Se tutto andrà secondo i piani, a Novembre l’atmosfera sulla Stazione Spaziale Internazionale ISS si farà abbastanza hot.
I ricercatori contano di inviare a bordo i semi di Capsicum annuum, il comune peperoncino da chili, per intenderci. Sarà il primissimo frutto ad essere coltivato nello spazio dagli astronauti della ISS.
“Cerchiamo varietà che non crescano troppo alte. Che abbiano un buon tasso di crescita nell’ambiente controllato della navicella,” dice Ray Wheeler, esperto agronomo della NASA.
“Spesso gli astronauti esprimono il desiderio di avere cibi con più sapore e carattere. In più molte varietà di peperoncini sono molto ricchi di vitamina C, importante per la dieta spaziale”.
La tipologia Española è stata preferita per la capacità di crescere ad altitudini elevate, con periodi brevi di crescita e facile impollinazione.
Le piante hanno un bel po’ di problemi a crescere in ambienti con microgravità, le loro radici sono sistemi complessi e orientati a crescere con la gravità terrestre come riferimento.
Nonostante il problema gli astronauti fanno già crescere con successo le piante nelle stazioni spaziali: è dal 1982, con i Russi a fare da apripista nella stazione Salyut 7. Dal 2003 i russi consumano anche prodotti fatti “in proprio”, mente solo dal 2015 abbiamo assistito alla prima “lattuga spaziale” targata USA.
Per la frutta (se escludiamo i piselli coltivati sempre dai Russi, che tecnicamente sarebbero frutta) gli Stati Uniti non hanno ancora timbrato il cartellino.
Inutile dire che la crescita di piante a bordo è fondamentale per i piani della NASA di inviare missioni umane su Marte. Un periodo di viaggio tra i sei mesi ed un anno richiede anche il consumo di cibi freschi: la permanenza sul pianeta rosso prima del rientro lo rende addirittura cruciale.
“Possiamo costruire tutti i razzi che vogliamo, ma non funzionerà finché non avremo cibo da mangiare,” dice Jacob Torres, scienziato orticultore alla NASA.