Gli eSport in vent’anni (non sono mica nati ieri) hanno prodotto un’industria da miliardi di dollari con un trend che renderebbe gelosa Google. I giocatori sono celebrità, i tornei riempiono le arene di tifosi in visibilio e gli sponsor stanno investendo sempre più soldi. Ed è solo l’inizio.
In effetti, i giocatori sono come le rock star. Gli scettici sostengono che il futuro degli eSport potrebbe scoppiare come una bolla. Come ogni azienda in crescita, oggi ci sono enormi investimenti in PR, che attirano investimenti e mantengono in piedi il sistema. Finché la musica si ferma.
È anche difficile proiettare traiettorie trionfali (penso al franchise della NBA) sugli eSport: caratteristiche e dinamiche di settore sono troppo diverse. Primo, i giocatori di eSport tendono ad essere più giovani degli atleti di sport fisici, e finora hanno un picco tra i 17 e i 25 anni. Sono persone più giovani e meno mature con carriere relativamente brevi quando non brevissime. Secondo, gli editori possiedono il gioco. Suona come un’assurdità. Riot possiede League of Legends, l’NBA non possiede il basket. Queste sono differenze assolute, che si rifletteranno anche sul futuro degli eSports.
E i punti in comune?
Oltre alle differenze, ci sono molti modi in cui gli eSport rispecchiano gli sport tradizionali. Somiglianze che possono fornire alcune basi per prevedere i problemi nel futuro degli eSport. Eccone alcuni: poi non dite che non vi ho avvisati.
Sindacati dei giocatori
Proprio come per gli sport professionistici, man mano che l’industria matura i singoli giocatori e le squadre diventeranno famosi e aumenteranno la loro influenza sociale ed economica. Quindi ci dovrà essere una sorta di unità di contrattazione collettiva. Quanto sarà grande e potente? Questo dipende da come il settore nel suo complesso si comporta. Se gli eSport non decollano, non decolleranno nemmeno i sindacati dei giocatori. Sebbene i problemi saranno diversi (e diversi, mi vien da ridere, i “traumi di gioco”) la spinta per i giocatori a negoziare con squadre, sponsor e altre parti interessate su basi più vantaggiose è inevitabile. Se ci sarà una torta da dividere, i sindacati saranno una conseguenza naturale.
Politicizzazione
Gli sport producono rapidamente stelle e, insieme alle sponsorizzazioni per i prodotti, la fama sarà sfruttata per tutti i tipi di movimenti politici, programmi e così via. Attivisti della giustizia sociale su ogni argomento immaginabile emergeranno da ogni dove e inizieranno a influenzare gli eSport. Il fenomeno si intravede già oggi. Un esempio recente è Ng Wai Chung, noto anche come “Blitzchung”, che grida uno slogan pro-Hong Kong durante il recente torneo Hearthstone Grandmasters. Le pressioni politiche entreranno in gioco pesantemente nel futuro degli eSport, se l’attenzione crescerà. E sempre problemi per i cinesi, che già non battono chiodo con le ragazze.
Scandali & Gossip
Gli ingredienti ci sono tutti. I giocatori di eSports sono giovani. Ci sono soldi in palio. Sono già capitati imbrogli, così come accus3 di molestie, di frode e così via. Ad oggi questa roba è stata (relativamente) limitata. Lo scandalo degli imbrogli in StarCraft 2, ad esempio, o la partita truccata australiana ad agosto in un torneo Counter-Strike: Global Offensive. La crescita della visibilità crea il potenziale per uno scandalo più grande, di sistema, paragonabile a ciò che in Italia è stato quello di Calciopoli. La popolarità in crescita delle scommesse sugli eSport non aiuta. Più denaro è in gioco, più è probabile che si verifichi un grande scandalo.
Formazione statale sugli eSport
In numerosi sport internazionali, in particolare quelli olimpici, le squadre e gli atleti vincitori sono visti come un veicolo di prestigio internazionale per il loro paese. La Cina, ad esempio, ha gestito il Progetto 119 per identificare e reclutare atleti che aumentassero il medagliere della nazione alle Olimpiadi di Pechino. Ha funzionato. Gli esport hanno raggiunto il punto in cui ci saranno operazioni simili per alimentare e sviluppare giocatori che porteranno prestigio al loro paese d’origine. Specie se un giorno gli eSport saranno inclusi anche alle Olimpiadi.