”Nel mio cuore Garlic è insostituibile… ma non è riuscito ad avere eredi, per questo ho deciso di clonarlo”.
Continuerò a riportare il nome Garlic per il gattino clonato: l’idea di un felino chiamato Aglio mi stranisce, anche se per un cinese è una cosa taumaturgica.
Per i proprietari di animali domestici la perdita di un amico pelosetto può essere devastante. Oggi gli avanzamenti tecnologici offrono la possibilità di avere accanto più a lungo questi fedeli amici, clonandoli.
Il NYT riporta la vicenda del 22enne Huang Yu, che ha recentemente deciso di riportare alla luce il suo amato Garlic, un gattino grigio e bianco morto a due anni per una infezione alle vie urinarie.
Ne è venuto fuori il primo gatto clonato della storia cinese, e naturalmente si chiama Garlic.
Per creare il doppio del suo gattino Huang ha ingaggiato Sinogene, una società di clonazione animali con sede a Pechino. Sinogene ha già clonato con successo più di 40 cani di diverse specie, sia per privati che a scopo di ricerca medica.
Il clone più degno di nota è stato un cucciolo di cane lupo di Kunming, una razza diffusa in Cina. Il piccolo Kunxun, questo il suo nome, è la replica di un famoso cane poliziotto cinese, una sorta di Rex con gli occhi a mandorla. L’idea era quella di riprodurre un esemplare di straordinaria intelligenza per permettere al dipartimento di spendere molto meno tempo e denaro in addestramenti.
Non è economico
La procedura di Sinogene ha un prezzo considerevole: clonare un cane costa al padrone una media di 53000 dollari, mentre un gatto è più “accessibile” e costa 35000 dollari.
La differenza è dovuta al maggior tempo di “coltura” che gli ovuli di un cane hanno rispetto a quelli di un gatto.
IFLScience osserva che aldilà della tempistica è la clonazione dei gatti ad essere più complessa perché le sue caratteristiche fisiologiche e riproduttive sono differenti da quelle degli altri mammiferi.
“Il ciclo riproduttivo dei gatti è speciale, e le tecniche di clonazione incontrano più difficoltà,” dice il veterinario Shi Zhensheng in un comunicato di Sinogene. “La clonazione di Garlic è uno dei pochi casi di successo al mondo” (su Futuroprossimo ne trovate almeno un altro).
Il ritorno di Garlic
Per tirare fuori Garlic 2.0, il team della Sinogene ha estratto cellule della pelle dal gatto originario (gelosamente custodito in freezer dal suo padrone) e le ha impiantare negli ovuli di altri gatti.
Gli embrioni ottenuti da questa procedura sono poi stati impiantati in 4 madri surrogate. Ne sono risultate 3 gravidanze: due sono finite con un aborto ed una ha dato alla luce Garlic. In tutto, il gattino clonato ha richiesto 7 mesi di processo.
Image Credit: Well Pet Coach
Può sembrare tanto tempo, ma attesta gli avanzamenti cinesi nel campo della genetica. Certo, questa rapida crescita riflette anche l’assenza di ogni barriera legale in Cina e la conseguente corsa a sfruttare una scienza che presenta ampie potenzialità di lucro.
Una ricerca di mercato dell’agenzia Gouminwang mostra la rapida ascesa nella popolarità dei gatti in Cina (un altro “motivatore” delle scelte di Sinogene). Il mercato degli animali domestici cinesi raggiungerà 28 miliardi di euro quest’anno: ci sono già 55 milioni di cani (domestici) e 44 milioni di gatti in giro per il paese. Garlic va ad aggiungersi a loro. A proposito! Eccolo in azione:
Nel primo incontro tra il gatto “redivivo” e il suo padrone, Huang ha però notato un particolare. Il gattino non era ESATTAMENTE come il suo predecessore. Questo perchè, mentre il patrimonio genetico del gatto è identico a quello del suo ‘originale’, l’aspetto fisico può presentare alcune piccole differenze nel colore del pelo o degli occhi.
Gatto clonato cinese che però non è uguale… lo so cosa state pensando.
“Se vi dicessi che non sono dispiaciuto vi mentirei,” dice Huang a proposito del suo gattino clonato. “Ma accetto che ci siano alcune situazioni in cui la tecnologia ha bisogno di fare qualche passo avanti”.
Passi che Mi Jidong, il CEO di Sinogene intende compiere per arrivare, ad esempio, a clonare specie in pericolo come il panda Cinese ed altre.
Nelle sue dichiarazioni ambiziose c’è anche il proposito di sfruttare l’intelligenza artificiale per trasferire i ricordi dall’animale originario a quello di destinazione.