Ebbene sì, cari lettori, siamo arrivati al punto in cui pure i motorini hanno deciso di fare di testa loro. Ricordo ancora quando, da ragazzino, si sognava il motorino truccato per fare i 100 all’ora in due con la morosa, e ora? Ora vi presentano l’Omo X, uno scooter che si guida da solo.
Avete capito bene: non serve il piede, non serve la mano, non serve la testa. Forse è un po’ esagerato dire che non serve la testa, perché poi ci vuole pur qualcuno che ci metta i soldi per comprarlo.
La presentazione, a Giacarta (l’Indonesia, per chi ancora fatica con la geografia e pensa che il mondo finisca a Latina), è stata una roba da film. L’Omo X è salito sul palco senza nessuno in sella. Neanche un pupazzo, zero. Come un fantasma che ha deciso di farsi un giro.
E la gente lì, a bocca aperta, a chiedersi: “Ma il pilota?”.
No, amici, il pilota è in pensione. O forse è a casa a guardarsi Netflix, mentre il suo scooter parcheggia da solo e gli porta il sushi. Non vi sembra di aver già visto qualcosa di simile? Magari in quel bel film dove le macchine volavano e i robot facevano le pulizie. Eppure, qui non siamo in un film. Siamo nella realtà, o in quel che ne resta.
Diciamocelo subito, il nome Omo X fa un po’ sorridere. Già ve li immaginate i vostri amici. Eppure, dietro questo nomignolo, si nasconde una storia di tutto rispetto. Omoway, la startup cinese fondata nel 2024, non ha le solite ambizioni.
Al timone c’è He Tao, co-fondatore di Xpeng Motors, un gigante delle auto elettriche. Il suo team? Ex dirigenti di Xpeng, designer di primo piano, e veterani del settore mobile. Questa miscela fa capire come l’Omo X sia pensato con la logica dell’industria automobilistica e tech. Cambia la percezione dei veicoli: non più solo meccanica, ma elettronica e intelligenza artificiale. Che fine faranno i meccanici d’una volta?
Il risultato è abbastanza stupefacente.

Omo X, praticamente KITT con due ruote in meno
Omo X non va solo per conto suo, ma lo fa con funzioni che farebbero impallidire molte auto di lusso. L’architettura è Halo, il sistema di guida autonoma Halo Pilot. Immaginate: cruise control adattivo, parcheggio automatico, richiamo remoto. Poi: auto-bilanciamento a bassa velocità, retromarcia autonoma, e il dispiegamento automatico del cavalletto centrale.
Questo giocattolino, grazie a telecamere, raggiunge da solo la stazione di ricarica o viene sotto casa vostra, su richiesta. Praticamente un maggiordomo a due ruote, il KITT di Supercar in versione snella. Può persino “chiacchierare” con altri veicoli tramite la tecnologia V2V.
Sul fronte sicurezza, offre allarmi anticollisione, assistenza alla frenata d’emergenza e avviso per l’angolo cieco. He Tao e la sua Omoway mirano a portarvi a destinazione senza muovere un dito, in modo incredibilmente sicuro. Come direbbe il saggio: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Ma qui, evidentemente, l’idea è fidarsi del tutto.
Omo X, maestro di travestimenti
Dalle fonti (come l’ottimo Vaielettrico) si scopre che il design è modulare: non uno, ma tre configurazioni in uno! Da scooter cittadino a moto sportiva, fino alla versione touring con borse. Un vero Transformers a due ruote.
Il prezzo stimato si aggira intorno ai 3.500 euro: incredibilmente competitivo (infatti sono scettico) per un mezzo che vi fa quasi tutto da solo. Non lo vedrete sotto casa vostra a breve, comunque: la versione definitiva pronta per fine 2025, lancio commerciale inizio 2026.
Il primo paese a testare questa meraviglia sarà l’Indonesia, un mercato motociclistico enorme. Quindi, per ora, noi in Europa ce lo sogniamo. Restiamo con i nostri motorini che, almeno, ci danno ancora il brivido di doverli guidare. Tempi andati, eh?
Un mondo senza pedali (e senza pensieri?)
E così, eccoci qui, a osservare il futuro che avanza, un pezzo alla volta. Omo X è l’ennesima tessera nel grande puzzle della mobilità autonoma. Ci porterà verso un mondo più efficiente, più sicuro? O ci renderà tutti un po’ più pigri, affidando la responsabilità del nostro spostamento a un computer con le ruote?
Se il progresso deve liberarci dal peso delle mansioni noiose, ben venga. Ma se ci toglie anche il piacere della guida, il vento in faccia, la sensazione di avere il controllo, allora forse stiamo barattando qualcosa di più prezioso.
Per ora, in Indonesia, qualcuno si godrà il lusso di farsi portare il sushi dallo scooter. Noi, per fortuna o sfortuna, continueremo a sudare un po’ sulle nostre due ruote, a imprecare nel traffico e a sentirci ancora un po’ piloti. E in fondo, magari, è proprio questo il bello.