Facebook ha annunciato la nascita di Libra, criptovaluta che aggiunge altro peso alle ambizioni di dominare la comunicazione e il business globale.
Sostenuta da una impressionante batteria di giganti (tra VISA, Spotify, Spotify, eBay, PayPal and Uber) e da una base di 2 miliardi di utenti già pronta, la società di Menlo Park porterà stati e banche centrali a cooperare con la reinvenzione del sistema finanziario globale.
Dopo i rovesci legali del caso Cambridge Analytica Mark Zuckerberg sta provando a dare alla sua azienda maggior potere politico su scala globale. La sua dichiarazione di voler trasformare Facebook in una nazione popolata da utenti, con una sua economia e un suo Capo di Stato (lui) è sintomatica.
Una “nazione” che oggi sta ancora fronteggiando grossi problemi di privacy e pubblico, purtuttavia. C’è da chiedersi un po’ retoricamente se questo sforzo di ridisegnare o sovrapporre nuovi confini al mondo farà gli interessi dell’umanità o di una elite finanziaria e tecnologica.
C’è bisogno di una guida etica e di tempo per prevedere le potenziali ripercussioni dei rapidi cambiamenti tecnologici, climatici, politici. Penso che questo progetto di criptovaluta dovrebbe essere regolato o sospeso nei suoi effetti finché non mostrerà di essere sicuro per tutti gli attori della comunità globale.
A cosa punta Libra, e perchè NON È una vera criptovaluta
Dalla vasta partecipazione dei finanziatori è chiara una cosa: le piattaforme social e le grandi aziende sono interessate ad una valuta nativa su internet. Ai social interessa perché allarga l’utenza e il potere. Alle aziende interessa perché raggranella denaro da un vasto bacino di utenti altrimenti lontani dai meccanismi bancari e finanziari.
Un bacino con un potenziale di triliardi di euro.
Libra è una valuta che parte di fatto come un club oligopolistico, centralizzato, privato: davvero troppo poco per parlare di “blockchain”. Lo è solo di nome: di fatto è un meccanismo per esercitare un gigantesco signoraggio su miliardi di persone.
È una corsa che incontrerà resistenze?
I dettagli tecnici del piano di Facebook emergono via via, e sarebbe un errore pensare che l’obiettivo di Libra è quello di competere col Bitcoin o altri suoi “colleghi”: Libra vuole sostituire il sistema finanziario globale esistente, e sarà in ogni caso l’ariete che aprirà alla sua sostituzione.
Se da un lato correrà col vento a favore per il potere sul mercato e il favore del pubblico nei confronti delle criptovalute. A Facebook potrebbe non bastare aver fatto cartello con altre realtà finanziarie per avere più peso.
Un cambiamento serve, ma…
C’è di certo bisogno di un modo per far circolare denaro più facilmente, rapidamente, economicamente, e dare accesso ai servizi finanziari a una enorme fetta di persone priva anche di un conto bancario. Questa esigenza giustifica l’enorme potenziale di Libra, ma dovrebbe essere soddisfatta in modi più equi e nell’interesse di tutti.
Per ora Libra è pensata come criptovaluta legata ad alcune monete nazionali. Cosa le impedirà di essere una vera e propria valuta sovrana, con Facebook nelle vesti di “banca centrale ombra” in grado di competere con le banche centrali degli (altri?) Stati?
Servirà un intero nuovo sistema di regole per scongiurare il rischio che la criptovaluta Libra diventi una moneta unica mondiale in mano a privati. E servirà piuttosto in fretta. Il lancio previsto per il prossimo anno non consente abbastanza tempo per contromisure “morbide”.
Non sto certo invocando un controllo Orwelliano delle transazioni mondiali
Anonimato o libera scelta economica sono diritti civili importanti che vanno parimenti tutelati. Un intero sistema finanziario nato in seno alle nazioni, che prevede (per fortuna) ancora qualche meccanismo regolatorio, non può essere totalmente consegnato a privati barattandolo con maggiore facilità di far circolare denaro.
È una preoccupazione che va presa sul serio. Facebook tende a lanciare prodotti e servizi in modo dirompente, preoccupandosi solo dopo (e solo quando richiamata) delle conseguenze sulla società e sulla democrazia. In breve? Ha già mostrato in passato di tenere in poco conto la tutela del pubblico.
Per questo consumatori e legislatori devono valutare con molta attenzione (e già qualche previsione si è dimostrata clamorosamente errata). Libra è una vera innovazione o un modo per aggirare restrizioni su pratiche e prodotti finanziari potenzialmente dannosi per la società e la democrazia?
Se ancora vale la parola democrazia
L’ingresso di Facebook nell’industria finanziaria è una minaccia alle democrazie e ai cittadini del mondo. Lo è esattamente come lo sono la disinformazione e la manipolazione dei dati, fenomeni amplificati dall’ingresso del Social network sullo scacchiere globale.
Potrebbe essere complesso per i leader mondiali comprendere che si tratta di un’emergenza. Si rischia che anche stavolta i potenziali danni saranno sottostimati o ignorati.
Facebook ha la possibilità di creare una valuta che attraverso la blockchain consente più libertà e anonimato. O una valuta che aumenta il controllo e il tracciamento delle transazioni. Una valuta che aiuta una migliore distribuzione della ricchezza, o che la concentra ancora di più nelle mani di pochi. Cosa sceglierà secondo voi?
Una criptovaluta. O l’alba dell’Impero
Zuckerberg non ha più una semplice azienda.
Il CEO di Facebook sta davvero costruendo una nazione con un popolo, una moneta e un territorio distribuito su tutto il pianeta. Una nazione con uno Stato privato. Fa riflettere anche il nome usato per la criptovaluta: la Libra era l’unità di misura da cui deriva il denaro nell’antico impero Romano. Da Carlo Magno in poi ha identificato la vera e propria moneta.
C’è solo un problema di fondo in questa nazione. È una nazione controllata da pochi, con meccanismi più simili ad una dittatura che a una democrazia. Una dittatura già finanziariamente più forte di molti paesi.
In un quadro già reso parecchio confuso da crisi finanziarie globali sempre dietro l’angolo e informazione perennemente in crisi di credibilità, la società deve sforzarsi di valutare.
Deve valutare con attenzione e intelligenza le conseguenze potenzialmente devastanti di operazioni come questa.