Cosa può aver visto un ragazzo di 15 anni nel 2006 che gli adulti del 2025 stanno capendo solo ora? Carlo Acutis, canonizzato santo oggi da Papa Leone XIV, aveva anticipato con precisione notevole l’evoluzione del mondo digitale. Il primo santo millennial non si limitava a creare siti web: vedeva oltre lo schermo. Aveva compreso che internet sarebbe diventato una dipendenza, che i social avrebbero creato false identità, che i giovani avrebbero poi cercato di fuggire da questa prigione dorata. Le sue intuizioni, raccolte nei suoi scritti e testimonianze, descrivono un futuro che stiamo vivendo proprio ora.
Carlo Acutis santo in una grande transizione
La canonizzazione di oggi arriva in un momento particolare della storia digitale. Proprio mentre Carlo diventa ufficialmente santo, i nativi digitali stanno iniziando quella che gli esperti chiamano “digital rebellion”. Secondo uno studio recente che abbiamo pubblicato qui su Futuro Prossimo, il 50% dei ragazzi americani (un’avanguardia, avendo iniziato ad usare il web prima degli altri) non si fida più delle aziende tecnologiche. Una sfiducia che il ragazzo milanese aveva predetto quando i social media erano ancora agli albori, e quelli attuali nemmeno esistevano.
Nel 2004, mentre creava la sua mostra digitale sui miracoli eucaristici, Carlo Acutis nelle sue riflessioni andava oltre l’aspetto spirituale, toccando il rapporto dell’uomo con la tecnologia. Aveva intuito che il rischio principale non era la tecnologia in sé, ma la perdita di controllo su di essa.
La madre di Carlo, Antonia Salzano, racconta come il figlio “oggi spegnerebbe social e cellulari”. La sua visione anticipava di vent’anni l’attuale movimento di disconnessione digitale dei giovani. Carlo Acutis, peraltro, limitava a un’ora settimanale anche l’uso dei videogiochi, percependo già i rischi della dipendenza tecnologica.

Il “patrono di internet” che immaginò in anticipo la sua crisi
L’ironia della storia vuole che Carlo Acutis, destinato a diventare “patrono di internet”, avesse previsto la crisi del mondo digitale. Le sue intuizioni emergono dalle testimonianze raccolte durante il processo di canonizzazione. Come riporta uno studio del 2024 pubblicato su Vativision, molti esperti cattolici di tecnologia vedono in lui un modello per affrontare l’era digitale senza perdere l’umanità.
La sua famosa frase, “Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie”, aveva anticipato la crisi di autenticità che oggi caratterizza i social media. Era il 2005 quando formulò questo pensiero, ben prima che Facebook conquistasse il mondo. Carlo aveva compreso che la tecnologia avrebbe spinto le persone a conformarsi, a perdere la propria unicità.
Un dettaglio raccontato dalla madre è particolarmente significativo: “A scuola la professoressa propose un tema: quando ti senti un genio? Lui iniziò scrivendo: quando uso il computer. Poi cancellò: quando rendo felici gli altri”. Questo aneddoto rivela una maturità straordinaria nel rapporto con la tecnologia: Carlo Acutis aveva capito che l’abilità tecnica doveva essere subordinata all’obiettivo umano.
Carlo Acutis santo: l’adolescenza come laboratorio del futuro
La canonizzazione di Carlo Acutis rappresenta un riconoscimento inedito: per la prima volta nella storia, un adolescente del XXI secolo diventa santo. Questo evento smonta definitivamente il pregiudizio che vede l’adolescenza come un vuoto valoriale. Al contrario, la figura di Carlo dimostra come questa fase della vita possa essere un laboratorio di esperienze che si proiettano nel futuro.
Il ragazzo milanese non era un asceta che rifiutava il mondo: giocava a calcio, amava i Pokémon, suonava il sassofono. Era un adolescente del suo tempo, ma con uno sguardo particolare sul futuro. Le sue intuizioni tecnologiche nascevano proprio da questa immersione completa nella cultura giovanile dell’epoca.
L’eredità digitale di un santo millennial
La mostra sui miracoli eucaristici creata da Carlo Acutis continua a girare il mondo, visitata da milioni di persone. Ma l’eredità più importante non è tecnologica: è l’approccio equilibrato al digitale che aveva sviluppato. In un’epoca in cui i nativi digitali cercano di riconquistare l’autenticità, le sue intuizioni diventano una bussola.
Il fenomeno Carlo Acutis attraversa confini geografici e religiosi. Dalla Cina al Brasile, dalla Nigeria agli Stati Uniti, i giovani trovano in lui un modello di come abitare il mondo digitale senza perdere l’anima. Non è un caso che la sua canonizzazione avvenga proprio quando l’umanità sta ripensando il rapporto con la tecnologia. La storia di questo quindicenne milanese, morto nel 2006 per una leucemia fulminante, dimostra che l’adolescenza non è una fase di attesa, ma un momento di straordinaria creatività e visione. Carlo Acutis aveva visto il nostro futuro digitale quando aveva solo 15 anni. E ci aveva già indicato la via d’uscita: rimanere umani, rimanere autentici, rimanere padroni della tecnologia che usiamo.
Oggi che diventa santo, le sue intuizioni sul futuro digitale suonano come un testamento per le nuove generazioni: la tecnologia è uno strumento potente, ma la vera connessione rimane quella umana.
- L’underconsumption-core è un trend o uno stile di vita che si oppone al consumismo eccessivo, soprattutto quello influenzato dai social media. Chi segue questo movimento cerca di utilizzare di più e comprare meno, preferendo la qualità alla quantità, riutilizzando scarpe, vestiti e prodotti fino all’ultimo, evitando gli sprechi. È una forma di consumo consapevole e sostenibile nata soprattutto tra le giovani generazioni (GenZ), che affrontano ansie legate a crisi economiche e ambientali, e che vogliono vivere con meno oggetti ma di valore e durata. Non è solo moda, ma anche un bisogno di autenticità e un modo per risparmiare e avere meno impatto sull’ambiente. ↩︎
- Il de-influencing è il fenomeno opposto dell’influencer marketing tradizionale: invece di spingere all’acquisto, i de-influencer scoraggiano i loro follower dal comprare certi prodotti, evidenziandone i difetti o suggerendo alternative più economiche, etiche o sostenibili. L’obiettivo è promuovere acquisti più consapevoli, ridurre consumi inutili e favorire un approccio più critico e meno materialista verso il consumo. Questo trend nasce in risposta alla crescente diffidenza verso le sponsorizzazioni e promozioni poco trasparenti sui social media, privilegiando onestà e autenticità nelle recensioni. ↩︎