La stampa 3D poteva sembrare qualcosa di effimero e di poco utile all'inizio, ma ora che si cominciano a stampare e ad utilizzare i primi organi umani, le cose sono cambiate.
«È difficile, ma ce la faremo. Sì, la salveremo, questa piccola»; così aveva parlato qualche giorno fa Bruno Murzi, primario di cardiochirurgia pediatrica dell’Opa, prima di entrare in sala operatoria. E così è stato possibile salvare una bambina di soli tre anni nata con sindrome eterotassica, ossia un posizionamento anormale delle varie parti del cuore: l’organo era al centro del torace, le vene tutte “mescolate”, e l'atrio era uno solo.
E così, grazie alla stampa 3D, il suo cuoricino è stato riprodotto dal Cnr di Pisa identico: stessa grandezza, stesse anomalie. Murzi continua: «Ci speravamo nella riuscita dell’operazione perché era davvero fattibile». Grazie a questo cuore in 3D, gli esperti sono riusciti a risalire alla tecnica più opportuna per rendere possibile e sicura l’operazione finale, quella vera, sulla bambina. Operazione riuscitissima!