Se chiedessi a 10 tra voi lettori qual è secondo voi il maggiore problema che ostacola la diffusione su larga scala della auto elettriche, probabilmente in 3 dareste la colpa alle lobbies del petrolio (a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia di frequente) e in 7 dareste la colpa alle batterie convenzionali, troppo lunghe da caricare. Beh, avete tutti ragione.
I supercondensatori a grafene però sono una promessa più che concreta per risolvere il problema: sono in grado di caricare una batteria elettrica in appena 16 secondi.
Santhakumar Kannappan del Gwangju Institute of Science and Technology in Corea ed il suo gruppo di ricerca hanno costruito un dispositivo che a dispetto della ‘capienza’ energetica (riescono a immagazzinare un po’ meno energia di una normale batteria agli ioni di litio) sono in grado di caricare e scaricare le batterie in modo rapidissimo, e per diverse migliaia di cicli.
La tecnologia sperimentata consiste nel realizzare “spugne” di grafene immergendo polvere di questo materiale in acqua e bombardandola con ultrasuoni. La polvere così trattata viene poi “cotta” per 5 ore in contenitori rotondi a 140° e ad una pressione di 300kg per centimetro.
Cosa si ottiene con questa bella ricetta? Risultati impressionanti: 150 Farrad per grammo di capacità, in grado di conservare energia alla densità di 64 Watt/ora per chilo. Poco meno di una batteria al litio, ma capace di caricarsi nel tempo di contare fino a 10 (lentamente).
Non solo: dop o 10.000 cicli di caricamento il grafene conserva il 98% della sua capacità: garantisce una stabilità impressionante e promette bene per le automobili elettriche del futuro.
Per info maggiori ecco una nota di un altro plesso Universitario, quello americano della Cornell: https://arxiv.org/abs/1311.1548