Nel cuore di molte città del mondo un movimento silenzioso ma potente sta prendendo finalmente coraggio. Stanchi dello scenario urbano dominato da cemento e asfalto gruppi di cittadini entusiasti, sostenuti da amministrazioni lungimiranti, stanno riscoprendo il valore insostituibile del suolo e del verde sotto i nostri piedi. La pratica, conosciuta come “depaving” o “desealing”, restituisce alla terra la sua voce e si pone come una risposta alle sfide climatiche dei nostri tempi.
Un gruppo di volontari “libera” il suolo dall’asfalto e dal cemento. O lo deimpermeabilizza, se preferite.
L’alba del depaving
Il concetto di depaving non è nuovo. È nato oltre 15 anni fa, nel 2008, nella città USA Portland. Oggi il movimento ha una missione urbana globale: sostituire il più possibile il cemento e l’asfalto con verde e suolo. Una trasformazione che aumenta l’assorbimento dell’acqua, riduce il rischio di allagamenti durante le piogge torrenziali, promuove una maggiore biodiversità e offre un’ombra salvifica nei periodi di calura estiva.
Il beneficio più sorprendente, però, non lo immaginate: è il potenziale miglioramento della salute mentale dei residenti, grazie all’incremento del verde urbano.
Copenaghen, via l’asfalto e dentro il verde: la città assorbe meglio l’acqua.
La rivoluzione verde si espande
Da Portland a Leuven, in Belgio, passando per l’Australia e l’Ontario, il depaving sta dimostrando che un’altra città è possibile. Vecchie aree asfaltate vengono trasformate in giardini rigogliosi, piccole oasi che restituiscono spazi alla natura e offrono un rifugio dalla frenesia urbana.
Katherine Rose di Depave, l’associazione che ha dato vita a tutto questo, descrive la rimozione del cemento come un atto di “liberazione del suolo”. La realizzazione di un sogno comune: riportare la natura tra noi.
Non è filosofia
Il depaving non è soltanto un gesto simbolico di ribellione contro il grigiore urbano; è una necessità crescente nell’era del cambiamento climatico. Le città che abbracciano questa pratica non solo rendono gli spazi urbani più piacevoli ma si attrezzano meglio per affrontare eventi meteorologici estremi, come forti piogge e ondate di calore. Inoltre, lo dicono sempre più studi scientifici sul tema, il depaving contribuisce a ridurre il rischio di inondazioni urbane, grazie alla maggiore capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana.
Sheffield, UK – fascia di verde “drenante”.
Certo, per rendere il depaving una componente fondamentale della pianificazione urbana, serve un impegno che e vada ben oltre l’entusiasmo dei volontari. Per fortuna, città e regioni in tutto il mondo stanno iniziando a integrare il depaving nelle loro strategie di adattamento climatico, riconoscendone il valore non solo ecologico ma anche sociale.
Ho già detto Leuven?
Leuven, Belgio
Il successo del depaving dipende dalla capacità di coinvolgere l’intera comunità: autorità cittadine, residenti e sviluppatori devono collaborare per reinventare gli spazi urbani. Progetti come il “tile taxi” di Leuven, che facilita la rimozione e il riutilizzo di piastrelle e ciottoli, dimostrano come pratiche innovative possano stimolare la partecipazione cittadina e promuovere un cambiamento sostenibile.
Cito più volentieri l’esempio di Leuven, perché la città belga ha abbracciato il depaving (“ontharden”) come parte integrante della sua iniziativa di adattamento climatico, rimuovendo significative quantità di asfalto per favorire la convivenza tra pedoni, ciclisti e veicoli.
E in Italia? Molto attiva Milano (che lotta contro l’infausta posizione geografica dell’intera Pianura Padana, la zona con più malattie respiratorie d’Europa). Nella città lombarda sono oltre 27.000 i chilometri quadrati già “depavimentati”.
Milano, Via Bach prima e dopo il Depaving.
Sogno (ad occhi aperti) una rinascita verde delle città
Il depaving è un’espressione di desiderio per un mondo più verde che diventa un’azione concreta di rinascita urbana. Riducendo il cemento e l’asfalto, le città possono trasformarsi in luoghi più resilienti, vivibili e inclusivi.
La sfida è grande, ma i benefici di una maggiore permeabilità urbana, biodiversità e benessere comunitario sono inestimabili. Il depaving (come in qualche misura anche il rewilding) porta con sé un messaggio.
Un altro tipo di urbanizzazione è possibile.
Gianluca Riccio, direttore creativo di Melancia adv, copywriter e giornalista. Fa parte di Italian Institute for the Future, World Future Society e H+. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it , la risorsa italiana di Futurologia. È partner di Forwardto - Studi e competenze per scenari futuri.