Mi sono svegliato tardi e ho dovuto fare tutto di corsa. Ho cercato freneticamente le chiavi di casa tra divano e giacche, ho digitato manualmente tre indirizzi email diversi, ho sfogliato una ventina di schede aperte nel browser per trovare quella giusta, poi ho aspettato in coda 15 minuti per parlare con un operatore del servizio clienti. Pensate che tra dieci anni, probabilmente, tutto questo ci sembrerà assurdo quanto oggi ci sembra assurdo usare un fax o un videoregistratore. Le abitudini quotidiane evolvono così rapidamente che spesso non ce ne accorgiamo. Volete qualche esempio? Eccone 7.
Digitare manualmente le password

Ricordare le password è una delle azioni più frustranti della nostra vita digitale. Nonostante i gestori di password siano già disponibili, molti di noi continuano a memorizzare combinazioni di lettere, numeri e caratteri speciali, o peggio, a usare sempre la stessa per tutti i servizi.
Con l’avvento delle interfacce neurali come Neuralink e il riconoscimento biometrico avanzato, l’idea di digitare manualmente una sequenza segreta sembrerà presto arcaica. La tecnologia sta già evolvendo verso sistemi che identificano univocamente ogni persona attraverso il battito cardiaco, il riconoscimento facciale e l’impronta digitale. Nel prossimo decennio, entrare in un account sarà automatico come riconoscere un volto familiare: un processo istantaneo e invisibile.
Trasportare chiavi fisiche ovunque

Le chiavi sono un’altra reliquia destinata a scomparire. Già oggi esistono serrature intelligenti controllabili dallo smartphone, ma siamo solo agli inizi. Nell’arco di pochi anni, le nostre case, uffici e veicoli ci riconosceranno automaticamente, rendendo le chiavi fisiche obsolete come i telefoni a gettoni.
La combinazione di riconoscimento biometrico e autorizzazioni digitali renderà l’accesso fisico ai luoghi più sicuro e conveniente. Non ci sarà più bisogno di cercare freneticamente le chiavi in fondo alla borsa o nelle tasche di un cappotto. L’idea che un tempo portavamo con noi piccoli pezzi di metallo per aprire porte farà sorridere i nostri figli e nipoti.
Navigare tra decine di schede aperte nel browser

Chi non ha mai avuto il browser intasato da una ventina di schede aperte? Questa abitudine, nata dall’architettura dell’attuale web, diventerà presto un ricordo. Le interfacce guidate dall’intelligenza artificiale cambieranno radicalmente il nostro modo di interagire con le informazioni online.
Nel prossimo futuro, i browser anticiperanno i nostri bisogni informativi, aggregando automaticamente contenuti pertinenti senza necessità di aprire multiple schede. L’informazione fluirà verso di noi in modo naturale, contestuale e continuo, eliminando la necessità di saltare manualmente tra diverse fonti. Sarà come avere un assistente personale che già sa cosa ci serve prima ancora che lo chiediamo anticipando le nostre esigenze.
Aspettare in linea per il servizio clienti

Essere messi in attesa per parlare con un operatore del servizio clienti è una delle esperienze più frustranti della vita moderna. Ma questo comportamento sta già diventando obsoleto grazie ai sistemi di AI conversazionale.
Nel prossimo decennio, non solo non aspetteremo più in linea, ma i sistemi preventivi rileveranno e risolveranno problemi prima ancora che noi ce ne rendiamo conto. Gli assistenti digitali personali negozieranno per noi con i sistemi aziendali, eliminando completamente la necessità dell’interazione umana per la maggior parte dei servizi di assistenza.
Caricare quotidianamente i dispositivi

La ricarica quotidiana dei nostri dispositivi è un rituale moderno che presto sembrerà ridicolo. I progressi nella tecnologia delle batterie, insieme all’emergere di tecnologie di ricarica wireless a lungo raggio, stanno per trasformare la nostra relazione con l’energia.
Nel giro di pochi anni, i nostri dispositivi si ricaricheranno automaticamente mentre li usiamo o li portiamo con noi, rendendo l’ansia da batteria scarica un ricordo del passato. Le tecnologie di raccolta energetica che convertono il movimento, il calore corporeo o perfino la luce ambientale in elettricità sono già in fase di sviluppo avanzato e presto diventeranno standard: eliminando la necessità di collegarsi fisicamente a una fonte di energia.
Guidare manualmente veicoli

Sebbene ci siano ancora dibattiti sulla sicurezza e l’etica, la guida autonoma è ormai una realtà inevitabile. Tra dieci anni, (venti, amici europei? E pure arrivano) l’idea di controllare manualmente un veicolo in movimento potrebbe sembrare tanto rischiosa quanto oggi ci appare guidare senza cinture di sicurezza.
La transizione sarà graduale, ma l’automazione cambierà radicalmente il nostro rapporto con i trasporti. Il tempo impiegato per cercare parcheggio, gestire il traffico o concentrarsi sulla strada diventerà produttivo o ricreativo. Le generazioni future potrebbero guardare alla guida manuale come noi oggi guardiamo al montare a cavallo: un’abilità tradizionale o un hobby, non una necessità quotidiana. Come dicevamo in questo articolo, “il trasporto autonomo sarà la tecnologia più dirompente di tutta la Storia”, e cambierà radicalmente le nostre abitudini di spostamento.
Fare acquisti separatamente dal consumo mediatico

Oggi separiamo ancora le esperienze di shopping dall’intrattenimento, nonostante i primi tentativi di integrazione. Nel prossimo decennio, questa separazione scomparirà completamente.
Mentre guardiamo un programma, indossiamo vestiti virtuali, o interagiamo in ambienti digitali, gli acquisti diventeranno parte fluida e integrata dell’esperienza. I confini tra pubblicità, intrattenimento e commercio si dissolveranno in un’economia dell’esperienza integrata e personalizzata, rendendo obsoleto il concetto di “andare a fare shopping” come attività separata.
Abitudini, il primo segno dei tempi
Molte delle abitudini che oggi consideriamo normali appaiono già antiquate agli occhi delle nuove generazioni. Come i telefoni a disco e le videocassette prima, anche i nostri rituali quotidiani sono destinati a diventare curiosità del passato. La tecnologia non cambia solo i nostri strumenti, ma anche i nostri comportamenti e, in ultima analisi, la nostra percezione di ciò che è normale.