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A volte certe invenzioni sono troppo belle per essere vere. Oppure il difetto è nel design, un errore che altri includeranno in un dispositivo più avanzato. Altre volte, l'idea era un bluff che serviva solo a fare soldi e scappare.
Le invenzioni che falliscono, però, spesso diventano importanti quanto quelle che sfondano. Dopotutto, la maggior parte delle scelte peggiori che facciamo nella vita prepara quelle migliori. C'è sempre qualcosa di brillante che si nasconde ai margini della tecnologia.
Ecco 9 invenzioni che sono partite alla grande e poi... beh, poi lasciamo perdere.
1. La penna elettrica di Thomas Edison


Thomas Edison deteneva 1.093 brevetti per altrettante invenzioni dopo la famosa lampadina a incandescenza, oltre alle prime fotocamere cinematografiche. Ma pochi sanno che tra le sue invenzioni nel 1875 tirò fuori anche la penna elettrica.
In particolare, la penna utilizzava l'alimentazione da una batteria collegata e lasciava un segno attraverso piccoli fori: una sorta di pistola per tatuaggi, ma senza inchiostro. Ovviamente, questa invenzione non è sopravvissuta al XIX secolo, ma prima di rinunciarvi Edison vendette il suo brevetto ad Albert Blake Dick, che trasformò la meno brillante delle invenzioni di Edison nel ciclostile, la prima fotocopiatrice standard per uffici.
Successivamente, unita a un serbatoio di inchiostro, il brevetto sfortunato di Edison rese possibili (indovinate?) proprio le pistole per tatuaggi.
2. Ask Jeeves, il Google che non ce l'ha fatta


A metà anni '90 Internet era così nuovo che la maggior parte delle persone non ne aveva mai sentito parlare. E per chi usava motori di ricerca, il più accattivante era Ask Jeeves. Ask Jeeves (vedere alla voce: invenzioni ante Google) è stato il primo motore di ricerca a comprendere le query in linguaggio naturale.
Il povero Jeeves non è arrivato negli anni 2000: Google gli ha rubato la scena con una tecnologia migliore, una interfaccia più semplice e un modello pubblicitario infallibile. Addio, Jeeves. Eri bello.
3. Il videotelefono di AT&T
In "2001: Odissea nello spazio" i personaggi comunicavano con la famiglia e gli amici dall'altra parte del sistema solare... con i videotelefoni! Oggi, alcuni di noi parlano più attraverso gli schermi che di persona. I tempi, si può dire, sono maturi (e altre novità si annunciano, l'ultima è di Zoom).
Anni fa qualcuno è partito troppo presto, però. AT&T svelò al mondo un "Picturephone" addirittura nel 1964. Se volete sapere quanto male è andata, ecco il post in cui ne parlo.
4. Un robot per aiutare a leggere


Oggi si leggono sempre meno libri: qualcuno già decenni fa previde il problema, e cercò invenzioni per rimediare. Inventato nel 1963, il Robot Readamatic puntava ad aiutare i lettori lenti ad accelerare il loro ritmo mostrando una riga di testo alla volta. Il braccio del dispositivo si muoveva a ritmi personalizzati per mantenere il lettore concentrato sulla linea a portata di mano.
Sembra un sacco di ingegneria per qualcosa che chiunque potrebbe fare con un righello, un cronometro e una mano.
Vabbè, chissà perché è fallito. E sicuramente non tornerà, perché abbiamo nuove invenzioni per la lettura, tra ebook, audio book e assistenti vocali.
5. La Boat Car
È un'auto che galleggia o una barca che guida? Non lo sapremo mai, vero?
Le prime invenzioni di un veicolo anfibio che va su strada e nell'acqua risalgono alla metà del XX secolo. Tutti pensavano che fossero la prossima grande novità, come gli alieni su Marte. In diversi decenni, a parte lodevoli (e bizzarri) tentativi, le auto-barche o barche-auto non hanno sfondato, a meno che Elon Musk (come ha twittato lo scorso giugno) non realizzi davvero un Cybertruck anfibio.
6. La monoruota


Lo avete pensato ad ogni foratura, confessatelo: a che servono quattro ruote, quando potremmo fare con una sola? Tra le invenzioni più ioniche, quella della monoruota è la più longeva: conta appassionati fin dal 1869, anno della sua prima comparsa.
Sono 152 anni di fallimenti, grazie.
C'è un colpo di scena: l'estate scorsa, in piena crisi Covid, un team di studenti di ingegneria della Duke University ha costruito e testato quella che punta ad essere la monoruota elettrica più veloce del mondo. Mirano a battere il Guinness World Record, fissato a 70 mph (112,65 km / h). La aiuterà ad affermarsi dopo un secolo e mezzo?
7. Il tablet di Bill Gates, e perché non è diventato l'ipad


Invenzioni come questa entrano di diritto nella rubrica "il futuro che non fu mai". Prima che l'iPad raggiungesse la supremazia dei tablet, Microsoft ci provò con un suo prodotto. All'epoca Bill Gates dirigeva ancora attivamente la società e nel 2000 disse: "il nostro tablet diventerà la forma più popolare di PC venduta in America entro cinque anni".
Errore clamoroso. Il problema era che Microsoft pensava che il suo tablet avrebbe sostituito i computer desktop. Apple (nel 2010) portò un prodotto diverso, per completare e non sostituire computer desktop e laptop. E stravinse. Oggi, a distanza di anni, le idee convergono: Microsoft Surface e Apple IPad Pro sono tablet che possono egregiamente sostituire molti dei PC desktop.
8. Una fotocamera per gli ufo


No, non sto scherzando. Invenzioni assurde ne abbiamo? Tempo fa, negli anni '50, i rapporti sugli avvistamenti di UFO erano così abbondanti che l'aeronautica degli Stati Uniti si avvalse dell'aiuto della popolazione generale per scoprire cosa diavolo stesse succedendo.
E introdusse la Flying Saucer Camera, che integrava un secondo obiettivo per consentire anche a fotografi dilettanti di determinare l'identità degli oggetti in volo. Il primo obiettivo scattava una foto convenzionale, mentre il secondo suddivideva le luci nei loro colori compositi. Le luci create con la tecnologia umana sarebbero state immediatamente riconoscibili. Che qualcuno possa confermare o meno un oggetto di origine non terrestre, sembra che l'Air Force abbia sottovalutato la voglia del pubblico di godersi il mistero più di spiegazioni deludenti.
9. Theranos, il flop più fragoroso degli ultimi anni


Questa finisce dritta tra le invenzioni che avremmo voluto esistessero, ma ahimè.
Alcuni anni prima della pandemia, una società chiamata Theranos affermò di avere una nuova macchina in fase di sviluppo in grado di eseguire diversi test automatizzati di campioni (minuscoli) di sangue. La fondatrice di Theranos Elizabeth Holmes, imprenditrice iconica che emulava i guru dell'high tech, chiamò queste invenzioni "miniLab".
L'obiettivo della Holmes era quello di far approvare il dispositivo dalla FDA per l'uso in emergenza, essendo in grado di rilevare anche, tra gli altri, il virus Zika.
Mentre il mondo aspettava che la Holmes mostrasse quella che poteva essere una tecnologia rivoluzionaria, lei raccolse quasi 1 miliardo di dollari di capitale degli investitori. Ma non c'era nessun dispositivo magico di rilevamento Zika. Almeno, non uno funzionante. Theranos è stata chiusa e la Holmes indagata.
Come detto, di queste invenzioni fallite o millantate ci resta tanto: l'esperienza, prima di tutto. Quella cosa che rende oro ogni fallimento, ed è l'anticamera di ogni successo.