Lo so bene che in questi giorni non si fa altro che parlare di Elon Musk e Twitter. Musk licenzia questo, Musk entra col lavandino nella sede del social, Musk vuole riammettere Trump: Musk, Musk, Musk.
State perdendo tutti di vista la vera notizia sulle Big Tech: le gigantesche aziende elettroniche che hanno alimentato il business tecnologico per anni non se ne andranno, ma i loro giorni da superstar sembrano volgere al termine.
E i capoccioni di Wall Street che le hanno portate sull’altare ora rinunciano. È un ridimensionamento, punto. Magari non nei traguardi, ma sicuramente nella “postura”: queste aziende (e prima ancora i loro dipendenti) devono imparare a vivere con meno.
Molti indizi fanno una prova
Ogni volta che i titoli delle Big Tech scendono c’è qualcuno che grida alla loro morte, ma almeno qui ne parliamo da tempi non sospetti. E comunque ditemi voi di cosa dovremmo parlare quando Alphabet, Meta e Amazon perdono in una sola settimana, messi insieme, 400 miliardi di valore.
Le ragioni? A ben vedere, tutte diverse. Ma tutte queste ragioni hanno lo stesso problema di fondo: le Big Tech sono ormai aziende mature, compassate. Non impressionano più Wall Street, con una crescita pazzesca delle loro attività principali e nessuna di loro sembra avere nuove imprese giganti in arrivo. Alphabet, ad esempio, ha registrato una crescita dei ricavi di appena il 6%, il trimestre più debole in un decennio.
In pratica, le Big Tech si sono istituzionalizzate. Proprio come altre grandi aziende, prendete Coca-Cola: nessuno si aspetta più che le vendite di Coca-Cola esplodano alle stelle.
E il metaverso?
I pezzi grossi di Big Tech, ovviamente, provano a convincere gli investitori del contrario. Avete presente la storiella del metaverso di Meta o dei visori AR di Apple, o le Hololens di Microsoft? Grandi manovre che paventano la prossima, grande rivoluzione nell’informatica che genererà un sacco di attività economica eccetera.
Certo. Non dico di no. Ma queste cose sono molto costose e molto speculative. Al momento, le VERE attività delle Big Tech sono lontane da una qualsivoglia “rivoluzione”. Apple e Amazon cercano di lanciare le loro attività pubblicitarie. Zuckerberg vuole “Tiktokizzare” Facebook e Instagram. Alphabet prova a rilanciare YouTube, un prodotto “innovativo” che ha quasi 20 anni.
Tutto qua? La gente si chiede quale sarà il gran colpo di Apple dopo iPhone, e a parte i rumor su automobili e visori, non vede niente.
Finché resisteva la grande onda (Dalla crisi del 2008 il governo USA ha abbassato i tassi sui prestiti quasi a zero e li ha tenuti lì fino a poco fa) si lasciava andare la barca. Se il denaro è essenzialmente gratuito, gli investitori cercano scommesse più speculative, che aumentano il valore delle società su cui stanno scommettendo, il che convince più investitori ad accumularsi nella stessa cosa e ripetere.
Ora, guarda caso, il “salvagente” finanziario USA è venuto meno, e guarda caso i titoli Big Tech hanno iniziato a precipitare.
Big Tech: “non muoiono, ma male campano”
Le grandi aziende tecnologiche (che sono davvero grandi e davvero redditizie) non spariranno, ma le loro valutazioni stanno scendendo. Un modo approssimativo per misurare l’entusiasmo degli investitori è attraverso il rapporto che confronta il prezzo delle azioni di una società con il valore dei suoi guadagni. Meta, ad esempio, aveva un rapporto prezzo-utili di 32,75 a fine 2020; ora è sceso a 9.434. Alphabet è sceso da 34.32 a 19.14
Tra tutti, comunque, il più importante indizio di “età adulta” e fine dei bollenti spiriti è un altro: quasi tutti gli uomini che hanno avviato e gestito le grandi aziende tecnologiche hanno ceduto il passo a manager professionisti. È più divertente fare altre cose.
Big Tech diventano “Middle Tech”, ma non è un male
Non è detto che questo schianto sia per forza negativo. Prendiamo Facebook, che ha assunto più di 19.000 persone nell’ultimo anno (un aumento di organico del 28%). Ora tirerà il freno almeno per altri 15 mesi: pochissime assunzioni e niente turnover con chi va via, taglio dei rami secchi.
Sapete cosa vuol dire? (Ora mi darete dell’inguaribile ottimista) Vuol dire che tutti i futuri, mancati dipendenti di Facebook andranno ad ingrossare le file di altre aziende.
Magari di startup più innovative.
Negli ultimi anni si è detto che le aziende Big Tech erano diventate talmente grandi che era impossibile fare qualcosa di nuovo senza il loro permesso. Ora sono ancora grandi e potenti, ma forse non così tanto per il tipo di persona che vuole fare una cosa nuova.
Largo al futuro!