funziona per elettrostaticità ed è inerte, inossidabile e senza manutenzione.
L’intervento di posizionamento è ambulatoriale: il ginecologo inserisce il dispositivo senza dolore e senza chirurgia invasiva. L’attivazione avviene tramite sonda esterna, in teoria solo da uno specialista, anche se il sistema potrebbe evolversi verso un controllo remoto (potremo controllare un contraccettivo con un’app?). Il cuore del sistema è la miniaturizzazione estrema, 0,1 millimetri di spessore, più sottile di un capello, più piccolo di una punta di matita.

Un contraccettivo femminile in silicio contro gli ormoni
La contraccezione moderna si basa principalmente su ormoni che modificano il ciclo femminile, con effetti collaterali che vanno da nausea a rischio di trombosi, passando per sbalzi d’umore e alterazioni metaboliche. La Haute Autorité de Santé francese ha ripetutamente sottolineato l’importanza del libero arbitrio, ma anche della necessità di metodi meno invasivi.
Questo dispositivo meccanico di Choice e Silmach elimina completamente l’interazione chimica: il corpo non viene alterato, non viene modulato, non viene “corretto”. Le valvole agiscono come un cancello fisico, non come un segnale biochimico. Questo significa zero effetti collaterali noti, ma significa anche affidarsi a un meccanismo che potrebbe fallire: un micromotore può incepparsi, può bloccarsi, può aprirsi al momento sbagliato. La garanzia di Silmach è che non accadrà mai, perché il silicio è stabile e il principio elettrostatico non si consuma. Eppure, la storia della tecnologia medica insegna che “mai” è una parola pericolosa.
La micromeccanica francese incontra la startup olandese
Silmach è specializzata in micromotori siliconici per applicazioni mediche implantabili, una nicchia tecnologica in cui la Francia eccelle da vent’anni, con sede a Besançon e collaborazioni con il CEA-Leti di Grenoble. Choice è una startup olandese nata con un obiettivo preciso: ridisegnare la contraccezione femminile partendo dalle donne stesse, non dai protocolli farmaceutici. L’unione ha prodotto un prototipo funzionante già testato in laboratorio, e i capitali raccolti hanno permesso di avviare la procedura per gli essai clinici previsti nel 2026.
Il micromotore in silicio è il cuore, ma il vero valore aggiunto è la filosofia: un dispositivo che dura tutta la vita senza essere sentito, senza richiedere attenzione, senza ricordi, senza appuntamenti.
Peter van de Graaf, fondatore di Choice, dice che le donne sono stanche di metodi che disturbano il corpo e vuole una soluzione dolce, efficace e rispettosa. La domanda è se “dolce” e “meccanico” possano davvero coesistere.
Quando arriva sul mercato e quanto costerà
I test clinici sono previsti per il 2026, ma la strada è ovviamente più lunga. La normativa europea sui dispositivi medici implantabili richiede studi di sicurezza a lungo termine, monitoraggio post-market e certificazione CE che potrebbe richiedere fino al 2032. Pierre-François Louvigné è ottimista e parla di 2030, ma ammette che dipenderà dai risultati preliminari.
Il costo non è stato ancora reso pubblico, ma i micromotori siliconici hanno prezzi di produzione bassi una volta avviata la linea industriale, e il modello di business di Choice punta a un prezzo accessibile, forse simile a quello di una spirale (200-400 euro) ma senza sostituzione ogni 5-10 anni.
Il vero vantaggio economico è nel lungo termine: un pagamento una tantum per una vita senza altri metodi. Ma il prezzo non è solo monetario. È il costo di affidarsi a un pezzo di silicio per un bisogno così profondamente umano e complesso.
Il paradosso della libertà meccanica
Il contraccettivo femminile perfetto non esiste. Choice e Silmach lo sanno. Il loro dispositivo è un compromesso tecnologico tra libertà e controllo, tra non-invasività e affidabilità totale. La valvola promette libertà dalla chimica, ma introduce una dipendenza meccanica: il corpo non basta più, serve un micromotore. La libertà di non ricordare la pillola si trasforma in libertà di non pensare alla fertilità, ma questo non pensare potrebbe diventare anche una forma di alienazione.
La donna non controlla più direttamente il suo ciclo, delega a un oggetto. Un chicco di riso che decide al posto suo. Peter van de Graaf parla di rispetto, ma il rispetto vero sarebbe forse insegnare a conoscere il corpo oltre che chiuderlo con una valvola. La tecnologia è neutra. La sua applicazione no.
Il futuro della contraccezione è meccanico. Questo è certo. Ma il futuro della libertà femminile non è detto che sia nelle mani di un micromotore.
Se vuoi approfondire la discussione su contraccezione e tecnologia, esplora le nostre analisi sui dispositivi medici del futuro.
TL;DR – Choice e Silmach hanno creato un contraccettivo meccanico delle dimensioni di un chicco di riso che si implanta nelle tube di Falloppio. Il micromotore in silicio apre e chiude una valvola senza ormoni né chimica, dura una vita e si attiva con una sonda. Trial nel 2026, commercializzazione prevista per il 2030. Il dispositivo è reversibile e promette libertà dalla pillola, ma pone domande su delega, controllo e natura della libertà femminile. Il prezzo non è ancora noto, ma il modello punta all’accessibilità. La valvola è perfetta, il corpo è complesso.
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