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14 modi in cui Coronavirus cambierà il modo in cui guardiamo il mondo

Ecco un elenco di mutamenti positivi che questa tremenda emergenza coronavirus potrebbe portare al mondo oltre al dolore di questi giorni.

Gianluca Riccio di Gianluca Riccio
27 Marzo 2020
in Medicina, Previsioni
14 modi in cui Coronavirus cambierà il modo in cui guardiamo il mondo
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Crisi, l’intersezione perfetta tra pericolo e opportunità. Dei cambiamenti, del pericolo e della sofferenza che porta il coronavirus in questo mondo stiamo imparando tutto da molte settimane. Ma è bene sapere che in mezzo a tutto questo dolore ci sono anche possibili sviluppi positivi. Non si tratta di minimizzare la gravità della situazione, ma di tornare alla radice della parola crisi e al suo significato originale di “scelta”. Da quello che sta succedendo dobbiamo ricavare la ragione per le prossime scelte che faremo. Questa brutale sfida per l’umanità e i nostri sistemi sociali potrebbe aprire nuove finestre a una trasformazione in fondo attesa.

Ecco un elenco di 14 mutamenti positivi che questa tremenda emergenza coronavirus potrebbe portare oltre al dolore di questi giorni.

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1 I benefici dell’autosufficienza saranno rivalutati.

Colture idroponiche, giardini urbani verticali, diete a base vegetale, stampanti 3D desktop. Questa situazione mostrerà a molti di noi i vantaggi di fare affidamento su alimenti e merci di provenienza locale, anziché su prodotti che richiedono catene di approvvigionamento lunghe e distanti. Ne abbiamo fatto per anni una questione di sostenibilità, ma l’autosufficienza è una questione di potere. Si tratta di mettersi nella posizione in cui, invece di incrociare le dita e sperare che i leader del governo ti proteggano, puoi mantenere un certo controllo sul tuo destino e quello dei tuoi cari.

2 Adotteremo più rapidamente i pannelli solari

Finora, nessuna regione ha subito un’interruzione di corrente a causa delle conseguenze sistemiche di questa pandemia. È tuttavia ingenuo pensare che non può accadere in alcuni luoghi. Che sia questa emergenza o altre, i pannelli solari segnano il passaggio da un sistema più o meno centralizzato ad uno indipendente o interdipendente. Il vantaggio dei sistemi decentralizzati è, in poche parole, che non hanno punti deboli. Ancora una volta, i pannelli solari sono stati venduti come un modo per fare la cosa giusta per il pianeta, ma il coronavirus ci dicono che saranno una questione di sicurezza personale.

3 I droni ci daranno una mano

La nostra specie ora ha la tecnologia per fornire tutti i tipi di prodotti direttamente a casa di qualsiasi persona in quarantena. Fino ad ora i droni sono conosciuti come un’arma offensiva e un sistema di sorveglianza. Ma sono come qualsiasi strumento, e possono aiutarci a soddisfare anche esigenze positive.

Nel caso del Covid, potrebbe significare automatizzare molti sistemi su larga scala, consegnare con droni e disinfettare le sale con robot in modo automatico.

Esistono già esempi di ONG che usano droni per trasportare medicinali in località remote con una precisione impressionante. Ora che la capacità di procurarsi merci senza contatto umano è una qualità più attraente che mai, l’adozione di queste soluzioni potrebbe essere spinta avanti da un immenso aumento della domanda di droni da consegne.

4 Reddito di base universale.

Martin Luther King, Bertrand Russell, Milton Friedman e molti altri hanno concordato sul fatto che una società civile dovrebbe fornire ai suoi cittadini denaro per i bisogni primari. Per garantire anzitutto che nessuno debba mai vivere in uno stato di indecente disperazione.

L’automazione ha reso attuale questo argomento. Durante l’attuale blocco molti lavori nel mondo scompariranno e saranno già svaniti dall’oggi al domani. Le perdite del mercato azionario riflettono la preoccupazione per quanto grande possa essere un cambiamento nei consumi. Alla luce di ciò, Hong Kong ha già approvato una sorta di “Reddito di emergenza”, dando a ogni cittadino 10.000 dollari di Hong Kong (circa 1.200 euro). Le proposte di concedere un reddito mensile a tutti i cittadini durante la pandemia sono state sostenute da liberali e conservatori allo stesso modo. I test, quelli già in corso e quelli che seguiranno, produrranno una notevole nuova conoscenza e aiuteranno a completare il quadro che Rutger Bregman ha abilmente descritto sui precedenti esperimenti di reddito universale nel suo libro “Utopia per realisti”.

