Non cominciamo a lamentarci per fantomatici titoli "fuorvianti": leggete di cosa si tratta e fatevi un'idea, io non so riassumere diversamente questo materiale. Si, è davvero in grado di prendere decisioni "cognitive" per conto suo.
L'Aeronautica Militare USA e la Penn State University hanno collaborato per sviluppare questo tessuto intelligente in grado di "pensare" e "sentire". Il team ha pubblicato i risultati di questa ricerca su Nature (ve li linko qui).
Come funziona il materiale capace di 'pensare da solo'?
Dopo aver sperimentato una tensione corporea, questo materiale è letteralmente in grado di comprendere ciò che sta accadendo. E non si limita a questo: risponde istintivamente all'attività e la elabora, un po' come si comporta il cervello umano.
Il nucleo di tutto è rappresentato da un polimero morbido, in grado di "ricevere stringhe digitali di informazioni" e di conseguenza eseguire reazioni appropriate. I suoi circuiti integrati, che funzionano su semiconduttori di silicio, conferiscono all'oggetto la capacità di "catturare" lo stress esterno e trasformarlo in informazioni elettriche che poi elabora.

Per dimostrare i risultati, il team di ricerca ha fatto eseguire allo smart fabric alcune avanzate operazioni aritmetiche (non chiedetemi come, al massimo date un'occhiata al video).
Una ricerca che viene da lontano e guarda ancora più lontano
Lo studio della US Air Force e della Penn State University riprende una precedente ricerca condotta addirittura nel 1938 da Claude Shannon, matematico ed ingegnere elettronico che incorporò per primo l'embrione di un tessuto capace di un'elaborazione meccanica avanzata delle informazioni.
Oggi, in sostanza, scopriamo che con la giusta "aggiunta" di materiale e software qualsiasi materiale può essere potenzialmente in grado di 'pensare' da solo.
Il team intende utilizzare questo per i sistemi di ricerca e salvataggio, essendo in grado di emettere segnali autonomamente e persino di rilevare infezioni nell'aria quando è unito ad altra materia bio-ibrida.