Cosa hanno in comune una macchina fotografica e il futuro degli occhiali? La risposta sta nel laboratorio di una startup finlandese che ha appena ottenuto 36 milioni di dollari da Amazon e altri investori. IXI promette di fare per i nostri occhi quello che l’autofocus ha fatto per la fotografia: eliminare la necessità di regolazioni manuali. Invece di dover spostare la testa o cambiare occhiali, saranno le lenti stesse ad adattarsi in tempo reale alla distanza dell’oggetto che state osservando.
La tecnologia autofocus, nascosta in montature dall’aspetto tradizionale, potrebbe finalmente liberarci dai compromessi delle lenti progressive e dalla scomodità degli occhiali da lettura: un cambiamento mica da niente.

La rivoluzione comincia da Nokia
Niko Eiden non è un tipo da mezze misure. Dopo aver trascorso 14 anni nella leggendaria Nokia sviluppando tecnologie di imaging e realtà aumentata che sono poi finite in Microsoft HoloLens, ha co-fondato Varjo, l’azienda europea di realtà mista che fornisce visori a astronauti, piloti e operatori di centrali nucleari. Ma c’era un problema che lo tormentava: perché le nostre macchine fotografiche hanno l’autofocus da decenni e i nostri occhiali no?
Insieme al socio Ville Miettinen, nel 2021 ha dato vita a IXI con un obiettivo apparentemente impossibile: portare l’autofocus negli occhiali. Non quelli smart pieni di schermi e funzionalità a volte inutili, ma veri occhiali da vista che funzionano esattamente come dovrebbero funzionare i nostri occhi prima che l’età ci tradisca.
L’idea è nata da una frustrazione condivisa da milioni di persone. Provate a essere precisi mentre passate continuamente da uno schermo all’altro, dai documenti al telefono, dai cartelli stradali agli strumenti del cruscotto. Con le lenti progressive tradizionali dovete sempre trovare la zona giusta della lente, inclinare la testa nell’angolazione corretta, sperare che l’illuminazione sia adeguata. Con gli occhiali da lettura dovete toglierli e rimetterli ogni venti secondi.

Come funziona l’autofocus negli occhiali
La tecnologia autofocus di IXI è sofisticata e invisibile. Nascosti nella montatura ci sono sensori infrarossi che monitorano costantemente i movimenti dei vostri occhi. Non attraverso telecamere (troppo ingombranti ed lenergivore), ma misurando la convergenza oculare: l’angolo con cui i vostri occhi si orientano quando guardano oggetti vicini.
Quando fissate qualcosa da vicino, i vostri occhi convergono leggermente verso l’interno. I sensori di IXI rilevano questo movimento e calcolano esattamente a che distanza state guardando. A quel punto, un microcontrollore incorporato nel ponte nasale invia segnali elettrici alle lenti, composte da cristalli liquidi stratificati tra due strati di plastica.
Sotto l’effetto del campo elettrico, i cristalli liquidi cambiano orientamento modificando l’indice di rifrazione della lente. Il risultato è una messa a fuoco automatica che avviene in appena 0,2 secondi, come spiegato nel dettaglio da Amazon Science. È lo stesso principio delle fotocamere, ma applicato direttamente ai vostri occhi.
Addio compromessi delle lenti progressive
Le lenti progressive sono state una grande innovazione quando sono arrivate, ma restano un compromesso. Avete solo una piccola area utile per la lettura, distorsioni ai bordi, e quella fastidiosa sensazione di dover “trovare” la zona giusta per ogni distanza. Come abbiamo sottolineato parlando dell’evoluzione degli occhiali intelligenti, la tecnologia dovrebbe semplificare la vita, non complicarla.
IXI promette di eliminare tutti questi problemi. Con l’autofocus, l’intera superficie della lente si adatta alla distanza che state osservando. Niente zone ristrette, niente distorsioni periferiche, niente necessità di muovere la testa per trovare il punto giusto. La lente diventa dinamica, proprio come dovrebbe essere l’occhio umano in condizioni ideali.
Dall’esterno, gli occhiali IXI sembrano identici a un normale paio di lenti. Anche il peso è comparabile: i componenti elettronici sono così miniaturizzati da essere praticamente impercettibili. La batteria, nascosta nelle aste, garantisce autonomia di due giorni.
La sfida della presbiopia mondiale
Non è un problema di nicchia. La presbiopia, la perdita graduale della capacità di messa a fuoco da vicino, colpisce praticamente tutti dopo i 40 anni. Secondo le ricerche più recenti, oltre un miliardo di persone nel mondo soffrono di presbiopia, e il numero continua a crescere con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi.
Le soluzioni attuali sono tutte dei compromessi. Gli occhiali da lettura funzionano bene per la visione da vicino, ma diventano inutili per tutto il resto. Le lenti bifocali hanno una linea di demarcazione evidente e campi visivi limitati. Le progressive sono meglio, ma richiedono un periodo di adattamento e molte persone non riescono mai ad abituarcisi completamente.
Bruno Berge, fondatore della startup francese Laclarée (una competitor di IXI), ha stimato che circa il 10% della popolazione non riesce mai ad adattarsi alle lenti progressive. Per queste persone, l’autofocus potrebbe essere una liberazione.