5 Un sano risveglio del rifiuto della cieca fiducia ai leader.

I cittadini del mondo in questo momento hanno un posto in prima fila per vedere come i leader di tutto il mondo stanno gestendo la stessa malattia.

Quando questa catastrofe finirà saremo in grado di vedere cosa ha funzionato e cosa no. Ma più di questo, avremo un forte esempio di quanto possano essere arbitrarie le scelte che i leader possono fare. Molte persone sono già morte perché il tale, o il tal’altro leader hanno adottato l’approccio sbagliato nel momento sbagliato. Questo non significa che i cittadini non si fideranno più di nessuno. Semplicemente, pretenderanno dai leader molti passi in termini di ascolto e capacità di far sorgere fidicia.

6 Ameremo il minimal.

Cosa ci serve? Quante delle attività in cui eravamo coinvolti ogni giorno ci serviva davvero? Fare di meno ha i suoi vantaggi, per il clima e l’ambiente nel suo insieme, nonché per i nostri livelli di stress e tranquillità.

Il coronavirus nel mondo, almeno per un certo periodo, porterà un calo estremo della produttività. Questo ci darà anche una nuova base per confrontarci con le nostre vite “normali”. Quando ci ritroviamo costretti a fermarci per un po’, cosa ci manca davvero e cosa non ci mancherà affatto? Premere il pulsante Pausa ci dà l’opportunità di fare il punto su ciò che merita davvero il nostro impegno tra le mille attività che ci toglievano sempre tempo per tutto.

7 Adotteremo protocolli Internet decentralizzati.

La quarantena può essere il sogno di un asociale, finché Internet non smette di funzionare. Magari non accadrà, ma il forte carico sulla Rete è un fatto.

Certo, se stessimo eseguendo protocolli Internet decentralizzati potremmo passare dalla speranza alla certezza.

Internet è stato costruito per resistere in tempi di crisi. Nel corso del tempo, però, un numero limitato di aziende è diventato proprietario di un gran numero di server che indirizzano il traffico. Questo riduce la funzionalità di Internet. Amazon Web Services, ad esempio, gestisce un terzo dei server totali sui quali si esegue il cloud. Potremmo adottare altri protocolli per rendere Internet più peer-to-peer, e avere una rete più attrezzata per una crisi.

8 Entreremo nel mondo della post-post-verità.

Stiamo tutti immaginando una serie di possibili scenari, da quelli lievi a quelli francamente catastrofici, e ora è un’esigenza urgente e collettiva: vogliamo conoscere i fatti.

È tutto sotto controllo o dovremmo fare scorta di cibo e acqua a casa? Vogliamo sapere. Non indovinare, ma sapere. E anche se il dubbio scientifico è cresciuto sempre più negli ultimi anni, non ci sono più così tante persone che rifiuterebbero il pensiero di un vaccino ora.

9 Aumenteremo la telepresenza

Il distanziamento sociale sta avvenendo in un momento terribile, ma ci offre almeno l’opportunità di eliminare riunioni superflue. Quelle che avrebbero potuto essere in teleconferenza si sono rapidamente trasformate in teleconferenze. Ci sono persino palcoscenici virtuali. Il fatto che riunioni e concerti stiano trovando interazioni digitali è un’ottima notizia per un mondo che fa affidamento sui viaggi aerei molto più di quanto consentano i budget per il carbonio. I grandi servizi di telepresenza potrebbero contribuire a rendere il mondo molto meno inquinato dopo il coronavirus.

10 Potremo ripagare i “nostri eroi” con più di un semplice applauso.

Il vero valore del lavoro che tiene a galla la società (e la nostra salute mentale) viene ora avvertito profondamente. Le persone che hanno a casa i loro figli stanno finalmente apprezzando di più gli insegnanti. Gli operatori ecologici, gli addetti alle consegne, i cassieri ricevono finalmente il ringraziamento adeguato per i servizi che rendono da sempre. E gli operatori sanitari che rischiano la propria salute per il bene degli altri ora ricevono grandissimo sostegno e gratitudine. Stiamo imparando ciò che è essenziale. Ora, invece di pagare gli eroi di questa crisi con nient’altro che applausi, questo improvviso apprezzamento potrebbe finalmente assumere una forma monetaria e tradursi in una retribuzione migliore per le nostre professioni più cruciali?

