I ricercatori dell'USC hanno invertito i danni all'udito dei topi attivando una capacità rigenerativa che hanno da neonati e pensano che potrebbe consentire di invertire la perdita permanente dell'udito anche negli esseri umani.
La perdita permanente dell'udito è un effetto collaterale comune dell'invecchiamento: colpisce oltre il 60% delle persone che raggiungono l'età pensionabile.
Invertire la perdita dell'udito potrebbe migliorare la vita di decine di milioni di persone, consentendo loro di vivere in modo indipendente e più a lungo.
Il "dono" speciale dell'udito
L'orecchio interno contiene due tipi di cellule sensoriali. Ci sono "cellule ciliate", che sono simili a capelli e ricevono vibrazioni sonore, e ci sono anche cellule di supporto, che svolgono un ruolo nella struttura e nella funzione dell'udito dell'orecchio interno.
Le cellule ciliate sono molto delicate. Possono essere danneggiate, fino a produrre la perdita dell'udito, da rumori forti, infezioni, alcuni farmaci e in generale dall'invecchiamento. La morte di una singola cellula ciliata può influenzare pesantemente l'udito e quando una cellula ciliata è scomparsa, è andata per sempre.
O almeno così abbiamo sempre pensato.
Il ripristino dell'udito nei topi
Per circa una settimana dopo la nascita, i topi possono invertire eventuali danni ad orecchio e udito trasformando le cellule di supporto in cellule ciliate. Un processo chiamato "transdifferenziazione".
In un nuovo studio, i ricercatori dell'USC hanno determinato che una molecola chiamata H3K4me1 è la chiave di questa capacità rigenerativa. Mantiene i geni per le cellule ciliate "innescati" all'interno delle cellule di supporto, come i giocatori in panchina, pronti a scendere in campo.
Se le loro cellule ciliate sono danneggiate, le cellule di supporto vicine le trasformano e le sostituiscono. Dopo una settimana dalla nascita, però, i topi perdono questa molecola e la capacità di riparare la perdita dell'udito.
I ricercatori hanno dato ai topi un farmaco che ha esteso la presenza di H3K4me1, e con essa anche la capacità di rigenerazione delle cellule ciliate.


Dai topi agli uomini
Considerato il successo dei test sui topi, i ricercatori sospettano che anche gli esseri umani potrebbero invertire la perdita dell'udito attraverso la transdifferenziazione.
Diversamente dai topi, che hanno questo "superpotere" ad una settimana dalla nascita, noi perdiamo questa capacità prima ancora di nascere.
Certo, se l'ipotesi del team è giusta, si potrebbe innescare la crescita di nuove cellule ciliate nelle nostre orecchie e ripristinare la capacità uditiva. Ma come?
"Il nostro studio aumenta la possibilità di utilizzare farmaci terapeutici, editing genetico o altre strategie. Potremmo apportare modifiche epigenetiche che sfruttino la capacità rigenerativa latente delle cellule dell'orecchio interno per ripristinare l'udito", ha affermato Neil Segil, ricercatore della USC.
Oltre il suono
Segil ha anche ipotizzato che, un giorno, questa tecnica potrebbe essere utilizzata anche per rigenerare altre parti del corpo.
"Modifiche epigenetiche simili possono anche rivelarsi utili in altri tessuti non rigeneranti, come la retina, i reni, i polmoni e il cuore".