Il recente atteggiamento di Putin nei confronti della vicina Ucraina ha già prodotto il rilancio della NATO come organizzazione più "assertiva". Possibile che il bellicoso pater familias russo arda dalla voglia di cacciarsi da solo nei guai? A sentire tutti i nostri media (piuttosto bidimensionali e monodirezionali) sembrerebbe proprio di si.
Fingerò che sia così, anche se in queste osservazioni di qualche settimana fa consideravo difficile un conflitto armato (propendendo più per una cyberwar).
Perchè Putin starebbe commettendo così tanti errori?
Analizziamo la situazione secondo una prospettiva storica. Tutti si aspettavano che alla fine della Guerra Fredda (e dell'Unione Sovietica) prevalesse uno scenario di sviluppo e cooperazione internazionale.
La globalizzazione ha reso più interdipendenti le nazioni su temi cruciali: finanza, commercio, scambi culturali. Eppure le aggressioni non si sono fermate certo nel 1991: già dall'agosto del 1990, anzi, era iniziata la Prima Guerra del Golfo. Avremmo via via assistito alla guerra in Jugoslavia, alla prima Guerra in Cecenia, alla seconda Guerra del Golfo e soprattutto al lungo periodo di "guerra al terrore", che in qualche misura continua anche oggi.
Non solo Putin, dunque: ma non possiamo fingere che la sua presenza non abbia avuto una certa coerenza d'azione. Nel marasma generale a cavallo tra gli anni '90 e gli anni 2000, infatti, proprio il Presidente Russo ha mostrato di avere l'intenzione di non perdere terreno e non assecondare una ulteriore "pacifica disgregazione". Lo testimonia la Seconda Guerra Cecena del 1999, condotta in linea (anzi, di più) con quelle che furono le strategie di Eltsin di 5 anni prima.
Cosa è cambiato da allora? Verrebbe da dire "niente".
Nessuno può seriamente mostrarsi sorpreso di quanto sta accadendo in Ucraina. Putin ha sempre esercitato una spinta "centrifuga" verso le repubbliche che prima facevano parte del blocco sovietico, e dall'altro lato gli Stati Uniti hanno sempre provato a "strapparne" quante più possibili a quella sfera di influenza.
I russi stessi, che per la maggior parte non rimpiangono affatto il comunismo, concordano nel dire che la dissoluzione dell'Unione Sovietica sia stata una grande tragedia. La perdita di potere militare, sociale, politico preoccupa i russi più di ogni altra cosa, e li ha spinti a fidarsi sempre di più della figura di Putin: sbaglia chi ritiene che la sua presenza sia garantita solo dalla ferocia nel difendere le sue posizioni di potere.
Nel 2014, la "reputazione" da leader di Putin è ulteriormente cresciuta dopo l'incorporamento di fatto della Crimea nella federazione russa. Una mossa popolarissima in Russia, che probabilmente ha aumentato a dismisura anche la sua autostima.
Quanto? Tanto da fargli acquisire una lucidità strategica fuori dal normale? O da fargli commettere una mossa disperata e senza uscita?
Ucraina, Nasha zemlya


I russi si mostrano da tempo molto preoccupati che l'inclusione dell'Ucraina nella NATO: sarebbe un grande rischio per gli interessi nazionali. Ironicamente, uno dei motivi per cui l'Ucraina non è ancora un membro della NATO è perché nel patto Atlantico avevano paura di portare un paese così inaffidabile e politicamente instabile nell'ovile. Un quadro che potrebbe cambiare nel tempo: e che probabilmente Putin vede come "inevitabile" nel medio periodo.
Ha ragione. La NATO vuole espandersi ad Est, è una tendenza altrettanto chiara, solo i media occidentali la omettono per dipingere un quadro a senso unico. E i cittadini russi, prima ancora che Putin, vedono questa espansione non solo come una minaccia, ma come un tradimento.
Perchè? Perchè nei negoziati del 1989 che portarono alla fine della Guerra Fredda, al ritiro delle truppe sovietiche dalla Germania Est e all'unificazione della Germania nel 1990, i russi ricevettero rassicurazioni che le forze della NATO non sarebbero avanzate più a est.
Naturalmente, non c'erano discussioni all'epoca per estendere la NATO alle ex nazioni del Patto di Varsavia o anche alle ex repubbliche sovietiche, perché l'Unione Sovietica non si era ancora dissolta e manteneva il controllo della maggior parte di quelle regioni. La situazione è cambiata abbastanza drammaticamente già due anni dopo. Quelle garanzie, tuttavia, erano considerate dalle élite russe come una promessa.
E le manovre di "riconquista" dell'Ucraina, percepita come Nasha Zemlya, ("terra nostra"), il risarcimento per questa promessa tradita. A partire dalla Crimea.
Il primo atto potrebbe essere stato proprio quello
Dopo l'indipendenza, l'Ucraina ha sperimentato un'alternanza di maggioranze elettorali filorusse e antirusse per i successivi tre decenni. Quando il movimento anti-Mosca si è organizzato (magari con qualche aiuto dall'Estero), la Russia ha temuto di non poter più avere opzioni politiche per "vincere" le elezioni in Ucraina e gestire una "stretta" cooperazione tra le due nazioni.
La crescita (magari con qualche aiuto, anche qui) di movimenti separatisti nelle province al confine tra Ucraina e Russia e la successiva guerra civile sono state una conseguenza di questa paura, ed insieme il pretesto per Putin, con il quale esercitare pressioni e ottenere concessioni. Fino ad oggi.
Perché Putin minaccia l'Ucraina adesso?


