Il postino danese Kim Larsen (omonimo di un famoso cantante locale, peraltro) ha imbucato l’ultima lettera della sua carriera senza saperlo. Era una bolletta dell’elettricità diretta a una signora di Copenaghen, uno di quei plichi che nessuno vuole più ricevere. Dal 31 dicembre 2025, gesti come questo diventeranno archeologia industriale. La Danimarca ha deciso di chiudere definitivamente la consegna lettere dopo 400 anni di onorato servizio, diventando il primo paese europeo a dire addio alla posta tradizionale.
PostNord, l’azienda che gestisce il servizio, ha annunciato che dal 2026 si occuperà soltanto di pacchi. Una rivoluzione silenziosa che certifica la morte di un’epoca: quella delle lettere d’amore, delle bollette cartacee e delle comunicazioni che profumano ancora di colla (personalmente, Coccoina) e francobollo.
Quando i numeri decidono il destino
La matematica è implacabile. Dal 2000 il volume di lettere in Danimarca è crollato del 90%, passando da 1,4 miliardi di missive annue ai soli 110 milioni del 2024. Nello stesso periodo, PostNord ha registrato perdite per 620 milioni di corone svedesi (oltre 56 milioni di euro). La ragione? Come spiega l’amministratore delegato Kim Pedersen:
“La Danimarca è oggi uno dei paesi più digitalizzati al mondo e i danesi continuano a diventare sempre più digitali”.
I numeri raccontano una trasformazione inarrestabile. Il 95% della popolazione utilizza Digital Post, il sistema di posta elettronica governativa che ha sostituito le comunicazioni ufficiali cartacee. Persino le ricette mediche, le multe e i documenti fiscali arrivano via email o app dedicate. Il risultato? I danesi ricevono in media una sola lettera al mese.
La rimozione delle 1.500 cassette postali rosse è iniziata lo scorso giugno. Questi contenitori, decorati con il simbolo della corona danese, hanno attraversato secoli di storia. Dal 2026 diventeranno pezzi da museo, testimoni di un’epoca in cui comunicare significava scrivere, imbustare e aspettare.
Il prezzo della nostalgia nella consegna delle lettere
Non è solo una questione di abitudini cambiate. Lo scorso anno una nuova legge danese ha eliminato l’esenzione IVA sui francobolli, portando il costo di spedizione a 29 corone (quasi 4 euro). Un prezzo che ha accelerato l’abbandono della posta tradizionale. Inoltre, PostNord ha perso il sussidio statale che riceveva per garantire la distribuzione uniforme su tutto il territorio, anche nelle zone remote.
La decisione colpirà 1.500 dipendenti del settore lettere, ma l’azienda ne ricollocherà 700 nel comparto pacchi, in crescita costante grazie all’e-commerce. E gli altri 800? Anders Raun Mikkelsen, rappresentante dei lavoratori, ha dichiarato alla televisione DR:
“È un giorno molto triste, soprattutto per i colleghi che ora affrontano un futuro incerto”.
Non ci sarà più nemmeno una lettera? Non proprio, ma…
Le lettere, va detto, non spariranno ancora completamente dalla Danimarca. L’azienda privata DAO ha vinto un appalto per gestire dai 30 ai 40 milioni di lettere annue dal 2026, un aumento rispetto ai 21 milioni gestiti da PostNord nel 2024. Il ministro dei Trasporti Thomas Danielsen ha rassicurato: “Possiamo ancora spedirle e riceverle in tutto il paese”.
Tuttavia, le alternative private saranno probabilmente più costose e meno capillari. Una nicchia. Per la posta internazionale si prevede una gara d’appalto entro il 2026. Il servizio universale, gratuito e garantito, diventa un ricordo.

Europa divisa: chi seguirà la strada dell’addio alle lettere cartacee?
La Danimarca non è sola in questa crisi. Deutsche Post in Germania ha annunciato 8.000 licenziamenti per il 2025, mentre Royal Mail nel Regno Unito valuta di ridurre la frequenza delle consegne. In Svizzera, La Posta ha chiuso centinaia di uffici negli ultimi anni.
Secondo uno studio di McKinsey del 2024, il volume di posta cartacea è diminuito del 30% o più in tutti i principali mercati europei rispetto al picco storico. La tendenza è universale, ma ogni paese reagisce diversamente. La Svezia, partner di PostNord, continuerà le consegne a giorni alterni. Francia e Italia mantengono il servizio, per ora.
Il caso danese potrebbe diventare un precedente per altri paesi europei. La Commissione Europea monitora la situazione, consapevole che l’obbligo di servizio postale universale diventa sempre più costoso da mantenere. La domanda cruciale: fino a che punto un servizio in perdita può essere considerato essenziale?
L’eredità digitale sostituisce la consegna lettere
La trasformazione danese riflette un cambiamento globale nelle comunicazioni. Le lettere d’amore sono diventate messaggi WhatsApp (e gli incontri… Lasciamo stare), le cartoline sono post su Instagram, le bollette arrivano via email. Anche le comunicazioni legali si stanno digitalizzando.
Restano 271.000 danesi ancora affezionati alla posta cartacea, soprattutto anziani e persone in zone rurali. Per loro, PostNord garantisce il rimborso dei francobolli già acquistati fino al 2026. Un gesto simbolico verso chi ha vissuto l’epoca delle lettere.
La Danimarca ha scelto di essere il primo paese europeo a dichiarare morta la consegna lettere tradizionale. Una decisione pragmatica che potrebbe fare scuola. Quando la nostalgia incontra l’economia, di solito vince quest’ultima.
Il futuro della comunicazione è già scritto, ma non su carta: e io che devo ancora digerire la fine delle cabine telefoniche!