Sono un milione di volte più piccoli dei pixel che abbiamo sugli attuali display del cellulare: sono ottenuti intrappolando minuscole particelle di luce in minuscoli cristalli d’oro, e possono essere utilizzati per una nuova classe di schermi incredibilmente grandi, abbastanza da poter coprire interi edifici.
Sviluppati da un team dell’Università di Cambridge, i nanopixel (a colori) sono compatibili con la stampa in rulli su pellicole di plastica, un processo che abbatte enormemente il costo di produzione. I risultati dello sviluppo sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
È un sogno di lunga data quello di mimare il camaleontismo di polipi e seppie, permettendo a persone e oggetti di sparire mimetizzandosi sullo sfondo, ma la produzione di schermi flessibili su larga scala è ancora proibitiva a causa dei costi di produzione.
Al centro dei pixel sviluppati dagli scienziati di Cambridge c’è uno strato di minuscole particelle d’oro spesse qualche miliardesimo di metro. Questo strato poggia a sua volta su una superficie riflettente che “intrappola” la luce nell’intercapedine. Intorno ad ogni “granello” di questo strato c’è un sottile rivestimento di uno speciale collante che cambia chimicamente quando viene stimolato elettricamente, facendo sì che il pixel cambi colore.
Il team multidisciplinare di scienziati (comprendente chimici, fisici e ingegneri) ha sviluppato questi pixel rispettando criteri di massimo risparmio energetico, pertanto non richiedono energia costante per mantenere il colore, sfruttando la luce naturale.
È una tecnologia che può portare allo sviluppo di schermi giganteschi, edifici in grado di abbattere il calore solare, abiti e coperture in grado di cambiare colore e anche minuscoli indicatori pensati per l’internet delle cose.
Il team sta attualmente lavorando per estendere la gamma dei colori ed è in cerca di partner per implementare ulteriormente la tecnologia.
Ecco il paper: “Scalable electrochromic nanopixels using plasmonics” – Science Advances (2019).