Qualcuno, da qualche parte, sta parlando con un’intelligenza artificiale in questo momento. Probabilmente con ChatGPT. Forse con Gemini, se è tra quelli che hanno provato Nano Banana e sono rimasti. Quasi certamente non con Claude, Perplexity o Grok, a meno che non lavori nel tech (o non sia Elon Musk in persona). Il 2025 doveva essere l’anno della grande battaglia delle AI consumer, con laboratori che sfornano modelli, app standalone, browser intelligenti e assistenti che promettono di cambiare tutto. Invece è stato l’anno in cui abbiamo scoperto che la maggior parte delle persone usa un’AI sola. E quella AI, nove volte su dieci, si chiama ChatGPT.
Ora che l’anno finisce, vale la pena guardare i numeri. E capire cosa succederà nel 2026, quando la partita potrebbe cambiare di nuovo.
AI consumer, ChatGPT domina ma non è “asso pigliatutto”
OpenAI ha tra gli 800 e i 900 milioni di utenti attivi settimanali su tutte le piattaforme. Google Gemini ne ha il 34% su desktop, il 40% su mobile. Gli altri? Rumore statistico.
Solo il 9% degli utenti paga per più di un abbonamento AI consumer tra ChatGPT, Gemini, Claude e Cursor (io ne testo tre su quattro, sono una mosca viola, neanche bianca). Il mercato sembrava destinato a esplodere in mille direzioni. Invece si è concentrato come una supernova al contrario: tutto verso un centro gravitazionale che si chiama ChatGPT, con Google che prova a non farsi risucchiare.
I dati raccontano una storia ancora più chiara: più di un terzo degli utenti mensili usa ChatGPT ogni giorno. Gemini si ferma al 21%. La retention a 12 mesi su desktop? ChatGPT 50%, Gemini 25%. Numeri che spiegano tutto: OpenAI ha costruito un’abitudine. Google sta costruendo traffico. E c’è una differenza enorme tra le due cose.
Meno del 10% degli utenti settimanali di ChatGPT visita anche solo una volta un altro provider di modelli AI consumer durante l’anno. Il mercato dell’intelligenza artificiale conversazionale non è “winner take all”, ma sta diventando rapidamente “winner take most”. OpenAI controlla la stragrande maggioranza degli utenti attivi.
Gli altri si dividono le briciole, con Google Gemini che cresce del 155% anno su anno contro il 23% di ChatGPT.
OpenAI ha messo tutto dentro ChatGPT
La strategia di OpenAI per il 2025 è stata chiara: un bombardamento massiccio, ma per concentrare tutto. Tanti nuovi modelli ed esperienze attraverso l’interfaccia esistente di ChatGPT: Pulse (aggiornamenti giornalieri), Group Chats, Record (trascrittore), Shopping Research, Tasks, Study Mode. Poi Agenti e Personalità come miglioramenti all’uso normale dell’AI consumer. Il problema? Nessuna di queste esperienze ha davvero sfondato in termini di utilizzo o retention. È difficile costruire un prodotto di prima classe dentro i limiti dell’interfaccia ChatGPT esistente.
ChatGPT sta anche diventando un posto dove gestire il lavoro. I Connectors danno accesso a G Suite, Microsoft, Notion, Stripe, Slack e altri: l’AI consumer può tirare fuori contesto e spingere azioni. L’Agent di ChatGPT può (in teoria) generare presentazioni e analisi. In pratica è ancora lento e pieno di bug. Ma l’intenzione è chiara: fare di ChatGPT il centro operativo per il lavoro individuale.
Due eccezioni alla strategia “tutto dentro ChatGPT”. La prima è Sora, che ha ottenuto un’app standalone quest’anno. Ha avuto successo come strumento creativo, con più di 12 milioni di download globali. Molto meno come app sociale, con una retention sotto l’8% a 30 giorni (le app consumer top hanno retention superiori al 30% a 30 giorni). La seconda è Atlas, il browser AI consumer di OpenAI. Arrivato dopo Comet di Perplexity e Dia di The Browser Company, ma potente e ben eseguito.
È disponibile solo su Mac, al momento, e meno del 5% degli utenti ChatGPT ha già visitato la pagina di download. L’uso è ancora minimo. Vedremo nei prossimi mesi.
