Per la serie “il futuro che non è accaduto”: forse non tutti sanno che nei secoli sono tanti i progetti che hanno provato a costruire all’interno del Colosseo, il più grande anfiteatro del mondo originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio (lo chiamiamo Colosseo “solo” dal Medioevo).
Tra i tanti, mi ha colpito questo di chiesa nel Colosseo. Già nel Cinquecento era stata eretta all’interno dell’anfiteatro Flavio una cappella, detta di Santa Maria della Pietà.
In questo bel servizio di RAI Scuola nel 2017 una sintesi esaustiva:
La cappella, peraltro, dalla seconda metà degli anni ’30 è stata affidata al Circolo S. Pietro, che vi celebra anche la Santa Messa (il sabato alle ore 16,00 e la domenica alle ore 10,30).
Nel Settecento però l’architetto, scultore e ingegnere Carlo Fontana fece un passo avanti. Proposero un progetto ancora più ambizioso. Qualcosa di più di una semplice chiesa nel Colosseo. Fontana propose di far sorgere un tempio sacro dove prima ve ne era uno di tipo pagano.

Un tempio sacro al posto di un tempio pagano
E a cosa poteva pensare il Fontana per un luogo che ha visto negli anni massacri di ogni genere ai danni di schiavi e perseguitati politici o religiosi?
Un tempio dedicato ai martiri cristiani, uccisi a centinaia, forse migliaia nei tanti eventi “ludici” nel Colosseo.
La tradizione racconta che qui trovò la morte anche il vescovo e Padre della Chiesa Sant’Ignazio di Antiochia. “Fu dato in pasto alle belve,” si dice.
Il monumentale complesso sacro sarebbe stato sormontato da una grande cupola e dalla statua di un Papa. Il tutto sarebbe andato ben oltre le mura del Colosseo, superandole in altezza e svettando in tutta Roma.

Per fortuna, complici la guerra di secessione spagnola, le invasioni turche e le difficoltà politico-economiche, il progetto fu bloccato.
È bello che il futuro “sovrascriva” il passato. È ancora più bello, però se si riesce a preservare il passato a futura memoria.
Per approfondimenti: RAI Scuola