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12 Gennaio 2021
in Tecnologia

Vaccini mRNA: oggi il Covid, domani il Cancro

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Vaccini mRNA: oggi il Covid, domani il Cancro
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L'era dei vaccini mRNA potrebbe essere l'unica eredità del Covid per cui ringraziare. Un metodo arrivato per restare, e sfidare anche il Cancro.

Gianluca Ricciodi Gianluca Riccio
6 minuti di lettura

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Dicono che la notte si faccia più buia proprio poco prima che spunti l’alba. Se è così, siamo davvero alla vigilia, per quanto è buio.

Siamo anche in Italia alla vigilia di una terza ondata, come già in UK e Germania. Due varianti più contagiose di SARS-CoV-2 da Regno Unito e Sud Africa peggioreranno le cose prima che la vaccinazione di massa (mista con vaccini a MRNA e tradizionali) le migliorino.

Ma, se come detto il buio anticipa l’alba, proviamo ad immaginare anche la luce piena del giorno che verrà. Non solo i primi raggi: anche il sole intenso del mezzogiorno.

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La sconfitta del Covid potrebbe essere solo l’inizio. È ipotizzabile che le stesse armi usate per sconfiggere il Covid-19, i vaccini a mRNA, possano anche sconfiggere i killer più crudeli. Anche il cancro, che uccide quasi 10 milioni di persone all’anno.

Vaccini mRNA: nati ieri, usati oggi

I vaccini Covid più promettenti utilizzano acidi nucleici chiamati RNA messaggero o mRNA. Ne abbiamo attualmente due: uno dalla società tedesca BioNTech SE e dal suo partner statunitense Pfizer Inc. L’altro è dalla società statunitense Moderna. Tra gli altri vaccini mRNA all’orizzonte un altro tedesco, il CureVac NV.

Diversamente dai vaccini mRNA, quelli ordinari tendono ad essere virus inattivati ​​o indeboliti che, quando iniettati nel corpo, stimolano una risposta immunitaria che può successivamente proteggere dall’agente patogeno vivo.

Ma il processo di produzione di tali vaccini richiede varie sostanze chimiche e colture cellulari: questo richiede tempo e presenta rischi di contaminazione.

I vaccini a mRNA non hanno questi problemi. Istruiscono il corpo a produrre le proteine ​​offensive, in questo caso quelle che avvolgono l’RNA virale di SARS-CoV-2. Il sistema immunitario si basa quindi su questi antigeni, esercitandosi per il giorno in cui le stesse proteine ​​si presenteranno con il coronavirus “sulle spalle”.

Qui sta la più grande promessa dell’mRNA: può dire alle nostre cellule di produrre qualunque proteina vogliamo. Anche antigeni di molte altre malattie oltre a Covid-19.

Come funzionano i vaccini a mRNA

Nella sua funzione quotidiana, l’mRNA riceve istruzioni dal suo cugino molecolare, il DNA nei nuclei delle nostre cellule. Vengono copiati tratti del genoma, che l’mRNA trasporta nel citoplasma, dove piccole fabbriche cellulari chiamate ribosomi utilizzano le informazioni per sfornare proteine.

BioNTech e Moderna hanno abbreviato questo processo, saltando l’intera faccenda complicata nel nucleo con il DNA. Invece, prima capiscono quale proteina vogliono, poi esaminano la sequenza di amminoacidi che produce questa proteina. Da ciò derivano le precise istruzioni che l’mRNA deve dare.

Un processo che può essere relativamente veloce, motivo per cui ci è voluto meno di un anno per produrre i vaccini, un ritmo precedentemente inimmaginabile.

È anche geneticamente sicuro: l’mRNA non può tornare nel nucleo e inserire accidentalmente geni nel nostro DNA.

Un’arma contro tutti i “cattivi”?

Sono quasi 50 anni che i ricercatori hanno la sensazione che sarà possibile utilizzare questa tecnica per combattere tutti i tipi di malattie. Come al solito nella scienza, servono enormi quantità di denaro, tempo e pazienza per risolvere tutti i problemi intermedi.

