Il biosensore Profusa Lumee è costituito da uno speciale hyrogel e un dispositivo di emissione. Insieme, i due possono rilevare e trasmettere dati su lievi cambiamenti nel corpo, inclusa, potenzialmente, infezione da malattie e virus come il coronavirus.
Perché le pandemie sono così difficili da fermare? Spesso è perché la malattia si muove più velocemente di quanto le persone possano accorgersi del contagio. La DARPA sta contribuendo a finanziare un nuovo studio per determinare se un biosensore sotto pelle può rilevare infezioni simil-influenzali anche prima che i loro sintomi inizino a manifestarsi.
Il suo produttore, Profusa, afferma che il sensore è sulla buona strada per ottenere l’approvazione della FDA all’inizio del prossimo anno.
Come è fatto il biosensore di Profusa
Il sensore ha due parti. La prima è una stringa da 3 mm di idrogel, un materiale la cui rete di catene polimeriche viene utilizzata in alcune lenti a contatto e altri impianti. Inserita sotto la pelle con una siringa, la piccola stringa include una molecola appositamente progettata che cambia colore quando il corpo inizia a combattere un’infezione.
L’altra parte è un componente elettronico attaccato alla pelle. Invia luce attraverso la pelle, rileva se si verifica un cambiamento di colore e genera un segnale che chi lo indossa può inviare a un medico, a un sito web, ecc. È come un laboratorio di sangue sulla pelle che può raccogliere la risposta del corpo alle malattie prima che si presentino i sintomi, come ad esempio la tosse.
L’annuncio arriva mentre il mondo è alle prese con il COVID-19, una malattia respiratoria che può presentarsi in sintomi simil-influenzali come tosse e mancanza di respiro.
“Le forze armate stanno assumendo un ruolo di primo piano nella ricerca sui vaccini,” ha detto ai giornalisti al Pentagono il generale Mark Milley. “I nostri laboratori di ricerca militare stanno lavorando febbrilmente per cercare di inventare un vaccino. Quindi vedremo a che punto saremo nei prossimi due mesi.”
3 settimane di vantaggio
L’imminente studio finanziato da Profusa, annunciato martedì, testerà la capacità del sensore di rilevare i focolai di influenza fino a tre settimane prima che sia possibile rilevarli utilizzando i metodi attuali, ha affermato l’amministratore delegato di Profusa Ben Hwang.
Hwang ha dichiarato che la sua azienda riceve sovvenzioni dalla Defence Advanced Research Projects Agency, o DARPA, dal 2011 circa.