C’è un supermercato piuttosto caro e amaro: ci trovate una pizza in pillole che costa 163 dollari, una bustina di riso (con soli 5 chicchi) al modico prezzo di 89 dollari e un cucchiaino d’acqua (quella pura) per la bellezza di 198 dollari. Si chiama Drop Store, è un’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri del Regno dei Paesi Bassi e dell’agenzia Publicis Groupe, pensata per far riflettere sulla crisi idrica globale e sulle possibili conseguenze per il nostro futuro.
Gradisce un po’ di sete?
L’obiettivo di questo negozio “fictionale” (ma fino a un certo punto) è quello di mostrare come l’acqua potrebbe diventare un bene sempre più raro, a causa del cambiamento climatico e della crescente domanda. In tutto il mondo, miliardi di persone soffrono già di scarsità d’acqua o di accesso limitato ad una risorsa idrica potabile. Si prevede che la domanda globale d’acqua aumenterà del 55% entro il 2050, minacciando non solo l’idratazione degli esseri umani, ma anche le coltivazioni e l’allevamento.
Pillole di pizza e riso a peso d’oro
Tra i prodotti immaginari del Drop Store, come detto, ci sono pillole di pizza pensate per offrire il sapore di una pizza senza il bisogno delle colture, e sacchetti di riso con pochi chicchi, simbolo delle devastazioni che siccità, inondazioni e tifoni stanno già causando nelle coltivazioni di riso.
Sul sito del Drop Store, ogni prodotto è accompagnato da informazioni scientificamente accurate sul consumo d’acqua necessario per la sua produzione tradizionale. È il caso della mia amata pizza margherita, che richiede ben 1.259 litri d’acqua ogni 725 grammi. E non parliamo del formaggio olandese, “venduto” in una misera confezione da due cubetti che probabilmente non basterebbero neanche a un topino di campagna. Non mancano, chiaramente, gli snack a base di insetti.
La crisi idrica ai tempi dello shopping compulsivo
Per far comprendere la portata della crisi idrica a persone di diverse culture e provenienze, il team creativo del Drop Store ha deciso di collegarla a qualcosa di presente nella vita quotidiana di tutti: il supermercato. Eduardo Marques, direttore creativo di Publicis Groupe, sottolinea che mostrando come i prodotti di uso comune potrebbero diventare costosi o scomparire del tutto, il Drop Store tocca il nervo scoperto della quotidianità. Concordo: è un’operazione che (qui vi parla il pubblicitario) ha portato in passato buoni risultati.
Ad ogni modo, sfociando nel paradosso, il sito del Drop Store include anche prodotti futuristici pensati per un mondo con troppa acqua. Tacchi alti con pinne da sub, divani galleggianti e altre amenità che mostrano sia gli eccessi che le carenze causate dalla crisi idrica.
Crisi idrica: il futuro è rescrivibile?
Il Drop Store è stato presentato anche come esibizione fisica durante la recente Conferenza sull’Acqua delle Nazioni Unite a New York, dove i prodotti erano esposti insieme alle varie descrizioni. Perchè ho parlato di “futuro rescrivibile”? Perchè i segnali sui danni alla nostra ecosfera sono sempre più evidenti, e un pezzo di destino è già scritto. La temperatura del pianeta aumenterà nei prossimi decenni, dobbiamo evitare che lo faccia in modo eccessivo. Ad ogni modo, il Drop Store ci mostra un futuro inquietante, ma non ancora scritto nella pietra. Se riusciremo a cambiare rotta e adottare soluzioni sostenibili, non ci aggireremo mai per gli scaffali di un supermercato del genere.
Forse.