Amo Pompei: come potrei non amarla? Ho una macchina del tempo praticamente ad un passo da casa. La quantità di storia e di arte presente in uno spazio così ristretto è inimmaginabile: ognuno di noi dovrebbe andarci almeno una volta nella vita.
Per i giovanissimi che non la conoscono, se esistono, voglio raccontarvela come la sinossi di una serie Netflix: Pompei è un antico sito archeologico situato vicino a Napoli, nell'Italia meridionale. Pompei, come la sua vicina Ercolano (ora altro sito archeologico), fu sepolta da una catastrofica eruzione del Vesuvio, un vulcano che ricoprì di cenere la città e i suoi abitanti nel 79 d.C.
Grazie all'eruzione, però, Pompei è stata conservata nei minimi dettagli: I murales romani decorano ancora alcune delle ville della città, il cibo di 2000 anni fa si trova ancora nei mercati all'aperto e le figure delle sfortunate vittime dell'eruzione sono ancora avvolte nella cenere, con le loro posizioni finali e le espressioni facciali ancora distinguibili.

Capite la figata? E ancora non vi ho detto la notizia del giorno
In una nuova ricerca pubblicata su Scientific Reports (ve la metto qui), un team di ricercatori descrive il primo genoma sequenziato dai resti di Pompei. I ricercatori hanno estratto il DNA da due persone, un maschio e una femmina, trovate nella villa conosciuta come "Casa dell'artigiano".
In base alla loro posizione e all'ubicazione nell'abitazione, si pensa che siano morti all'istante nel flusso piroclastico, una nube in rapido movimento di cenere surriscaldata e altro materiale vulcanico. L'uomo di età compresa tra i 35 e i 40 anni era alto circa 1,60m (5 piedi e 4 pollici). La donna, di oltre 50 anni, alta 1,52m (5 piedi).
Le fasi del sequenziamento dell'uomo morto a Pompei nel 79 d.C.
I ricercatori hanno estratto e sequenziato il DNA dalla parte petrosa dell'osso temporale, un segmento a forma di triangolo situato vicino alle nostre orecchie che conserva il DNA in modo notevole. Nonostante entrambi i corpi studiati a Pompei offrissero DNA recuperabile, gli scienziati sono stati in grado di sequenziare solo il genoma dell'uomo, ricavandone nuove informazioni su storia genetica e salute.
Il genoma è stato confrontato con i dati noti di antiche popolazioni e con il DNA di 471 persone dell'attuale Eurasia occidentale. Interessante notare come il DNA dell'uomo ereditato dalla madre, noto come DNA mitocondriale, era paragonabile a quello delle persone che vivono nell'odierna Sardegna.
Nel complesso, tuttavia, il pompeiano sequenziato era geneticamente più vicino agli individui che vivevano nell'Italia centrale a partire dall'età Imperiale.Il team ha trovato anche il DNA di un batterio noto per provocare la tubercolosi spinale, un'infezione che esiste ancora oggi: un indizio che l'uomo era malato.
CSI Pompei
Questo straordinario lavoro suggerisce che in diversi altri corpi a Pompei potrebbero celarsi tantissime informazioni genetiche. Con i progressi futuri della ricerca (e la bontà del vulcano, che qualcuno dice sia in una pausa molto lunga) potremo ottenere uno sguardo ancora più dettagliato su questo incredibile quadro storico che sfida il tempo.
Nel mentre, una tecnologia a quattro zampe pattuglierà le stradine della città per vigilare sullo stato dei luoghi.