185.000 trapianti di cornea all’anno nel mondo, 12 milioni di persone in lista d’attesa. I numeri della cecità corneale raccontano una storia di speranze infrante e attese infinite. Ma da Dubai arriva una protesi visiva che potrebbe riscrivere queste statistiche: un impianto che salta completamente il problema cornea, proiettando immagini da 450 pixel direttamente sulla retina sana.
La tecnologia combina occhiali smart con un microdisplay sistemato nell’occhio, che crea un ponte diretto tra il mondo esterno e il cervello. I primi test sugli umani sono attesi nel 2027. La cecità corneale sta per incontrare il suo più temibile avversario.
Come funziona la protesi visiva intracorneale
Il sistema sviluppato da Xpanceo e Intra-Ker rappresenta un cambio di paradigma radicale. Invece di tentare di riparare biologicamente la cornea danneggiata, la tecnologia la ignora completamente. Il cuore del sistema è un microdisplay da 450×450 pixel racchiuso in un package di appena 5,6 millimetri, sigillato e impiantato permanentemente nell’occhio.
Degli occhiali intelligenti catturano il mondo visivo attraverso una telecamera integrata. Questi dati vengono trasmessi via wireless al display interno utilizzando lo stesso sistema di comunicazione e alimentazione progettato per le lenti a contatto smart di Xpanceo. Il microdisplay riceve il segnale e proietta direttamente le immagini sulla retina, bypassando completamente la cornea opacizzata o danneggiata.
È un approccio che ricorda il visionario film “Fino alla fine del mondo” di Wim Wenders del 1991, dove si immaginava una tecnologia simile per registrare e riprodurre i sogni direttamente nel cervello. La differenza è che ora questa fantasia è diventata possibilità clinica.

Perché questa protesi visiva rivoluziona i trapianti
La cornea è il tessuto più trapiantato al mondo, ma il sistema attuale ha limiti evidenti. Massimo Busin, Presidente e CEO di Intra-Ker, spiega:
“Con i trapianti corneali tradizionali eseguiti ogni anno non riusciamo a sopperire alla domanda. C’è un bisogno critico di soluzioni che non dipendano dal tessuto donatore”.
I vantaggi della protesi visiva sono molteplici. Elimina l’attesa per i donatori, azzera il rischio di rigetto e offre una soluzione permanente. La procedura chirurgica, secondo Busin, non è più complessa di un intervento corneale standard, ma gli effetti sono radicalmente diversi.
I ricercatori dell’Università di Manchester hanno recentemente pubblicato su Nature Communications uno studio che dimostra come la retina artificiale liquida italiana possa ripristinare la funzione visiva anche in stadi avanzati di degenerazione. Progressi paralleli che valgono come una conferma: il futuro della vista artificiale sta rapidamente prendendo forma.
I limiti attuali e gli sviluppi futuri
Attualmente il prototipo offre una risoluzione di 450×450 pixel, sufficiente per riconoscere forme, ostacoli e movimenti di base. Un salto qualitativo enorme per chi vive nell’oscurità totale della cecità corneale, ma non è certo la visione perfetta

Valentyn Volkov, fondatore di Xpanceo, è ottimista: “Per l’uso clinico, miriamo a miniaturizzare l’intero sistema”. L’obiettivo è aumentare la risoluzione e ridurre ulteriormente le dimensioni dell’impianto.
Le attuali protesi retiniche come l’Argus II richiedono che i pazienti abbiano almeno 25 anni, retinite pigmentosa grave con percezione luminosa assente o debole in entrambi gli occhi, e cellule ganglionari conservate. La nuova protesi visiva intracorneale potrebbe ampliare significativamente il numero di candidati idonei.
Parallelamente, in Italia proseguono le ricerche sulla retina artificiale liquida. Come riportato da in questo articolo, i progressi nelle protesi bioniche stanno aprendo nuove possibilità per il recupero sensoriale.
Un mercato da 200 milioni di dollari
I test umani, come detto, potrebbero iniziare entro due anni, con un mercato potenziale stimato tra 50 e 200 milioni di dollari annui. Ma al di là dei numeri economici, l’impatto sociale potrebbe essere devastante. Milioni di persone attualmente escluse dalle soluzioni basate su donatori potrebbero finalmente accedere al ripristino della vista.
La strada verso la commercializzazione richiederà ancora tempo e test approfonditi, ma il proof-of-concept è stato dimostrato. Per la prima volta nella storia, abbiamo una alternativa concreta e scalabile ai trapianti di cornea. La cecità corneale, che ha afflitto l’umanità per millenni, potrebbe presto diventare un ricordo del passato.
Il futuro della vista sembrava così lontano, e ora sembra così vicino.