Che siano sconvolgimenti sociali e politici, disastri naturali o quella quisquilia della pandemia globale, tre quarti del 2020 sono già passati. Ed è stato un anno horror. Per questo il 2020 è l'anno più sbagliato per parlare di felicità. O forse il più adatto.
Potremmo chiedere agli amici della Danimarca cosa ne pensano. Dopotutto è uno dei paesi sempre ai primi posti nelle classifiche di vivibilità. Il mese scorso a Copenaghen, la capitale che ospita spazi centrati sul benessere, è stato inaugurato The Happiness Museum, il museo della felicità. È il primo al mondo di questo genere (a Londra c'era una sorta di esposizione con questo nome, ma non trattava il tema in modo organico).
Alla ricerca della felicità
La curiosa (e spero beneaugurante) installazione è curata da un influente think thank danese, che si chiama (neanche a farlo apposta) The Happiness Research Institute.
Lo scopo dell'Istituto è quello di supervisionare la ricerca sul benessere mentale e la qualità della vita. Il museo della felicità è inteso proprio come una vetrina che illustra tutto il microcosmo delle loro scoperte.

La nostra speranza è che dopoa visita al museo della felicità gli ospiti ripartano un po 'più saggi, un po' più felici e un po 'più motivati a rendere il mondo un posto migliore
Meik Wiking, CEO di The Happiness Museum
Come è fatto il Museo della felicità?
È difficile mettere la felicità in una teca di vetro, per cui le otto sale del Museo della Felicità ospitano mostre interattive che esplorano la felicità da diverse prospettive. Si va dal tecnico al giocoso; dai tomi medievali sulla contentezza, all'uso di uno specchio per scoprire quale lato del viso della Gioconda stia effettivamente sorridendo.
La sala sulla "Politica della Felicità" indaga sul legame (spesso imperfetto) tra ricchezza e felicità, mentre la sala della "Felicità in giro per il Mondo" è ricoperta di post-it contenenti ricordi e riflessioni scritti dagli stessi visitatori.

Le mostre del museo della felicità pongono spesso interrogativi etici ed emotivi impegnativi. Del tipo:
- Se potessi vivere in una specie di Matrix piena di felicità artificiale, lo faresti?
- Potresti o vorresti comprare la felicità?
- Restituiresti davvero un portafoglio smarrito che hai trovato per terra?
Altre stanze includono la scienza, la storia e la geografia della felicità, che incorporano di tutto, dall'AI dotata di intelligenza emotiva a una mappa del mondo che classifica i paesi in base alla felicità.

Siamo nel 2020 (come dimenticarlo?), per cui se di felicità ne vediamo poca, puntiamo almeno alla sicurezza. Per questo i protocolli per il Covid-19 del museo includono un rigoroso sistema a senso unico e un limite di 50 ospiti per volta.