Questo è il nodo dell'intera questione, a mio avviso. E non a caso è la domanda che si pongono tutti. Ancora una volta, la sua azione è causa o conseguenza? Putin ha valutato il ritiro USA dall'Afghanistan come un segno di debolezza (unito alla leadership oggettivamente debole di Biden) e vuole approfittarne per un colpo di mano, o teme che proprio questa debolezza sul fronte Orientale si traduca in un "rilancio dell'accerchiamento NATO" (facciamo prima a dire USA) intorno alla Russia?
Non ci è dato ancora sapere. Quello che registriamo, però, è che la paventata invasione Russa viene sventolata da settimane come imminente da media che sembrano non aspettare altro, imbeccati da una regia strategica. Emblematico il caso di Bloomberg che qualche giorno fa ha battuto "per errore" la notizia inesistente di un'invasione, con tanto di resoconto delle operazioni.
Perchè gli USA hanno questa "voglia matta" di invasione Russa? Anche loro provocano per bluffare, o non vedono l'ora che accada?
A chi nuocerebbe di più l'invasione dell'Ucraina?
Vorrei provare a rispondere a questa domanda, ma occorre premettere due cose.
Prima: Putin dalla sua, se volesse invadere l'Ucraina, ha almeno un paio di opzioni. La prima è occupare l'intero paese e (forse) incorporarlo nella Federazione Russa. La seconda è espandere il territorio sotto il controllo russo: ad esempio, occupando solo la regione costiera a Sud ampliando l'area attualmente occupata. Sono territori occupati da persone che parlano russo in maggior parte, e si considerano russe. Poca fatica per controllarlo, altra botta di autostima. Un'autostima necessaria, perchè il declino delle sue "azioni" presso il popolo Russo potrebbe rappresentare la seconda, definitiva dissoluzione di un blocco. Almeno per i sostenitori di Putin.
Seconda: la Russia ha senza alcun'ombra di dubbio tutta la capacità di invadere l'Ucraina. Può sconfiggere ad occhi chiusi l'esercito ucraino, che manca della capacità necessaria di difesa aerea. Un'occupazione a lungo termine dell'Ucraina però potrebbe essere un bagno di sangue: difficile che la Russia possa "pacificare" l'Ucraina e controbattere una lunga "resistenza attiva". Il costo di un'invasione, e qui rispondo alla domanda, sarebbe enorme.
L'invasione dell'Ucraina, a mio avviso, nuocerebbe molto, molto di più alla Russia.
Per questo gli USA non desiderano altro.


Ancora una volta lo scenario "ideale" per riaffermare la propria potenza, questa volta con un maggior coinvolgimento anche delle nazioni europee. Come fu all'indomani dell'11 settembre, gli USA hanno l'occasione di militarizzare ulteriormente la NATO e accerchiare ulteriormente la Russia.
Nel caso di un attacco, le sanzioni economiche imposte dagli alleati della NATO metterebbero una morsa sull'economia della Russia, farebbero crollare il suo sistema bancario, farebbero perdere al rublo gran parte del suo valore e farebbero crollare il tenore di vita dei russi. A chi giova?