Trentadue domande sono bastate a un algoritmo per capire che James Harter, 31 anni, aveva bisogno di qualcuno con cui poter parlare di architettura sostenibile e trekking in montagna. Due settimane dopo era al secondo appuntamento con Sarah, architetta appassionata di escursionismo. Non è magia, è Sitch: l’app di dating AI che ha trasformato il matchmaking in una scienza esatta.
Niente swipe, niente perdite di tempo, niente conversazioni che si spengono dopo due messaggi. Solo un algoritmo vocale che “vi conosce meglio di quanto vi conosciate voi” (cit.) e che vi presenta persone con cui potreste davvero costruire qualcosa. Il prezzo? 90 dollari per tre incastri. In compenso, però, funziona 9 volte su dieci. Anzi, di più: funziona nel 91% dei casi.
Il matchmaker che non dorme mai
Dietro Sitch c’è Nandini Mullaji, una trentenne che ha deciso di trasformare l’arte del fare da ruffiano in un algoritmo sofisticato. La sua app di dating AI non assomiglia a niente di quello che conoscete: niente foto da scorrere, niente bio di tre righe, niente incontri basati sulla geografia. Qui l’intelligenza artificiale vi chiama letteralmente al telefono e vi fa un’intervista che dura quanto serve per capire chi siete davvero.
L’algoritmo è stato addestrato su oltre 75 parametri di compatibilità sviluppati da Mullaji stessa, che prima di fondare la startup aveva già combinato migliaia di coppie “manualmente”. Il sistema utilizza la sua stessa voce clonata per creare un’esperienza che sembra umana ma che può scalare su migliaia di utenti simultaneamente.

La procedura? Vi registrate, pagate il vostro pacchetto di “setup” (così li chiamano) e aspettate la chiamata. L’algoritmo vi pone fino a 50 domande sui vostri valori, le vostre passioni, le vostre paure e i vostri obiettivi di vita. Non si accontenta delle risposte standard: vuole sapere come gestite i conflitti, cosa pensate del lavoro da remoto, se preferite le montagne o il mare. Una volta raccolti tutti i dati, l’AI crea il vostro profilo di compatibilità e inizia la caccia.
Dating AI: quando gli algoritmi battono Cupido
I numeri di Sitch sono impressionanti in un settore dove il successo si misura spesso in frazioni. Chad DePue, co-fondatore e ex dirigente di Snapchat, racconta che il 91% degli utenti ottiene un secondo appuntamento dopo il primo incontro organizzato dall’app. Un dato che fa impallidire qualsiasi altra piattaforma di incontri: su Tinder, la percentuale di conversazioni che si trasformano in appuntamenti reali è stimata intorno al 2%.
La differenza sta nell’approccio: mentre le app tradizionali puntano sul volume, Sitch punta sulla precisione.
Il segreto del dating AI di Sitch sta nella combinazione di tecnologie avanzate e intuito umano. L’algoritmo analizza non solo quello che dite, ma come lo dite: il tono della voce, le pause, le esitazioni. Riesce a capire se state mentendo sulla vostra passione per il teatro o se davvero odiate i cani. Una volta identificati i tratti compatibili e quelli contrastanti tra due profili, il sistema decide se vale la pena di farvi incontrare. Se entrambi accettate, vi aggiunge a una chat di gruppo con l’AI che fa da mediatore, assicurandosi che nessuno dei due faccia ghosting.
La startup ha raccolto 7 milioni di dollari di finanziamenti da investitori del calibro di Andreessen Horowitz e M13. Attualmente opera solo a New York, ma ha in programma l’espansione a San Francisco, Los Angeles, Chicago e Austin entro la fine del 2025. L’obiettivo dichiarato è diventare globale entro il 2030.
Il costo dell’amore algoritmico
Sitch ha una visione dell’amore che definirei “radical-capitalista”: se volete qualità, dovete pagare. I pacchetti partono da 89,99 dollari per tre setup, 124,99 per cinque e 159,99 per otto. Circa 30 dollari a presentazione, il prezzo di una cena veloce. La logica è semplice: chi è disposto a investire denaro per trovare un partner è più serio nelle sue intenzioni rispetto a chi scarica app gratuite per ammazzare il tempo. Anna Barber di M13 spiega che questo modello elimina i tipici “growth hack” delle app gratuite, che sono progettate per tenervi incollati il più possibile senza necessariamente farvi incontrare qualcuno.
Ma non tutti sono convinti. Nelle recensioni dell’App Store si leggono lamentele sui prezzi e su incastri che non si concretizzano. Un utente scrive: “25 dollari buttati, la persona ha smesso di rispondere dopo due messaggi”. Chiaramente, per quanto sofisticato, nemmeno il miglior dating AI può garantire la chimica umana. Può prevedere la compatibilità intellettuale, ma non può creare quella scintilla che fa battere il cuore.
Siamo costantemente sorpresi e entusiasti di quanto gli utenti si fidino di noi in termini di quello che condividono durante l’onboarding e quando forniscono feedback successivamente
Il futuro del dating AI sembra andare proprio in questa direzione: meno volume, più personalizzazione.
Come vi raccontavo tempo fa, le app tradizionali stanno mostrando segni di affaticamento, con utenti sempre più frustrati dallo swipe infinito e dagli incontri che non portano a nulla. Sitch potrebbe essere la risposta a questa “dating fatigue”, anche se al prezzo di trasformare l’amore in un servizio premium.
Alla fine, però, la domanda resta sempre la stessa: può un algoritmo, per quanto intelligente, catturare davvero l’imprevedibilità dell’attrazione umana? Forse la risposta la conosceremo solo quando questi “ruffiani digitali” diventeranno così bravi da farci dimenticare che sono delle macchine.