Per anni è bastato un click. “Sì, ho più di 18 anni”, un pulsante facile come chiudere un pop-up. Nessuno verificava, nessuno chiedeva. Dal 12 novembre, però, quella schermata sparisce. Al suo posto arriva qualcosa di più complicato: un’app, un soggetto terzo certificato, un token digitale per la verifica dell’età senza rivelare (sicuri?) l’identità.
Si chiama “doppio anonimato” ed è il sistema che AGCOM ha scelto per blindare 48 siti per adulti, da PornHub a OnlyFans. L’obiettivo è chiaro: impedire ai minori di accedere a contenuti che, secondo gli studi scientifici, modificano la struttura cerebrale e condizionano lo sviluppo emotivo. La verifica dell’età, signori, diventa obbligatoria.
Come funziona il doppio anonimato
Chi vuole accedere a uno dei 48 siti nella lista AGCOM dovrà prima ottenere un codice da un ente terzo (una banca, un operatore telefonico, un’azienda certificata). Questo ente verifica che la persona sia maggiorenne e rilascia un token digitale. Il sito riceve solo la conferma dell’età, niente altro. Il sistema garantisce che il certificatore non sappia quale sito si sta visitando, e che il sito non sappia chi sei. Doppio anonimato, appunto.
La verifica dovrà essere ripetuta a ogni accesso. Niente memorizzazioni, niente scorciatoie. ANSA riporta che il sistema esclude esplicitamente SPID, che può essere usato solo per servizi della Pubblica Amministrazione. Al suo posto arriverà un’app dedicata, probabilmente basata sulla tecnologia europea T-Scy, già testata in cinque paesi.
L’Italia è tra i cinque paesi pilota (insieme a Francia, Spagna, Grecia e Danimarca) che sperimenteranno il sistema europeo di verifica dell’età.
Dal 2026, questa tecnologia verrà integrata nel portafoglio digitale europeo, permettendo autenticazioni tramite impronta digitale o scansione della retina.
Dal Decreto Caivano alla lista dei 48 siti
La misura nasce dal Decreto Caivano del 2023, approvato dal governo Meloni per contrastare la criminalità minorile. L’articolo 13-bis impone ai gestori di siti per adulti di verificare l’età degli utenti. AGCOM ha pubblicato la delibera 96/25/CONS a maggio 2025, concedendo sei mesi di tempo per adeguarsi. Il 31 ottobre è arrivata la lista definitiva: Pornhub, YouPorn, XVideos, OnlyFans, XHamster, Chaturbate, LiveJasmin e altri 41 portali.
Chi non si adegua rischia sanzioni pesanti. AGCOM può intimare l’adeguamento entro 20 giorni e, in caso di mancata ottemperanza, bloccare il sito per gli utenti italiani. Secondo Virgilio, alcuni portali internazionali potrebbero preferire l’oscuramento piuttosto che implementare sistemi costosi.
Verifica dell’età: perché ora, perché così
La scienza ha fornito prove difficili da ignorare. Una ricerca pubblicata su JAMA Psychiatry nel 2015 ha dimostrato che l’esposizione frequente alla pornografia riduce la materia grigia nel nucleo caudato, la zona cerebrale legata alla motivazione e al controllo degli impulsi. Nei minori, il cui sistema nervoso è ancora in sviluppo, gli effetti possono essere particolarmente gravi: memorie traumatiche, distorsione della sessualità, difficoltà relazionali.
Il Regno Unito ha introdotto controlli simili a luglio 2025 con l’Online Safety Act. Secondo Wanted in Rome, dopo l’introduzione delle nuove regole britanniche, le visite a Pornhub nel Regno Unito sono crollate del 77%. L’uso di VPN per aggirare i blocchi è schizzato verso l’alto.
In Italia resta da vedere se il sistema funzionerà davvero. L’app non è ancora pronta, i tempi sono stretti, e molti siti non presenti nella lista AGCOM continueranno a essere accessibili liberamente. Ma almeno stavolta il tentativo c’è. Non è il pulsante finto di prima, è qualcosa di più serio. Forse troppo complicato, forse aggirabile, ma almeno ci prova.