Il diquat sta diventando il nuovo incubo dei diserbanti. Bayer lo ha scelto per sostituire il glifosato nei prodotti Roundup destinati ai consumatori, presentandolo come alternativa più sicura. Ma la realtà è ben diversa: questa sostanza è 200 volte più tossica del glifosato in termini di esposizione cronica.
Un nuovo studio cinese ha passato in rassegna più di 100 ricerche precedenti, scoprendo che il diquat non si limita a uccidere le erbacce. Attacca l’intestino, distrugge il microbiota benefico, indebolisce le barriere cellulari e può scatenare una reazione sistemica che coinvolge fegato, reni e polmoni. In Europa è vietato, negli USA no. A che gioco giochiamo?
Il diquat attacca dove fa più male
La ricerca guidata da Cheng He del Suining Central Hospital rivela che il diquat entra nel corpo principalmente attraverso l’apparato digerente, dove scatena il caos. La molecola genera specie reattive dell’ossigeno che devastano le cellule intestinali, compromettendo proteine cruciali come ZO-1 e occludina. Il risultato? Un intestino che perde la sua funzione di barriera, permettendo a tossine e batteri di invadere il flusso sanguigno.
Ma i danni non si fermano qui. Il diquat altera drasticamente il microbiota intestinale, riducendo i batteri benefici come i Lactobacillus e favorendo la crescita di specie patogene. Questo squilibrio, chiamato disbiosi, innesca processi infiammatori cronici che si propagano in tutto l’organismo.
Un confronto impietoso con il glifosato
Quando si tratta di tossicità cronica, il diquat surclassa il glifosato in modo imbarazzante. Secondo l’analisi di Friends of the Earth, le nuove formulazioni di Roundup contenenti diquat sono mediamente 45 volte più tossiche per la salute umana rispetto a quelle basate su glifosato.
Il diquat appartiene alla famiglia dei bipiridili, la stessa del paraquat, un erbicida 28 volte più tossico del glifosato e vietato in 70 paesi. Come il suo parente stretto, il diquat genera stress ossidativo attraverso la produzione di radicali liberi, ma la sua persistenza nell’ambiente e la capacità di bioaccumulo lo rendono particolarmente insidioso.

Diquat, il paradosso normativo che lascia senza parole
L’Unione Europea ha vietato il diquat nel 2018, seguita da Svizzera e Regno Unito. La decisione si basava sui rischi elevati per lavoratori agricoli, popolazione residente e ambiente. Anche indossando equipaggiamenti di protezione individuale, l’esposizione dei lavoratori superava i livelli di sicurezza di oltre 4000 volte.
Negli Stati Uniti, però, il diquat continua ad essere ampiamente utilizzato. Syngenta ha esportato oltre 8500 tonnellate di pesticidi vietati dal Regno Unito nel 2023, con i prodotti a base di diquat che rappresentavano la maggioranza dei volumi.
Danni sistemici che spaventano i ricercatori
Lo studio pubblicato su Frontiers in Pharmacology documenta come il diquat possa provocare insufficienza renale acuta, disfunzioni epatiche e danni polmonari. In casi estremi, i ricercatori avvertono che questi effetti potrebbero contribuire alla sindrome da disfunzione multiorgano, una condizione grave e potenzialmente fatale.
Il meccanismo è subdolo: una volta assorbito attraverso l’intestino, il diquat si diffonde nei tessuti corporei. La quantità non eliminata attraverso feci e urine continua a causare danni, attaccando le membrane cellulari e attivando percorsi infiammatori sistemici.
Come vi raccontavo in questo articolo sui robot anti-erbacce, esistono alternative promettenti per il controllo delle infestanti che non comportano questi rischi per la salute. La tecnologia potrebbe offrire soluzioni più sicure di questa pericolosa sostituzione chimica.
La domanda che rimane è semplice: se l’Europa ha ritenuto il diquat troppo pericoloso per i suoi cittadini, perché dovrebbe essere sicuro per il resto del mondo? E ancora: che senso ha vietarlo e poi ammettere al consumo prodotti ottenuti anche attraverso i trattamenti basati su diquat?