Cristalli liquidi e miniaturizzazione estrema
La vera sfida tecnica non è stata sviluppare l’autofocus, ma miniaturizzarlo abbastanza da farlo entrare in una montatura normale. I cristalli liquidi utilizzati da IXI sono simili a quelli degli schermi LCD, ma ottimizzati per la correzione ottica piuttosto che per la visualizzazione di immagini.
Ogni lente contiene uno strato di cristalli liquidi spesso solo 5 micron (5 milionesimi di metro) sistemato tra due strati di plastica ottica. Quando viene applicato un campo elettrico, i cristalli cambiano orientamento modificando il modo in cui la luce viene rifratta. È un processo completamente silenzioso e impercettibile.
Il sistema di eye tracking è altrettanto sofisticato. Come detto, IXI ha sviluppato sensori infrarossi proprietari che consumano meno dell’1% dell’energia richiesta dai sistemi basati su telecamere.
L’azienda ha dovuto sviluppare anche i propri processi di produzione. Eiden spiega che hanno creato macchinari di manifattura personalizzati e processi di laser etching sofisticati per produrre le lenti con la precisione necessaria.
La concorrenza si fa sentire
IXI non è sola in questa corsa. La giapponese Elcyo, spin-off dell’Università di Osaka, sta sviluppando una tecnologia simile con cristalli liquidi modificabili elettricamente. Anche la francese Laclarée, che vi menzionavo prima, lavora su occhiali autofocus dal 2016, anche se ha già posticipato il lancio dal 2022 al 2026.
La differenza è nell’approccio. Mentre Elcyo usa sensori che rilevano direttamente la distanza degli oggetti, IXI si concentra sul movimento degli occhi. Laclarée utilizza un sistema LIDAR per calcolare le distanze, ma questo richiede componenti più ingombranti.
Come abbiamo visto con altri progetti di smart glass, la chiave del successo non è solo la tecnologia, ma la capacità di integrarla in un formato indossabile e accettabile per l’uso quotidiano.
Autofocus, Amazon ci crede davvero
Il supporto di Amazon attraverso l’Alexa Fund non è casuale. Paul Bernard, che guida il fondo, ha dichiarato che “l’idea di portare la correzione visiva on-demand negli occhiali da prescrizione è convincente” e ha citato la goffaggine delle soluzioni attuali come motivazione principale dell’investimento.
Amazon sa che il futuro dell’informatica indossabile passa attraverso dispositivi che le persone vogliono davvero indossare. I tentativi precedenti con Google Glass sono falliti proprio perché erano troppo invasivi e tecnologicamente evidenti.
IXI rappresenta l’approccio opposto: tecnologia invisibile in un formato familiare. Eiden ha un collegamento personale con Jeff Bezos da progetti precedenti, il che ha accelerato la decisione di investimento, ma la vera ragione è strategica.
Brevetti e proprietà intellettuale
IXI ha investito pesantemente nella protezione della proprietà intellettuale. In quattro anni di sviluppo, il team ha generato oltre 150 invenzioni, ottenuto 12 brevetti e ha altre 50 domande di brevetto in corso di valutazione.
Non si tratta solo di proteggere la tecnologia, ma di creare barriere all’ingresso sufficientemente alte da giustificare gli investimenti necessari per la produzione su larga scala. Eiden è convinto che anche se qualcuno riuscisse a ottenere un prodotto come quello di IXI, ci sarebbero “diverse tecniche critiche da capire per replicarlo”.
Questo è cruciale in un settore dove i giganti tecnologici potrebbero essere tentati di copiare innovazioni promettenti. La strategia di IXI è costruire un vantaggio technologico e temporale difficile da colmare.
Il futuro della correzione visiva
Se IXI riuscirà nel suo intento, potremmo assistere alla più grande rivoluzione nella correzione visiva dai tempi di Benjamin Franklin, che inventò le lenti bifocali nel 1784. Come riportato da Focus, sono più di 200 anni che i principi base degli occhiali correttivi non cambiano significativamente.
L’autofocus potrebbe andare oltre la semplice correzione della presbiopia. Eiden immagina un futuro in cui le lenti possano adattarsi dinamicamente durante la giornata, compensando la stanchezza oculare o le variazioni di illuminazione. Potrebbero anche correggere automaticamente piccoli errori di vista o adattarsi a condizioni particolari come la guida notturna.
La roadmap di IXI prevede prototipi funzionali entro fine 2025 e commercializzazione nel 2026. Il prezzo non è ancora stato annunciato, ma considerando i 36 milioni di finanziamento e la complessità tecnologica, probabilmente non saranno economici. Almeno inizialmente.
Ne sono certo: l’autofocus sarà il futuro
L’approccio di IXI convince anche me. E tanto. Potrebbe finalmente sdoganare la tecnologia negli occhiali, eliminando la resistenza culturale che ha affossato progetti come Google Glass. Quando la tecnologia è invisibile e risolve un problema reale, l’adozione diventa naturale.
Tra qualche anno, potremmo tutti indossare occhiali autofocus senza nemmeno pensarci. Proprio come oggi usiamo lo smartphone senza meravigliarci del miracolo tecnologico che rappresenta. E forse, finalmente, potremo leggere il menu al ristorante senza dover fare la danza della testa in cerca del punto giusto delle lenti progressive.