Quasi ogni volta che parliamo di concept di VTOL (velivoli a decollo e atterraggio verticale), ci troviamo davanti la versione ridotta di un aereo che può trasportare quattro-cinque persone e alcune merci. Una società con sede in Israele, Urban Aeronautics, è determinata a creare la prima tra le macchine volanti che sembrano automobili, senza ali. E sembra stiano facendo un ottimo lavoro.
L’anno scorso mi sono passati davanti alcuni modelli di VTOL: SkyDrive, City Hawk e Cyclocar. La caratteristica che li accomuna è che la loro forma ricorda il design tradizionale di un’automobile. A parte la promessa di trasportare più persone per viaggi più brevi, il più grande vantaggio di queste macchine volanti sarebbe che non richiedono piste specifiche per l’atterraggio.
Macchine volanti e dove crearle
Nimrod Golan-Yanay, CEO di Urban Aeronautics, la mette sul pratico. A inizio anno ha detto semplicemente che dove i concorrenti possono far atterrare un aereo, Urban Aeronautics può farne atterrare quattro. Quattro a uno e via. Questo non solo permette a Urban Aeronautics di trasportare più persone in uno spazio limitato, ma significa anche più entrate dall’infrastruttura aeroportuale. Pochi operatori VTOL saranno in grado di far atterrare i loro aerei sui tetti e sulle strade della città, cosa che le macchine volanti dell’azienda israeliana promettono di fare.
La scelta progettuale dell’azienda vanta un primato anche per altri due motivi. Primo, non contempla parti mobili esterne che possono accumulare ghiaccio o aumentare rischi come la collisione con le linee elettriche durante il volo urbano. Secondo, e più importante, queste macchine volanti non guardano all’elettrico ma all’idrogeno. Urban Aeronautics ha stretto accordi con HyPoint società californiana che ha una tencnologia proprietaria per immagazzinare l’idrogeno in cilindri di fibra di carbonio sull’auto. Con questa tecnologia, il team israeliano confida di avere un sistema di propulsione con una densità di energia 20 volte superiore rispetto alle batterie elettriche.
Qualche dato sulle macchine volanti di Urban Aeronautics
La portanza di questi velivoli è generata da ventilatori intubati controrotanti completamente chiusi, posizionati sia nella parte posteriore che in quella anteriore. Dopo anni di test, quest’anno l’azienda ha presentato un esterno più elegante che può sfrecciare a una velocità massima di 150 mph (241 km/h) con un’autonomia di circa 100 miglia (160 km). I livelli di rumore? Abbastanza accettabili, sui 78 dB.
Mentre la società punta al lancio della sua nuova versione di queste macchine volanti entro l’inizio del 2022, c’è molto lavoro in corso sul display di volo primario head-up. Un vero e proprio “assistente di volo” che sfrutterà i dati di sensori a 360 gradi: tutto bello, ma di questo la società non ha ancora rivelato i dettagli, e quindi lo prendo con le pinze.
Chi sarà ad adottare per primo queste nuove macchine volanti? In Urban Aeronautics ne sono certi: Dubai, già molto interessata al fenomeno di droni ed aerotaxi, farà da apripista.