Siete abituati a spendere un bel po’ di soldi al mese per il trasporto pubblico? A seconda di dove vivete tutti quei viaggi in autobus, treno e tram potrebbero presto essere totalmente gratuiti. Sono sempre di più i legislatori disposti a rischiare per scoprire se i sistemi gratuiti di trasporto pubblico possono contribuire a ridurre traffico ed emissioni, e a far funzionare meglio le città.
Funziona?
Fino ad oggi arrivano risultati contrastanti, le prove sono contrastanti, ma ci sono sicuramente vantaggi già noti: anzitutto un accesso equo di tutti i cittadini al trasporto pubblico, ad esempio. Vi sembra strano un mondo in cui questi servizi non si pagano? Pensate a scuole, salute pubblica o biblioteche: anche quelli sono servizi pubblici, anche quelli sono “gratuiti” e anche quelli sono a carico di tutti (attraverso le tasse).
Serve pensarci seriamente, perchè il trasporto su strada rappresenta il 10% delle emissioni globali: senza contare le spese da aumento del carburante, che mettono a dura prova il budget di sempre più famiglie.
Trasporto pubblico gratuito, c’è chi lo ha già realizzato
Come detto, molti paesi di tutto il mondo si stanno avvicinando alle tariffe gratuite per il trasporto pubblico. La Germania ha introdotto una ‘tariffa flat’ di 9 euro al mese, la Spagna ha alleggerito la pressione sui pendolari con treni gratis per alcuni mesi. L’Austria ha un “Klimaticket” di 3 euro al giorno senza limiti. Lussemburgo ed Estonia? Praticamente gratis.
Buone vibrazioni, con qualche perplessità: proprio negli ultimi due paesi, quelli con trasporto pubblico praticamente gratuito. L’aumento dell’utilizzo dei mezzi pende tutto dalla parte di pedoni o ciclisti, e questo è un problema: perchè chi guida un’auto tende a continuare a farlo.
Anche paesi con test poco lunghi ci dicono poco. A Copenaghen un mese di prova con trasporto pubblico gratuito sembra aver funzionato, ma al termine del “giro gratis” le persone sono tutte tornate alle vecchie abitudini.
Unico conforto, al momento, in Germania: le auto circolanti sono davvero di meno, e le città sembrano tutte più scorrevoli.
In sintesi: al momento le persone si avvicinano di più al trasporto pubblico gratuito, ma questo non allontana necessariamente le auto dalla strada.
Ma ci sono vantaggi che vanno al di là dell’ambiente.
Ragionare in modo ‘laterale’ può funzionare. Come detto, i viaggi gratuiti temporanei introdotti in Spagna hanno puntato più a calmierare inflazione e prezzi di carburante che a tagliare le emissioni.
Lo trovo un approccio interessante: i biglietti del treno gratuiti potrebbero invogliare i conducenti ad abbandonare l’auto quando i prezzi del carburante sono alti, il traffico è bloccato o quando si viaggia per una vacanza.
In ogni caso il contesto locale è importante. In Australia, ad esempio il governo della Tasmania ha reso gratuiti gli autobus per cinque settimane per compensare l’aumento del costo della vita. Un successo. Tuttavia, i ricercatori coinvolti hanno stimato che generalizzare il provvedimento porterebbe vantaggi ai più ricchi, perchè il servizio sarebbe maggiormente usato nelle grandi città e non nei centri rurali. In sintesi? Residenti dei centri urbani che fanno i pendolari al lavoro. Idem in Spagna: chi è meno servito in generale (piccoli centri) non se ne fa nulla di un treno gratis. Gli manca proprio il treno.
Trasporto pubblico gratuito: una misura di equità, anche razziale
Interessante l’analisi fatta negli USA. Da quelle parti, il divario tra abbienti e non abbienti spesso cade lungo linee razziali: questo significa che le tariffe gratuite potrebbero sostenere l’equità razziale. Sui mezzi pubblici americani le multe per chi non ha il biglietto sono salatissime, e ben 9 citazioni in tribunale su 10 per mancato possesso di un biglietto sono presentate ad afroamericani . Eliminando completamente le tariffe sarebbe scongiurato anche il rischio di discriminazioni.
Ok: dove prendiamo i soldi?
Aumentare i servizi di trasporto pubblico e contemporaneamente renderlo pubblico: costerà parecchio, e il danaro dovrà pur venire da qualche parte. Come si fa?
In Spagna, ad esempio, i viaggi in treno gratis vengono finanziati con una tassa su banche e società energetiche, per un ammontare di circa 7 miliardi di euro in due anni.
In generale, comunque, il trasporto pubblico in tutto il mondo è già in qualche misura finanziato con fondi pubblici. In Francia, le tariffe rappresentano solo il 10% dei budget. In Lussemburgo i biglietti generano solo 30 milioni di euro di entrate su un budget di 1 miliardo di euro. In UK non funziona così: lì il 75% degli incassi provengono dai biglietti. I sudditi della Regina dovrebbero fare molta più fatica a convertire il sistema.
E fanno fatica comunque: la pandemia ha mandato gambe all’aria tutti i modelli di trasporto pubblico basati su un grande traffico di persone. Il lavoro ibrido costringe a ripensarli: un ufficio mezzo vuoto significa molti treni vuoti, che hanno spese di trasporti ma non guadagni.
Può esserci un compromesso?
Un’alternativa alle tariffe gratuite per tutti sono gli sconti mirati: abbonamenti gratuiti o molto economici a studenti, giovani o anziani: una pratica già abbastanza diffusa, comunque. Si potrebbero concedere abbonamenti gratuiti a chi ha un reddito più basso o nelle regioni in cui il trasporto pubblico è disponibile ma impopolare.
Un altro compromesso potrebbe essere quello del “modello tedesco”: tariffa fissa a basso costo per tutti. Più persone soddisfatte ed anche delle entrate per le aziende.
Qualcosa va fatto, in ogni caso: il trasporto pubblico del tutto gratuito potrebbe non convertire tutti gli automobilisti, ma sicuramente ridurrebbe le auto in giro. E questo avvantaggia tutti, con meno emissioni, aria migliore, più persone di tutti i ceti sociali in grado di spostarsi.