Il tempo dell’hamburger sintetico si avvicina.
Appena due anni fa ne ho parlato qui, ricordate? Le previsioni erano di una probabile entrata in commercio entro 5 anni: l’ostacolo principale era rappresentato dal prezzo.
Nel 2013 realizzare un chilo di carne “creata in laboratorio” costava 620.000 euro circa. Due anni dopo il prezzo era di 85 euro, ed oggi è sceso a 20 euro.
I costi di produzione si stanno rapidamente avvicinando a quelli che garantiscono di farsi strada nel mercato, ed in effetti sono molte le startup che lavorano per realizzare l’hamburger sintetico (ed altri prodotti realizzati con cellule staminali animali).
L’industria globale della carne è un gigante da quasi 700 miliardi di euro. Anche i prezzi degli allevamenti “tradizionali” scendono vertiginosamente da tre anni a questa parte: oggi un chilo di carne di manzo costa alla base circa 7 euro, ma il gap con la carne sintetica si sta riducendo enormemente.
Negli ultimi due anni è raddoppiato il numero di ricercatori impiegati in questi progetti, il costo è 30.000 volte più basso, il tempo di realizzazione è di un quarto e il numero di prodotti è quintuplicato: oggi quattro aziende in California, una in Olanda, una in Israele realizzano gelatina animale, bianco d’uovo, carne di vitello e maiale, fegato di pollo.
I risultati sono sorprendenti: carne sintetica dal gusto ottimo (già due anni fa i test “al piatto” hanno dato risultati strepitosi) ottenuta senza torturare animali.
Che capacità hanno le staminali di produrre carne sintetica?
In teoria una capacità enorme: una singola cellula può dare vita, dividendosi, a 75 “generazioni” nell’arco di tre mesi: in altre parole una cellula staminale di tacchino sarebbe in grado di trasformarsi in una quantità di tessuti sufficiente a realizzare 20 miliardi di crocchette di tacchino. Venti. Miliardi. E’ una roba da manicomio.
I sondaggi commissionati dalle società che lavorano in questo campo comunicano che circa il 50% dei vegetariani mangerebbe tranquillamente l’hamburger sintetico e in generale la carne sintetica ottenuta in laboratorio, venendo meno le ragioni etiche alla base di questa scelta.
E l’ambiente?
Gli studi sulla carne in vitro potrebbero ridurre l’abuso di suolo del 99% e l’emissione di gas serra animali di oltre il 90% secondo Hanna Tuomisto, Agronoma alla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Non mancano anche voci più scettiche, che mettono già in guardia sui possibili rischi: secondo Carolyn Mattick della Arizona State University tutto dipenderà dai nutrienti adoperati per “alimentare” le cellule e trasformarle in tessuti. L’eventuale uso di glucosio potrebbe paradossalmente produrre più gas serra degli allevamenti tradizionali, perchè questo ingrediente andrebbe riscaldato prima dell’utilizzo.
Chissà se il futuro sarà “agrodolce” regalandoci carne ottenuta in speciali “bioreattori” senza più torture animali, ma un maggiore inquinamento ambientale: a volte non è tutto oro quello che luccica.
[note color=”green”]Le aziende che attualmente producono tessuti animali e carne sintetica: Gelcor, San Leandro, California – Perfect Foods, Berkeley, California – Clara Foods, San Francisco – Memphis Meats, San Leandro, California – Mosa Meat, Maastricht, Olanda – SuperMeat, Israele[/note]