Quando parliamo di famiglia, tutti pensiamo di sapere cosa significa. Ma se vi dicessi che due persone nate nello stesso decennio possono avere reti familiari completamente diverse? Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Max Planck ha appena rivelato un fenomeno che sta ridefinendo il concetto di parentela a livello globale.
Non si tratta solo del calo delle nascite o dell’aumento della longevità: è la velocità con cui questi cambiamenti avvengono che sta creando fratture inaspettate nelle strutture familiari. Di che si tratta? Vediamo insieme.
L’effetto domino della velocità demografica
Il meccanismo è più sottile di quanto sembri. Sha Jiang, ricercatrice del gruppo Kinship Inequalities presso l’Istituto Max Planck per la Ricerca Demografica, ha guidato uno studio che analizza come la rapidità dei cambiamenti demografici influenzi il numero e la composizione per età dei parenti di una persona. La ricerca, pubblicata sulla rivista Demography, dimostra che quando le transizioni demografiche accelerano, si creano differenze abissali tra persone di età simile.
I ricercatori hanno esaminato dati empirici provenienti da quattro paesi in diverse fasi di transizione demografica: Thailandia, Indonesia, Ghana e Nigeria. Il quadro che emerge è sorprendente: nei paesi dove i cambiamenti avvengono rapidamente, le differenze nelle reti familiari tra coetanei diventano enormi. In Nigeria, dove i cambiamenti sono più lenti, la differenza nel numero di cugini tra un quindicenne e un venticinquenne è inferiore al 10%. In Thailandia, questa differenza sfiora il 30%.

L’aspetto più interessante è che questi cambiamenti non riguardano solo il numero totale di parenti, ma anche la loro distribuzione per età. Le transizioni rapide portano a modifiche drammatiche sia nell’età media che nella composizione per età dei parenti.
Il paradosso delle generazioni sovrapposte
I cugini spariscono, i bisnonni aumentano. È questo il paradosso delle moderne reti familiari che si stanno trasformando da orizzontali a verticali. Un bambino cinese nato nel 1950 cresceva circondato da ben 11 cugini, che rappresentavano quasi il 40% della sua rete familiare. Nel 2095, invece, un neonato di Pechino avrà in media un solo cugino, che rappresenterà appena il 7% del totale dei suoi legami parentali.
Al contrario, come accennavo, i bisnonni si moltiplicano. Per un neonato cinese nel 1950 c’erano in media 2,8 nonni vivi e 1,7 bisnonni. Nel 2095, i bisnonni di ciascun bebè saranno 5,3: il 300% in più. Questo fenomeno crea famiglie sempre più “lunghe” ma “strette”, con più generazioni contemporaneamente presenti ma meno parenti all’interno di ciascuna generazione.
L’Italia non fa eccezione. Se nel 1950 una donna di 35 anni aveva una nonna di circa 78 anni, verso fine secolo la nonna di una trentacinquenne avrà oltre 90 anni. E magari si ritroverà anche dei bisnonni ultracentenari.
La geografia delle reti familiari che cambiano
Le implicazioni geografiche di questo fenomeno sono impressionanti. In Europa e Stati Uniti, il numero di parenti di una persona di 65 anni scenderà dai 25 del 1950 a 15,9 nel 2095, una riduzione del 37%. Ma è in America Latina e nei Caraibi che la riduzione raggiungerà livelli drammatici: da 56 parenti a 18,3, un calo del 67%.
I paesi africani subiranno trasformazioni ancora più radicali. In Zimbabwe, la rete familiare che nel 1950 contava 82 persone si ridurrà a 24 entro fine secolo: un calo del 71%. Questi numeri non sono solo statistiche, ma una vera e propria trasformazione del tessuto sociale.
Quando le reti familiari diventano liquide
Il supporto familiare tradizionale si sta sgretolando più velocemente del previsto. “Le reti informali tra coorti si stanno rompendo più rapidamente”, spiega Jiang.
“La velocità del cambiamento demografico sta creando significative disuguaglianze nelle risorse di supporto familiare tra coorti vicine”.
Questo fenomeno ha conseguenze dirette sulla cura degli anziani e sul supporto intergenerazionale. Quando ci sono meno parenti disponibili, il peso dell’assistenza si concentra su un numero sempre più ridotto di persone. Le famiglie, che tradizionalmente fungevano da rete di sicurezza privata, si trovano improvvisamente inadeguate a far fronte ai bisogni dei loro membri più vulnerabili.
La ricerca evidenzia la necessità di interventi istituzionali tempestivi per colmare i vuoti lasciati dalle reti familiari in trasformazione. “Le società che attraversano cambiamenti rapidi devono accelerare lo sviluppo di meccanismi di supporto alternativi”, conclude Jiang,
“per evitare che i gruppi svantaggiati cadano nelle crepe delle reti familiari tradizionali”.
Il futuro delle reti familiari, insomma sarà molto diverso da quello che immaginavamo. In un mondo dove i cugini diventano un lusso e i bisnonni la norma, dovremo ripensare completamente il nostro concetto di famiglia.