Google ha fatto il contrario: superficie massima
Google ha avuto un 2025 massiccio in modelli e prodotti AI consumer. A differenza di OpenAI, Google ha creato più superficie per nuovi prodotti: ha lanciato modelli dentro Gemini e altri punti di accesso (AI Studio, Labs, Flow), ma anche esperienze standalone. Sul fronte modelli, Google ha guadagnato sicuramente i riflettori con Nano Banana e Nano Banana Pro. Nella prima settimana: 200 milioni di immagini generate, 10 milioni di nuovi utenti in Gemini. Veo 3, il modello video di Google, è stato il momento di svolta per l’AI consumer video: combina generazione visiva e audio come nessun altro aveva fatto prima.
Sul fronte prodotti, NotebookLM è l’esempio migliore di come Google lanci nuove interfacce di successo. È diventato virale a settembre 2024 e continua a crescere. Gli utenti web sono più che raddoppiati anno su anno a novembre. L’app mobile, lanciata a maggio, ha ora 8 milioni di utenti attivi mensili. Il prodotto continua a evolversi: generazione slide, video overview, infografiche.
Google ha rilasciato molti altri prodotti quest’anno con trazione relativamente modesta (Portraits, Doppl, Pomelli, Whisk, Gems), ma a differenza di OpenAI questi lanci non ingombrano l’esperienza di Gemini. Possono affondare o nuotare da soli, come ha fatto NotebookLM.
Google ha fatto progressi nell’integrare l’AI consumer nei suoi prodotti core, anche se più lentamente. Gemini è ora disponibile nel browser Chrome per interagire direttamente con le pagine. Altri lanci significativi includono “help me write” e “help me schedule” in Gmail (utilissimo, lo utilizzo con grande soddisfazione), “take notes for me” e traduzione vocale in tempo reale in Google Meets. La Google Suite esistente ha un vantaggio distributivo significativo. Ma la versione AI-native di ciascuno di questi prodotti potrebbe essere un’esperienza più potente. Anche qui vedremo.
Gli altri giocatori: Anthropic, Perplexity, xAI, Meta
Anthropic rimane concentrata sull’utente “prosumer”, e dentro quello, sull’utente tecnico. Quasi tutti i loro lanci consumer erano dentro Claude o estensioni di Claude (Claude for Chrome, Claude Desktop). Hanno lanciato strumenti molto potenti per fare lavoro: Skills e Artifacts, che sembrano pensate per utenti sofisticati. Non solo: Anthropic è stata la prima dei grandi laboratori AI consumer a lanciare uno sforzo dedicato verso generazione di slide, documenti e modelli. Nei miei test, il loro prodotto è molto più veloce e affidabile dell’Agent di ChatGPT. Ma di parecchio, eh.
Claude ha anche recuperato terreno su funzioni che ChatGPT aveva da tempo: Voice Mode, Memory, Web Search, Research. Ma questo sembra più uno sforzo per trattenere gli utenti già iscritti, che per attrarre nuovo pubblico.
E Perplexity? In Italia ha conosciuto una bella crescita anche grazie a un anno di Pro regalato a tutti gli utenti di TIM e gli iscritti Paypal (quindi a mezzo paese). I lanci più grossi sono stati Comet (probabilmente il primo vero browser AI consumer) e Email Assistant. Nessuno dei due è diventato virale mainstream, ma Comet ha più di un milione di utenti ed è ancora il mio browser AI consumer preferito. Perplexity continua a innovare nello shopping, dopo aver lanciato un assistente shopping AI-powered a fine 2024. Quest’anno hanno lanciato un agente commerce conversazionale e uno strumento virtual try-on che converte una foto in avatar digitale. Ad oggi, più di 20 milioni di utenti attivi mensili.
Menzione a parte per Grok & altri
Grok ha fatto molta strada quest’anno. A gennaio xAI ha lanciato Grok come app standalone (prima era solo un chatbot su X). A luglio xAI ha fatto rumore con il lancio di due “amici virtuali” (Ani e Rudi). Fino a quel punto, la maggior parte dei companion AI consumer erano solo voci. Grok ha cambiato le carte con personaggi completamente animati e personalità più controverse. Ad agosto xAI ha integrato i propri modelli immagine e video in Grok Imagine.
E rilasciano regolarmente modelli aggiornati con nuove capacità: Grok ora ha modelli text-to-video e image-to-video con audio (inclusa voce con lip sync). Potrebbe essere la crescita più veloce in termini di miglioramenti di capacità. Secondo SensorTower, Grok è passato da zero utenti all’inizio dell’anno a 9,5 milioni di DAU e 38 milioni di MAU a metà dicembre. Grok è anche più integrato nell’app X: ora puoi fare “long click” su qualsiasi immagine nella timeline per modificarla o farne un video con Grok.
