La battaglia contro il cancro al fegato accoglie un nuovo alleato: l’istotripsia. Con l’approvazione recente della FDA, questa tecnologia all’avanguardia, sviluppata all’Università del Michigan, potrebbe cambiare radicalmente il nostro approccio alla malattia.
Un salto in avanti per la medicina oncologica
Fino ad oggi, le opzioni di trattamento per il cancro al fegato erano principalmente chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Ognuna di queste strade ha i suoi effetti collaterali, spesso pesanti. Ora, grazie all’istotripsia, in sperimentazione umana dal 2021, potremmo essere sulla soglia di una rivoluzione medica.
Questa tecnologia utilizza onde sonore mirate per formare vere e proprie “microbolle” all’interno del tumore. La forza generata dalla formazione e dal collasso di queste bolle disintegra la massa tumorale, lasciando al sistema immunitario il compito di pulire i detriti.
Istotripsia, un bombardamento intelligente (e non invasivo)
L’istotripsia, come detto, funziona focalizzando onde acustiche ad alta energia per formare microscopiche bolle. A differenza della radioterapia, che colpisce tutto ciò che si trova nel suo percorso, l’istotripsia è molto più selettiva.
Concentrare l’azione esclusivamente sul tumore rende il trattamento molto meno invasivo e riduce i rischi di danni ai tessuti sani circostanti. Ma non si tratta alla semplice distruzione del tumore: gli studi preclinici sui roditori hanno mostrato che con l’istotripsia il sistema immunitario impara a identificare le cellule tumorali come minacce.
Questo potrebbe non solo aiutare a combattere il tumore iniziale, ma anche attivare una risposta immunitaria naturale contro il cancro.
Nel primo studio, anche dopo aver distrutto solo dal 50% al 75% del volume del tumore al fegato mediante istotripsia, il sistema immunitario dei ratti è riuscito a eliminare il resto, senza evidenza di recidiva o metastasi in oltre l’80% degli animali. Un secondo studio ha dimostrato che l’istotripsia rompe il “mantello” della parete cellulare del cancro, rivelando proteine che il sistema immunitario può utilizzare per identificare le minacce, note come antigeni.
Due piccioni con una fava: distruggere il tumore e addestrare il sistema immunitario a riconoscerlo come nemico.
Una promessa è una promessa
L’istotripsia è ancora nelle sue fasi iniziali di utilizzo clinico, ma i risultati sono promettenti e potrebbero portare a trattamenti più efficaci e meno invasivi per i pazienti con cancro al fegato. E se questo fosse solo l’inizio? Potremmo essere sulla via di terapie che possono trattare tumori in tutto il corpo e, chissà, forse anche trovare una cura generale.
Ok. Cautela. Anzi no. L’approvazione della FDA per l’istotripsia apre un nuovo capitolo nella lotta contro il cancro. La medicina avanza, la nostra speranza cresce: dopotutto, chi avrebbe mai pensato che le onde sonore potessero avere una chance così importante?