A sud-ovest di Madrid, un terreno incolto sta per trasformarsi dal nulla in un laboratorio vivente per il futuro delle città: Elysium City si preannuncia come un esperimento grandioso nel campo dell’urbanistica sostenibile, con un occhio attento ai rischi di progetti simili (come Neom in Arabia Saudita).
Elysium City: Un Nuovo Modello di Urbanistica Sostenibile o un’Altra Neom?
Elysium City non è nata come un’idea di sostenibilità. Originariamente, il progetto (trovate qui i dettagli) era pensato per realizzare una sorta di Las Vegas europea: un centro di intrattenimento lussuoso con hotel, casinò e parchi a tema. Poi è arrivata la pandemia, e tutto è cambiato.
Francisco Nuchera, il developer dietro “Eurovegas”, ha capito che il mondo post-pandemico avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più significativo e simbolico. E ha chiamato una firma importante.
La Visione di Gensler
Carlos Cubillos, il direttore del design e principale presso lo studio di architettura Gensler, ha ricevuto la chiamata che avrebbe cambiato il destino del progetto. La nuova “visione” includeva un centro città, una marina, un centro sportivo e un centro di ricerca.
Elysium City ha raggiunto dimensioni ipertrofiche (1174 ettari, o se preferite 2900 acri) e un costo che non è da meno: circa 20 miliardi di euro. Il progetto però ha i suoi aspetti affascinanti: primo fra tutti, l’impegno per la sostenibilità. Tre mega impianti fotovoltaici forniranno energia alla città (giorno e notte, con o senza sole grazie ad adeguati sistemi di accumulo), e tutti i veicoli interni saranno elettrici. Sì, avete capito bene, niente motori a scoppio. Inoltre, un centro di trattamento delle acque reflue contribuirà all’irrigazione delle aree verdi.
Un segno di continuità con le città “ben riuscite” del passato, l’ubicazione di Elysium City vicino al bacino di García Sola. Spesso le città sono sorte vicino a fonti d’acqua. E se l’acqua fosse il segreto per creare una comunità prospera?

Lezioni da Neom
Elysium City sembra aver imparato dalle critiche rivolte a Neom. Mentre la città saudita è stata accusata di non essere in sintonia con l’ambiente circostante, Elysium promette di lavorare con la natura, non contro di essa. Circa il 30-40% del sito rimarrà del tutto intatto, un dettaglio non trascurabile.
Ma una città del genere, costruita da zero e a tavolino, può davvero essere progettata per avere un senso di comunità? Città come Bogotà, Singapore o Napoli sono cresciute “organicamente”, a volte in millenni, e i loro abitanti hanno sviluppato un senso di appartenenza nel tempo. Elysium City è un esperimento in questo senso: può un senso di comunità essere “ingegnerizzato”? Dalla risposta avremo una delle chiavi per capire l’andamento di un possibile trend futuro, quello delle “città-azienda”.
Elysium City, la roadmap del progetto
La costruzione inizierà (avevate dubbi?) dal distretto più redditizio: l’intrattenimento. Da lì, seguiranno strutture sportive ed educative, poi turismo legato alla salute e al benessere, e infine aree residenziali su larga scala. In altre parole, sembrerà comunque Eurovegas prima di sembrare Elysium.
Riuscirà ad evitare gli errori di Neom e a diventare un modello di sostenibilità e comunità? Solo il tempo potrà dirlo, ma una cosa è certa: dopo Xiongan in Cina, Dogen e Woven in Giappone, Telosa negli USA, i nostri occhi ora sono puntati anche su questo audace esperimento spagnolo. Olé.