11 Ne ricaveremo una gigantesca ispirazione

E proprio così, qualcuno avrà il tempo di finire il suo romanzo. Lo stesso vale per una miriade di artisti, attualmente bloccati, molti dei quali forse creeranno i loro pezzi più ispirati. Shakespeare è famoso per aver scritto Re Lear durante il suo periodo in quarantena. Dai motivi esistenziali di seri cineasti all’evasione, e meme straordinari: perfino una pandemia, in tutta la sua brutalità, può essere una musa ispiratrice.

12 Aggiorneremo i nostri protocolli di emergenza.

Per quanto brutto sia il Covid-19, sappiamo che ci sono scenari molto peggiori e possiamo migliorare molto nel preparare una risposta globale. Potremmo usare questa situazione per diventare più sensibili e più resistenti di fronte a problemi più vasti. Sviluppo di depositi su larga scala, allevamenti di funghi sotterranei, persino alimenti a base di batteri per sopravvivere a un potenziale inverno nucleare o una super eruzione vulcanica (ve l’ho detto che c’è di peggio) non sembrano più cose tanto eccentriche. La frase “speriamo per il meglio, pianifichiamo per il peggio” sta assumendo un senso.

13 Reinventeremo la longevità.

Lo stato e la sofferenza degli anziani sono generalmente snobbati. Prima di questa pandemia, centinaia di migliaia di persone morivano per malattie direttamente collegate alla vecchiaia ogni singolo giorno. Poiché il coronavirus Covid-19 sta colpendo nel mondo in modo sproporzionato la parte più anziana della popolazione, questo problema dovrebbe vedere un forte slancio.

La solidarietà intergenerazionale potrebbe diventare più importante quando arriveremo a renderci pienamente conto che una condizione di buona salute è sempre così precaria. L’estensione della salute e della durata della vita è un problema che potremmo prendere più seriamente. Dobbiamo abbracciare chi sostiene che l’invecchiamento debba essere classificato come una malattia.

14 Il nemico comune ci unirà

Negli anni ’90, alcuni scettici sulla globalizzazione (per me avevano ragione) ostenevano che il nostro villaggio globale condiviso si stava trasformando in un “McWorld”, con la cultura del consumo come suo comune denominatore.

A pensarci bene, c’è qualcosa di molto più salutare da tenere in comune per tutti gli umani: vogliamo tutti un domani sicuro.

In Covid-19 abbiamo trovato il nemico comune, come in “Independence Day”. Un nemico che attacca le persone indipendentemente dal loro aspetto o passaporto. Oggi ha colpito il premier inglese, per dire.

In conclusione, sull’impatto del coronavirus nel mondo

Questo ci riporta al significato originale di crisi: la situazione attuale offre una scelta. O proviamo a ricomporre il mondo com’era prima di questo evento catastrofico, oppure possiamo usare questo evento condiviso come momento fondante di una nuova storia globale.

Una nuova storia, che riconosca che sotto i nostri distintivi di appartenenza siamo tutti vulnerabili, dipendenti l’uno dall’altro.

Abbiamo già assistito all’inizio alla mancanza di coordinamento globale per controllare la diffusione del coronavirus nel mondo. Ora stiamo assistendo al modo in cui il governo di ogni stato sta trasformando questo evento globale condiviso in così tante esperienze singolari e definite a livello nazionale. Tutto ciò racconta la storia di un mondo interconnesso, che si aggrappa a un modello che finge di non esserlo.

Questo può cambiare. Lo voglio ripetere, possiamo raccontare un’altra storia.

I rischi globali richiedono una risposta globale, alcuni problemi sono così importanti da essere al di sopra di ogni partigianeria. Un virus come il coronavirus può diffondersi rapidamente nel mondo e cambiarci profondamente. Ma anche un’idea può diffondersi così.

Siamo chiusi dentro, soli nelle nostre case: e non c’è mai stato un momento migliore per incontrarsi.

Tags: cambiamentiCoronavirus
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Gianluca Riccio

Gianluca Riccio

Gianluca Riccio, classe 1975, è direttore creativo di un'agenzia pubblicitaria, copywriter e giornalista. È affiliato ad Italian Institute for the Future, World Future Society e H+, Network dei Transumanisti Italiani. Dal 2006 dirige Futuroprossimo.it , la risorsa italiana di Futurologia.

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