Nel giorno più nero in Italia dallo scoppio dell’epidemia, con 6 contagiati in Lombardia, arrivano altre novità. La Cina ha scoperto particelle di coronavirus in vivo nei campioni di feci. Questo è l’indice di una via di contagio fecale-orale per il Covid-19, e probabilmente è la causa del grave fallimento della quarantena sulle navi da crociera. La diffusione sulla Diamond Princess (ieri altre 2 vittime) e altre navi da crociera ha le dinamiche di quella che avviene con un norovirus gastroenterico.
Due immediate conseguenze nella diagnosi e nella profilassi
Queste evidenze portano due novità, una ovvia, l’altra meno, in tema di diagnosi e profilassi del coronavirus.
Anzitutto la necessità di rafforzamento delle misure igieniche. È assolutamente necessario per prevenire la trasmissione fecale-orale nelle aree epidemiche. Queste includono bere acqua bollita, evitare di mangiare cibi crudi, implementare sistemi di pasti separati, lavarsi spesso le mani, disinfettare i servizi igienici e prevenire la contaminazione di acqua e cibo dalle feci dei pazienti.
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Sul piano diagnostico, la scoperta porta indizi di altri errori nell’individuare la malattia. Secondo le ultime ricerche dei medici cinesi, i test sui tamponi rettali possono rilevare il virus che causa la polmonite nei pazienti anche quando i test orali convenzionali sono negativi .
È un cambio di paradigma importante, che fa sorgere altri dubbi su come sia stata affrontata l’epidemia. Specie nelle prime fasi, si è ritenuto che un paziente fosse negativo semplicemente dopo tampone orale, ripetuto diverse volte prima di decretare l’assenza di virus nel paziente. Al successivo ammalarsi di alcuni tra questi pazienti i conti non sono tornati più.
Ad oggi, dunque, il Covid-19 è stato trovato nei tamponi orali, in quelli rettali e nel sangue. I pazienti infetti possono eliminare (e/o diffondere) il patogeno attraverso vie respiratorie, fecali-orali o fluide corporee.
Ecco la ricerca pubblicata sulla rivista Journal Emerging Microbes & Infections
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