Meta ha avuto un anno decisamente più difficile. L’azienda ha lanciato un’app standalone chiamata Meta AI ad aprile, pensata come posto per chattare con il tuo assistente AI consumer. Ma l’app è diventata virale solo a giugno, quando le persone hanno scoperto che gli utenti più anziani condividevano accidentalmente le loro conversazioni con il chatbot sul loro feed principale. L’app è stata rilanciata a settembre con “Vibes”, un feed scrollabile di video brevi generati dall’AI, dopo che Meta ha stretto una partnership con Midjourney. Le vibes (gioco di parole intenzionale) non sono state fantastiche, ma l’app Meta AI ha mostrato crescita costante, principalmente fuori dagli Stati Uniti. Ora è a 4,2 milioni di DAU e 26,6 milioni di MAU a metà dicembre, secondo SensorTower.
Dato chiave sul 2025: Google Gemini sta crescendo del 155% anno su anno in utenti desktop, contro il 23% di ChatGPT. E il tasso di crescita di Gemini è accelerato in ognuno degli ultimi cinque mesi.
I nuovi modelli di generazione immagini come Nano Banana sono un driver importante. Anche gli utenti a pagamento di Gemini stanno crescendo del 300% anno su anno, contro il 155% di ChatGPT. La retention degli utenti a pagamento è dello stesso tenore: 68% a 12 mesi per ChatGPT, 57% per Gemini misurato sulle coorti più recenti.
Cosa aspettarci nel 2026: OpenAI punta su Apps
OpenAI ha lanciato Apps, la nuova infrastruttura per permettere a sviluppatori terzi di costruire esperienze in ChatGPT. Se funziona, quella di OpenAI ha la possibilità di diventare la prima vera nuova piattaforma consumer. Ma combatterà contro le stesse forze dei Connectors: fornire abbastanza spazio per alimentare esperienze consumer magiche. Nel 2026 vedremo se Apps decolla davvero o se rimane un esperimento di nicchia per sviluppatori. Il rischio è che l’interfaccia ChatGPT sia troppo rigida per ospitare vere innovazioni di terze parti. L’opportunità è che ChatGPT diventi l’App Store dell’AI consumer.
Atlas, il browser AI consumer di OpenAI, potrebbe espandersi oltre Mac. Se OpenAI riesce a portare Atlas su Windows e mobile con la stessa qualità, potrebbe sfidare Chrome come browser predefinito per milioni di utenti. Si, il principale assistente AI consumer potrebbe diventare anche la porta verso internet: per ora, comunque, l’adozione è minima e Google ha un vantaggio distributivo enorme.
Google deve portare l’AI nella ricerca (davvero)
Google ha lanciato AI Mode in Search a maggio, ma al momento solo circa il 2% degli utenti settimanali ci interagisce. ChatGPT continua a erodere ricerca, e Google deve rispondere. Hanno recentemente mostrato Disco, che trasforma le tab di ricerca in app web interattive e personalizzate. Sembra il “biggest swing” che abbiamo mai visto da Google nell’innovare sulla loro UI core. Se funziona, potrebbe ridefinire cosa significa “cercare” qualcosa online. Nel 2026 vedremo se Google ha il coraggio di cannibalizzare Search con l’AI consumer o se continuerà a proteggere la gallina dalle uova d’oro.
NotebookLM continuerà probabilmente a evolversi come prodotto standalone di successo. Google potrebbe spingere più risorse qui, dato che è uno dei pochi casi in cui hanno creato un’esperienza AI consumer che le persone amano davvero. L’integrazione con Google Workspace potrebbe diventare più profonda (magari creando podcast con la propria voce clonata): immagina NotebookLM che analizza automaticamente tutti i tuoi documenti di lavoro e genera briefing giornalieri. O che partecipa alle riunioni e genera report strutturati senza che tu debba fare nulla.
Anthropic continuerà su Claude Code e prosumer
Nel 2026 Anthropic continuerà a investire lì, probabilmente con lanci pensati per lo stesso tipo di utente. Forse un’interfaccia di prima classe per analisi dati, o qualcosa di adiacente. Anthropic sembra aver trovato la sua nicchia: l’utente tecnico che vuole potenza e controllo, non semplicità. Il rischio è rimanere troppo di nicchia. L’opportunità è dominare completamente quel segmento mentre OpenAI e Google combattono per la massa.
