Quindici anni possono cambiare tutto. O almeno, possono far credere che tutto sia cambiato. The Testaments riprende la storia dove “Il racconto dell’ancella”, The Handmaid’s Tale, si è fermato, ma da una prospettiva completamente diversa. Non più attraverso gli occhi di chi ricorda la libertà, ma di chi è nato in cattività e sta iniziando a sognare l’evasione.
La serie Hulu, basata sul sequel letterario di Margaret Atwood, promette di mostrare un lato inedito di Gilead: quello delle ragazze che stanno per diventare donne e che non accetteranno passivamente il destino che qualcun altro ha scelto per loro. Bruce Miller torna come showrunner dopo aver lasciato l’ancella.
Avviso: cercherò di evitare spoiler significativi sulla trama. Le anticipazioni più dettagliate, per i temerari, le troverete in un box alla fine dell’articolo.
The Testaments, una nuova generazione di ribelli
La produzione di The Testaments è ufficialmente iniziata ad aprile 2025, con le riprese partite il 7 aprile a Toronto. La serie rappresenta un salto temporale di 15 anni rispetto agli eventi del romanzo originale del 1985, e si basa sul libro sequel vincitore del Booker Prize 2019 scritto dalla stessa Atwood.
Ciò che rende The Testaments potenzialmente più inquietante dell’originale è proprio questo cambio di prospettiva. Se Il racconto dell’ancella mostrava l’orrore attraverso gli occhi di chi aveva conosciuto la libertà, ora vedremo Gilead dal punto di vista di chi quella libertà non l’ha mai sperimentata. È la differenza tra la nostalgia della prigionia e l’accettazione inconsapevole della stessa.
Come ha spiegato Miller in un’intervista a TV Insider:
“È affascinante guardare alle giovani donne di Gilead, a quell’energia, a quelle persone a cui viene detto che hanno tutto questo potere, solo per vedersi portare via quel potere. Sei in cima alla piramide, tranne per il fatto che devi sottometterti a tuo marito”.

Ann Dowd torna, ma The Testaments cambia tutto
L’unica conferma ufficiale dal cast originale è il ritorno di Ann Dowd nei panni di Zia Lydia. Ma non aspettatevi la stessa Lydia che abbiamo conosciuto. Secondo Entertainment Weekly, il personaggio avrà un arco narrativo completamente diverso, esplorando la sua disillusione crescente verso il sistema che aveva contribuito a creare.
“Sta acquisendo molta più consapevolezza della sua complicità e di ciò che realmente accade sotto tutta la finzione di Gilead”, ha dichiarato la Dowd. “I paraocchi stanno cadendo, le mura stanno crollando. È una donna molto intelligente, sa che al momento sono gli uomini ad avere il potere”.
Il cast si arricchisce di nuovi volti: Chase Infiniti (vista in Presumed Innocent) e Lucy Halliday interpreteranno Agnes e Daisy, i due personaggi centrali della storia. A loro si aggiungono Rowan Blanchard e altri attori che daranno vita a questa nuova generazione cresciuta nell’ombra di Gilead.

Bruce Miller già concentrato sul sequel
Una delle notizie più significative riguarda Bruce Miller, che ha lasciato il ruolo di showrunner per l’ultima stagione de Il racconto dell’ancella per concentrarsi completamente su The Testaments. Una decisione che sottolinea quanto Hulu punti su questo progetto.
Miller ha sviluppato The Testaments in stretta collaborazione con Margaret Atwood stessa, che durante la scrittura della serie originale gli aveva fornito una “lista di personaggi da non uccidere” per preservare la continuità narrativa con il sequel. Tra questi, ovviamente, Zia Lydia e le figlie di June.
La transizione è stata pianificata con anni di anticipo. Come riporta Deadline, il progetto era in sviluppo dal 2019, poco dopo la pubblicazione del romanzo di Atwood. L’obiettivo era creare una continuità fluida tra le due serie, con The Testaments che inizia le riprese appena sei settimane dopo la conclusione dell’ancella.
Perché The Testaments potrebbe essere più disturbante
Il vero elemento di disturbo di The Testaments risiede nel suo approccio psicologico. Mentre Il racconto dell’ancella mostrava la brutalità del regime attraverso la resistenza, il sequel esplora l’accettazione. Cosa succede quando l’oppressione diventa normalità? Come si riconosce la propria prigionia quando non si è mai conosciuta la libertà?
Miller ha definito il progetto come “Mean Girls che crescono a Gilead”, un’immagine che restituisce perfettamente l’atmosfera che vuole creare. Non più donne che lottano per sopravvivere, ma adolescenti che stanno scoprendo di voler vivere diversamente.
Queste giovani donne non hanno mai conosciuto un mondo che non fosse Gilead. È completamente diverso dalla prospettiva di June che è sempre stata la nostra bussola ne Il racconto dell’ancella. Sono anche adolescenti. Quindi c’è ribellione, c’è atteggiamento in tutto.

La serie promette di esplorare anche il lato più subdolo del controllo sociale: come il regime riesce a convincere le vittime di essere privilegiate. Come analizzavo in questo articolo sui futuri distopici, spesso la vera prigione non sono le sbarre, ma l’incapacità di immaginare alternative.
Elisabeth Moss sarà produttrice esecutiva della serie, anche se la sua presenza davanti alla telecamera rimane incerta. Il focus si sposta definitivamente su una nuova generazione, quella che dovrà decidere se accettare l’eredità di Gilead o distruggerla dall’interno.
Con una data di uscita prevista per il 2026, The Testaments rappresenta la naturale evoluzione di un universo narrativo che continua a interrogarci sui meccanismi del potere e della resistenza. La domanda non è più “come si sopravvive alla tirannia”, ma “come si impara a riconoscerla quando è tutto ciò che si è sempre conosciuto”.
ANTICIPAZIONI CON SPOILER
Per chi ha letto il romanzo o non teme spoiler: Agnes è in realtà Hannah, la figlia di June cresciuta a Gilead. Daisy è Holly/Nicole, cresciuta in Canada. Zia Lydia diventa una spia per la resistenza e aiuta le ragazze a scoprire la verità sulle loro origini. La serie dovrebbe culminare con il crollo definitivo di Gilead e la riunione delle sorelle con la madre.