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9 Dicembre 2020
in Tecnologia

GAN: il futuro è falso. 11 siti in cui l’AI crea una cosa che non esiste

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non esiste
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Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
7 minuti di lettura
Tags: deepfakeGAN

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La GAN è nata per imparare e imitare. E il paradosso è questo: cercando di fare una cosa vera, ne ha fatta una che non esiste. Anzi tante.

Cerchi di costruire un’intelligenza “vera” come quella umana, e lei riempie il mondo di cose false. “Esistono cose che non esistono,” ci scherzerebbe qualcuno. E intanto notizie false e deepfake sono ormai ovunque.

Ora le GAN, o reti generative avversarie (se vuoi saperne di più le ho introdotte qui) vengono usate per creare una cosa che non esiste, anche se è realistica (gli manca solo la realtà, per essere precisi). Ce ne sono davvero di tutti i tipi: alcuni incredibili, altri stupidi, tutti sicuramente interessanti. Ecco un elenco di cose che non esistono generate da una GAN, per un futuro che si annuncia più all’insegna del verosimile che del vero.

Questo gatto non esiste

La GAN crea una cosa che non esiste

Gatti. O li ami o li odi. Ma che sentimento avreste nei confronti di un gatto che non esiste? Eppure potete vederne tanti. Questi gatti generati da una intelligenza artificiale sono piuttosto convincenti, e in più non creano allergie, il che può essere un vantaggio. Per le fusa si stanno attrezzando, serve una GAN anche in tal senso.

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Questo pony non esiste

La GAN crea una cosa che non esiste

This Pony Does Not Exist è un sito che mostra una griglia colorata di fumetti di pony generati da una AI. I simpatici quadrupedi sono stati creati utilizzando l’architettura StyleGAN2 di Nvidia. Creature state create, ritagliate, ridimensionate e mostrate in tutta la loro gloria: niente spazzola, grazie.

Questa macchina non esiste

La GAN crea una cosa che non esiste

Ecco un sito che genera veicoli che non sono mai esistiti. Tutti i tipi di auto strane e meravigliose che non hai mai visto per strada e che non avrai mai. Questo non è certamente il migliore della lista, ad essere sincero. Se aggiornate la pagina un buon numero di volte inizierete a vedere dei veicoli davvero strani. Più della Duna.

Queste persone non esistono

Qui non c’è una cosa che non esiste. Ci sono delle persone che non esistono. Le persone che vedete in questa raccolta di immagini non esistono e non sono mai esistite. Sono state create da una GAN originariamente sviluppata da Nvidia, poi utilizzata in seguito da Phillip Wang per creare questo progetto. Il “motorino” che gira su questo sito sfrutta essenzialmente l’intelligenza artificiale per generare in modo casuale ritratti di persone completamente artificiali e tuttavia iper realistiche. Questa tecnologia è piuttosto inquietante, perchè se viviamo in una società in cui le immagini sono cosiderate delle prove, basta un video artefatto per scatenare reazioni violente.

Questo meme non esiste (ma può esistere)

Tutti amano un buon meme. Allora perché non applicare l’intelligenza artificiale per crearne di nuovi? Questo è proprio ciò che ha fatto ImgFlip. Questo meme non esiste è il risultato e le immagini generate dal sistema sono, beh, qualcosa di speciale.

Questa città non esiste

Ecco un sito web impressionante che mostra varie immagini aeree di città che in realtà non esistono. Eppure sembrano qualcosa che potresti trovare scorrendo Google Maps o sbirciando fuori dal finestrino di un aereo. Terra e mare si alternano a strutture edilizie. Tutto creato da un9ù

Questi occhi non esistono

La GAN crea una cosa che non esiste

Questo potrebbe sembrare insolito rispetto agli altri, ma in realtà è piuttosto interessante. Immaginate di essere un truccatore di qualche tipo e di dover pubblicizzare un nuovo makeup per gli occhi. Le reti generative avversarie ti consentono di creare cose che non esistono, diciamo , fotografie di occhi truccati. Questo algoritmo consente essenzialmente di “inventare” cose nuove.

Questi coleotteri non esistono

La GAN crea una cosa che non esiste

Questo è un progetto interessante che utilizza l’apprendimento automatico per generare illustrazioni di coleotteri che in realtà non esistono. Il progetto è stato creato utilizzando l’apprendimento automatico per analizzare migliaia di illustrazioni già di dominio pubblico. Ispirato alle immagini di zoologia, botanica e archeologia, This Beetle Does Not Exist è certamente affascinante e si distingue dagli altri.

Questi dipinti non esistono

Questa pure è sfiziosa: si tratta di opere d’arte create utilizzando BigGAN (Generative Adversarial Networks) di Google, quindi stampate e dipinte da Ganvas Studio. L’idea è di utilizzare il sistema Ganbreeder di Joel Simon per creare la propria grafica, quindi ritrovarselo in casa. Doppio salto: una cosa che non esiste, ma sembra esistere, e comunque alla fine diventa pure vera e te la appendi in casa.

Questi ritratti non esistono

La GAN crea una cosa che non esiste

Art Breeder è parte dallo stesso metro artistico. È un sito che crea opere d’arte false con semplici modifiche alle impostazioni per cambiarne gli aspetti. I risultati sono strani, meravigliosi e sicuramente unici. Questi sono esempi di ritratti che sono stati creati da questa tecnologia ma che altrimenti non esisterebbero. Altro esempio? Una GAN che crea dipinti di Rembrandt 400 anni dopo la sua ultima opera :)

Questo Rembrandt non è un Rembrandt

Questo vaso non esiste

Derek Philip Au, creatore di This Vessel Does Not Exist, spiega bene la logica di questo progetto: “La storia della ceramica è una storia di imitazione e riproduzione. L’apprendista ottiene la padronanza del mestiere attraverso la ripetizione, migliorando gradualmente la propria tecnica. Guidato da una vita di lavoro nel mestiere, il maestro esamina ogni pezzo realizzato dallo studente e butta via quelli ritenuti non idonei. Anche il falsario crea repliche e le testa sul mercato. L’intenditore, informato da decenni di esperienza nel campo dell’antiquariato, giudica le repliche. Quelli che vengono scambiati per autentici vengono venduti e il falsario continua a creare copie ancora più convincenti.

È esattamente il meccanismo di una GAN, e il risultato è una collezione infinita di vasi, tutti creati dall’intelligenza artificiale.

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L’autore

Gianluca Riccio, copywriter e giornalista - Classe 1975, è direttore creativo di un'agenzia pubblicitaria, è affiliato ad Italian Institute for the Future, World Future Society e H+, Network dei Transumanisti Italiani.

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