Lo smalto dei denti è uno dei pochi tessuti del corpo che non si ripara da solo, motivo per cui le carie sono un problema di salute così diffuso. Le otturazioni sono essenzialmente l'unica opzione di trattamento ampiamente disponibile al momento, ma ora i ricercatori cinesi hanno creato un nuovo rivestimento a base di peptidi che può risolvere il problema.
La saliva umana è un agente protettivo naturale contro le carie, ma ha anche i suoi limiti: specialmente nel quadro di una dieta come quella occidentale, ricca di zuccheri. Per questo i ricercatori del nuovo studio hanno deciso di dare una mano ai peptidi antimicrobici nella saliva con un nuovo rivestimento che può eliminare le carie.
La sostanza adoperata si chiama H5, e forma un sottile film protettivo sui denti che uccide batteri e funghi. Per migliorare la sua funzione, il team ha aggiunto un gruppo di fosfoserina alla fine del peptide. Si pensava che ciò avrebbe aumentato la capacità di riparazione dello smalto di H5 attirando più ioni calcio nell'area.
H5 "modificato", i test di laboratorio
Usando campioni di denti umani, i ricercatori hanno testato il peptide modificato e lo hanno confrontato con l'H5 naturale. Hanno scoperto che la loro versione migliorata proteggeva i denti dalla demineralizzazione (la perdita di smalto dei denti) ed era più efficace nell'aderire alle superfici dei denti, impedendo al biofilm batterico di formarsi.
Il team afferma che questo peptide sintetizzato potrebbe alla fine essere trasformato in un rivestimento da applicare sotto forma di gel. Se usato dopo aver lavato i denti, questo potrebbe fornire una protezione più duratura contro la formazione di carie.
eliminare le carie, le ricerche in corso
Questo non è l'unico studio che cerca di affrontare il problema della carie. Altri team hanno creato dentifrici rimineralizzanti , pillole probiotiche per prevenire la carie e altri rimedi. Alle brutte, se la carie avrà vinto la battaglia potremo stamparci nuovi denti in 3D. Ovviamente antibatterici, così spariranno anche le fastidiose afte nel cavo orale. Tiè.
La nuova ricerca è stata pubblicata sulla rivista ACS Applied Materials and Interfaces .