Dopo un decennio di iniziale entusiasmo, l’mRNA era diventato accademicamente fuori moda negli anni ’90. Il progresso sembrava essersi fermato. L’ostacolo principale era che i vaccini a mRNA testati sugli animali causavano spesso infiammazioni fatali.

Katalin Kariko

Katalin Kariko, la scienziata ungherese emigrata negli USA negli anni ’80 e oggi in predicato di concorrere al Nobel, ha dedicato tutta la sua carriera all’mRNA, tra alti e bassi. Negli anni ’90, ha perso i suoi fondi, è stata degradata, ha subito un taglio di stipendio e altri rovesci.

Ma è rimasta in piedi. E poi, dopo aver combattuto lei stessa il cancro, ha fatto la svolta cruciale.

Il Cancro nel mirino

Negli anni 2000, Katalin Kariko e il suo partner di ricerca si sono resi conto che sostituire l’uridina, una delle “lettere” dell’mRNA, evitava di causare infiammazioni e non comprometteva il codice genetico. I topi restavano vivi.

Lo studio della dottoressa è stato letto da uno scienziato della Stanford University, Derrick Rossi, che in seguito ha co-fondato Moderna. Lo stesso studio è stato anche ispiratore di Ugur Sahin e Ozlem Tureci, i due oncologi marito e moglie e co-fondatori di BioNTech. Questi ultimi hanno preso in licenza la tecnologia di Katalin Kariko e l’hanno anche assunta. Non per combattere la pandemia, che all’epoca non c’era. L’hanno assunta per combattere il cancro.

Un giorno le attuali armi contro il cancro sembreranno un’idea primitiva.

Vaccini mRNA Katalin Kariko
La ricerca contro il cancro potrebbe contare su un’arma formidabile

Bombardare un tumore con sostanze chimiche o radiazioni danneggia anche altri tessuti. Ci ricorderà i dentisti del Far West, che cavavano denti senza anestesia, o al massimo dando al paziente un bicchiere di whisky.

Il modo migliore per combattere il cancro, hanno capito Sahin e Tureci, è trattare ogni tumore come geneticamente unico e addestrare il sistema immunitario dei singoli pazienti contro quello specifico nemico. Un lavoro perfetto per i vaccini ad mRNA.

Trovi l’antigene, ottieni la sua impronta digitale, decodifica le istruzioni cellulari per mirare al colpevole e lascia che il corpo faccia il resto.

Un’occhiata alle agende di lavoro di Moderna e BioNTech? Includono sperimentazioni farmacologiche per il trattamento dei tumori del seno, della prostata, della pelle, del pancreas, del cervello, dei polmoni e di altri tessuti, nonché vaccini mRNA contro qualsiasi cosa, dall’influenza allo Zika e alla rabbia.

Le prospettive sembrano buone.

Ugur Sahin e Ozlem Tureci, oncologi marito e moglie e co-fondatori di BioNTech

Il progresso, è vero, è stato lento. Parte della spiegazione che Sahin e Tureci danno è che gli investitori in questo settore devono mettere su una gran quantità di capitale e poi aspettare per più di un decennio: prima per le ricerche, poi per le approvazioni normative.

Il Covid potrebbe accelerare tutti questi processi. La pandemia ha portato al grande debutto dei vaccini a mRNA e alla loro definitiva prova di concetto (che corrisponde quasi alla stessa sperimentazione in vivo). D’ora in poi, l’mRNA non avrà problemi a ottenere denaro, attenzione o entusiasmo da investitori, regolatori e responsabili politici.

Questo ovviamente non significa che l’ultimo miglio dei vaccini a mRNA sarà facile.

Ma in quest’ora buia, è lecito sperare nella luce che sta sorgendo.

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L’autore

Gianluca Riccio, copywriter e giornalista - Classe 1975, è direttore creativo di un'agenzia pubblicitaria, è affiliato ad Italian Institute for the Future, World Future Society e H+, Network dei Transumanisti Italiani.

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