Immaginate di poter fare un reset completo del pianeta Terra. Di poter cancellare ogni forma di vita sulla Terra e ricominciare da zero. Sembra un’idea un po’ morbosa, ma per tre scienziati delle università di Oxford e Harvard fu semplicemente un esercizio di calcolo. Che qualche anno fa ha dato una risposta piuttosto bella e incoraggiante. Per la Terra, dico. Però l’ho trovato un messaggio importante anche per noi, suggestivo in questo anno appena iniziato.
Cosa ci vorrebbe per sterilizzare completamente il nostro pianeta, dunque? I ricercatori scoprirono che, nonostante tutto ciò che l’universo potrebbe lanciarci contro, la vita sulla Terra sarebbe in grado di sopravvivere praticamente a tutto. Questo ci fa comprendere come la vita sia più tenace di quanto pensiamo.
La Terra ha ancora tanta strada davanti
Per arrivare alle loro conclusioni, gli scienziati hanno osservato gli esseri più “highlander” di sempre. No, non siamo noi. Sono i tardigradi. Sissignore. Hanno scoperto che i tardigradi, noti anche come orsi d’acqua, sono le creature più resistenti che esistano. Questi microscopici esseri sono in grado di sopravvivere a temperature estreme, radiazioni, fame per decenni e persino al vuoto dello spazio. Dopo aver analizzato diversi fattori, gli scienziati hanno concluso che l’unico modo per eliminarli (e quindi far fuori “gli ultimi sopravvissuti” e la vita sulla Terra) sarebbe far bollire l’intero oceano.
Non è un evento molto probabile: richiederebbe un asteroide gigantesco (quasi un altro pianeta), una supernova o un lampo di raggi gamma ultra potenti. Roba troppo rare o troppo lontana nel tempo per impensierire i tardigradi, che d’altra parte della cosa se ne fregano già altamente. Questi piccoli infami sono duri come la roccia e sembrano avere una vita praticamente eterna.
Certo, la vita sulla Terra prima o poi dovrà finire. Ecco quando: giorno più, giorno meno
La vita sulla Terra, però, ha una sua scadenza nonostante tutta la sua capacità di resistere. E questa scadenza dipende in sostanza dal sole, che fornisce l’energia necessaria per sostenerla. Prima o poi arriverà il momento in cui la sua luce non sarà più sufficiente a sostenere la vita sulla Terra, ma mancano ancora circa 7,6 miliardi di anni. Un bel po’, se considerate che il nostro pianeta esiste da circa 3,8 miliardi di anni. E se pensate che sono serviti appena 600 milioni di anni per passare dai vermi a Frank Zappa, capirete che il pianeta è giovane e ha ancora tanto potenziale. Gli esseri umani sono solo un piccolo tassello di questo enorme puzzle.
E ora, veniamo alla morale
Vi ho mentito, all’inizio di questo post. Lo studio degli scienziati di Oxford e Harvard non ha un solo messaggio per noi, ma diversi. Anzitutto: pensate all’infinita varietà di forme di vita che potrebbero esistere nello spazio su altri pianeti e lune, anche nel nostro sistema solare. I tardigradi, conosciuti anche come “piccoli Terminator” per la loro straordinaria capacità di sopravvivere alle condizioni estreme, sono solo un esempio di quanto la vita possa essere resiliente. Potrebbero esserci specie ancora più resistenti che prosperano nei terreni profondi di Marte o negli oceani vulcanici di Europa o Encelado.
Il dott. Rafael Alves Batista, coautore dello studio, ha sintetizzato la cosa in modo molto pragmatico:
Se i tardigradi sono le specie più resistenti della Terra, chissà cos’altro c’è là fuori.
Infine, la parte di Cesare. Quello che possiamo fare noi uomini. Di certo, non dobbiamo prendere la nostra sopravvivenza per scontata, perchè non lo è. Gli umani hanno bisogno di fare la loro parte per proteggere la Terra e prepararsi al cambiamento climatico, come anche tener d’occhio gli asteroidi che potrebbero minacciare il nostro pianeta. Ma se i tardigradi ci insegnano qualcosa, è che la vita è sorprendentemente resiliente e potrebbe prosperare per molto tempo, non importa cosa succeda. Portate con voi il messaggio nel nuovo anno, e tenete duro!