Le acquisizioni di Perplexity (Read.cv, Visual Electric, Invisible, Carbon) suggeriscono espansione verso strumenti prosumer creativi e infrastruttura agenti. Nel 2026 potremmo vedere Perplexity lanciare prodotti completamente nuovi fuori dalla ricerca AI consumer. Un LinkedIn alternativo? Strumenti creativi visuali? Agenti che gestiscono workflow complessi?
La direzione non è ancora chiara, ma Perplexity sembra voler esplorare più strade invece di competere testa a testa con ChatGPT come assistente generale.
xAI promette film e giochi generati da Grok
Elon ha annunciato pubblicamente che dovremmo aspettarci un “film guardabile” e un “grande” gioco generato dall’AI consumer prima della fine del 2026 (ma aveva anche promesso una città su Marte entro il 2028, va detto). Se Grok riesce davvero a generare contenuti lunghi e interattivi di qualità, potrebbe cambiare completamente cosa ci aspettiamo dall’AI consumer. Non più solo assistenti che rispondono a domande, ma strumenti che creano intrattenimento personalizzato. Grok giocherà anche un ruolo ancora più grande nell’app X: Elon ha dichiarato che l’algoritmo sarà controllato dal modello che legge e guarda contenuti per “matchare” gli utenti con post che dovrebbero interessarli. L’AI consumer diventa l’algoritmo stesso.
Meta ha un team di ricerca stellare (letteralmente rubato ai migliori laboratori) e un vantaggio distributivo massiccio con Facebook, Instagram e WhatsApp. Nel 2026 vedremo se riescono a integrare l’intelligenza artificiale in questi prodotti in modo significativo. La traduzione AI consumer in Instagram Reels è solo l’inizio. Immaginate un feed Instagram completamente personalizzato dall’AI che genera contenuti specifici per ciascuno. O un WhatsApp che suggerisce risposte contestuali in tempo reale. Meta ha le carte per giocare, anche se finora non ha dimostrato di saperle usare nell’AI consumer.
Gli spazi bianchi per le startup AI consumer
I grandi laboratori stanno concentrando attenzione sui modelli, e nuove funzioni e interfacce principalmente dentro i loro prodotti esistenti. Questo lascia spazio enorme per nuovi arrivati che costruiscono esperienze consumer dedicate. Le aziende di modelli non hanno l’intuizione o, francamente, l’attenzione e le risorse per innovare fuori dalle loro aree di competenza principali.
Abbiamo già visto molti esempi: prodotti AI consumer che hanno “sfondato” e raggiunto milioni di utenti (e cresciuto i ricavi più velocemente di sempre) includono Replit, Gamma, Character AI, Suno, Eleven Labs, Manus, Krea, Lovable. Questi prodotti hanno tutti interfacce focalizzate che danno ai consumer superpoteri oltre quello che le aziende di modelli offrono da sole. Nel 2026 vedremo probabilmente esplodere una nuova ondata di startup AI consumer verticali: strumenti per designer, musicisti, educatori, medici. Interfacce specializzate che fanno un tipo solo di cose, ma lo fanno meglio di ChatGPT o Gemini.
Quando e come ci cambierà la vita
Nel 2026 l’AI consumer diventerà probabilmente invisibile. Non apriremo più un’app separata per parlare con ChatGPT o Gemini. L’intelligenza artificiale sarà integrata nel browser, nel sistema operativo, nelle app che usiamo ogni giorno.
Google Disco potrebbe trasformare come cerchiamo informazioni. Atlas potrebbe diventare il browser predefinito per milioni. Grok potrebbe generare una serie di successo. O forse no. Ma la direzione è chiara: l’AI consumer che smette di essere un prodotto e diventa l’infrastruttura.
Approfondisci
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Il 2025 ha chiarito una cosa: la battaglia dell’AI consumer non si vince con il modello migliore. Si vince facendo tornare le persone. Ogni giorno. Per mesi. ChatGPT l’ha capito prima degli altri. Google sta imparando in fretta. Gli altri stanno ancora cercando di capire quale partita stanno giocando.
Nel 2026 vedremo se qualcuno riesce davvero a scalfire il dominio di OpenAI, o se la concentrazione continua.
Forse tra un anno saremo qui a parlare di come Google ha ribaltato tutto con Disco. O di come le startup AI consumer hanno mangiato la torta mentre i giganti litigavano. O di come Grok ha generato il primo blockbuster completamente AI. Oppure ChatGPT avrà il 95% del mercato e la discussione sarà finita.